. Emerge da una ricerca presentata oggi a Urbino in apertura del secondo Festival del giornalismo culturale dai due direttori dell'evento: Lella Mazzoli, responsabile del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell'Università feltresca, e Giorgio Zanchini, giornalista di Radio Rai 3.
Fatta intervistando telefonicamente un campione rappresentativo di 1.013 italiani adulti, l'analisi intende fornire indicazioni ad editori, giornalisti ed esperti di politica culturale su come comunicare al meglio le informazioni in questo settore per promuovere il territorio.
«In sostanza - ha spiegato la Mazzoli - non tutti i prodotti culturali possono essere veicolati con uguale efficacia sullo stesso supporto informativo, ma necessitano a seconda dell'argomento e del target di riferimento di canali comunicativi diversi».
Così, se l'88% degli intervistati s'informa quotidianamente (o più volte al giorno) su tutte le notizie, solo il 22% lo fa su eventi e prodotti culturali. Tra quanti invece s'informano qualche volta la settimana, la percentuale di chi cerca notizie culturali sale al 38%. Le fonti d'informazione più rilevanti per scegliere un libro o vedere una mostra mettono al primo posto le recensioni e gli inserti su quotidiani e riviste, ma per ascoltare musica o vedere un film la scelta dei programmi televisivi sale al primo posto.
La fonte d'informazione culturale privilegiata rimane quella dei notiziari Tv nazionali (76%), seguita da trasmissioni di approfondimento Tv (64%), internet (57), quotidiani-Tv locali (56), all news (52), e trasmissioni in onda su canali tematici.
Le pagine e gli inserti culturali cartacei di quotidiani e riviste nazionali e locali si situano in percentuali che vanno dal 46 al 40%, che per quanto riguarda la radio scendono al 36% (notiziari), e al 27% (trasmissioni di approfondimento). La radio però guadagna il 5% degli internauti della cultura che prima si rivolgevano alle tv (notiziari nazionali e trasmissioni di approfondimento).