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Gli italiani non smettono di portare soldi in svizzera , alla faccia dello scudo fiscale

Creato il 20 settembre 2011 da Madyur

La piazza finanziaria di Lugano è ancora invasa dai capitali made in Italy. Con la classica valigetta piena di contante , il confine di Stato è una barriera inesistente. In pieno giorno , il lungolago a Lugano è intasato di macchine , metà con la targa italiana.

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Tutto è ricominciato a fine luglio , ma ultimamente si è accentuato. Dati certi sulla fuga di capitali non esistono. Le conferme potrebbero arrivare da newsletter delle banche svizzere , dalle voci che si raccolgono a Lugano, dal ritorno in Svizzera per paura di un default italiano.

Gli istituti ticinesi macinano commissioni e i grandi gruppi bancari licenziano ovunque tranne nel Ticino. E questo grazie a Tremonti. Chi ha scudato come persona fisica e ha riportato i soldi in Italia non può rimandarli in Svizzera senza essere segnalato per il monitoraggio valutario. Ma basta che abbia scudato , come tanti hanno fatto , attraverso una fiduciaria. La fiduciaria carica il conto del cliente su un suo conto italiano e da lì lo splitta , cioè trasmette i fondi su un suo conto svizzero. Nessuna segnalazione e si ritrova il denaro all’estero.

Le richieste di operazioni simili sono in aumento in Svizzera. Era ieri quando la Finanza irrompeva nella banche Ticinesi in piena propaganda elettorale . Si presumeva che lo scudo fiscale avrebbe fatto perdere 60 miliardi di euro e il 10% dei posti di lavoro in questa zona alpina.

Invece i dati annuali della disoccupazione in Ticino aggiornati al mese di agosto parlano di un tasso medio del 4,8% nell’ultimo anno , in diminuzione sia rispetto al 2009 sia al 2010. IL mese di agosto fa segnare il 3,9. Aumentano anche i frontalieri , quelli che attraversano il confine per lavoro, sono passati da 45 mila a 51 mila.

Rispetto ad un anno fa l’aumento di franchi svizzeri nelle banche ticinesi è del 10%. Di questo 2254 miliardi sono stranieri. Sui capitali italiani la stima oscilla dai 1230 ai 230 miliardi. Secondo le banche 60 miliardi di scudo è rimasto in Ticino 35 miliardi grazie al sistema fiduciaria. L’italiano , dal primo luglio, se ha un conto in Banca svizzera paga un euroritenuta del 35% , ma solo sui redditi da obbligazioni o sulle persone fisiche. Non su quelle giuridiche.

I pezzi grossi non muovono denaro, scelgono intermediari che facciano il lavoro sporco per loro. In Ticino ci sono circa 700 fiduciari autorizzati e un terzo di loro sono fiduciari finanziari. Esiste anche lo scudo fiscale all’inverso. Bisogna portare in Svizzera un patrimonio che comporti una capacità di spesa minima annuale a cinque zeri e soprattutto risultare residenti per almeno tre mesi consecutivi senza essere cittadini e senza svolgere alcuna attività che produca reddito nella Confederazione. Soddisfatti questi requisiti si concorda un forfait annuale con il fisco svizzero e il gioco è fatto.

Una volta era alla portata solo dei super-ricchi, ma ora con la paura del default italiano lo schema si sta diffondendo. Gli ultimi dati parlano di un numero raddoppiato rispetto al 2006. Gli italiani, manco a dirlo, sono in continua crescita. Fra loro ci sono il pilota Jarno Trulli , Idiuna Gradini, vedova di Raul. Marchionne, amministratore delegato Fiat, ha invece la residenza nel cantone di Zugo , che offre un regime favorevole per il reddito.

Quindi il ritorno alla Svizzera


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