Gli italiani vilipesi dal Quirinale e dai media

Creato il 09 ottobre 2013 da Albertocapece

Dovunque nel mondo un presidente che si fa prendere dalla stizza per essere stato colto con le mani nella marmellata sarebbe giudicato unfit a governare: a tutto infatti si può passare sopra tranne che alla mancanza di autocontrollo. Ma a quanto pare la scena di un vegliardo fuori dai gangheri, con le vene gonfie e la voce alterata, che accusa altri di non interessarsi ai problemi del Paese piace molto alla sedicente sinistra governativa e al Tg3 che non ha mancato di magnificare la penosa scena: il presidente gliele ha cantate chiare a chi dice che proporre un’amnistia proprio adesso significa solo voler salvare Berlusconi, cioè ai 5 stelle, accusati di dire l’ovvio, di mostrare il re in déshabillé.

Ma l’imbarazzo dilaga perché mentre è del tutto evidente lo scambio tra il salvataggio del governo Letta che è ormai la coperta di Linus di Napolitano e la salvezza del Cavaliere, dall’altra nessuno osa puntare l’indice sul vero responsabile della persistenza di Berlusconi, così come dello sfascio del Paese e nemmeno sui governicchi che sono la longa manus di questa follia. Così il lettore progressista che clicca sul sito de L’Espresso si trova di fronte a un capolavoro di surrealismo, un sommario che recita: “Il presidente della Repubblica chiede al Parlamento di risolvere l’affollamento delle carceri. Un intervento necessario e voluto anche dall’Europa. Ma che il centrodestra potrebbe sfruttare per il caso del Caimano” Già quei cattivoni sempre pronti a sfondare le porte aperte che gli altri gli fanno trovare. Cosa non si fa e non si dice per campare.

Ma è solo un esempio indicativo di come si cercherà di redimere moralmente il Quirinale da questo ennesimo e decisivo assist al Cavaliere: la sottolineatura della condizione indecente delle carceri italiane dove circa 66 mila persone sono detenute in galere che avrebbero una capienza regolamentare di 24 mila posti e 47 mila di capienza massima tollerabile. Tutto assolutamente e drammaticamente vero tanto da meritare una condanna da parte della Corte europea diritti umani risalente all’ 8 gennaio scorso e generata dal ricorso di alcuni detenuti, la quarta condanna in cinque anni per lo stesso motivo. E questo dato ci riporta alla realtà: il dramma degli istituti di pena non nasce oggi, ma ondeggia più o meno sugli stessi numeri da moltissimi anni. Tanto che – per per parlare solo delle cose più recenti – già nel 2010 l’allora ministro della giustizia Alfano tentò di prendere in giro noi e i detenuti con un fantomatico piano per 27 mila posti in nuove carceri mentre l’anno successivo la ministra Severino provò la delirante carta di utilizzare come galera di lunga durata persino le camere di sicurezza nei posti di polizia, loculi assai più inquietanti delle normali celle. Tanto che certa destra tra il palazzinaro e il “moderno” ha tirato fuori anche l’idea delle galere private. Perché Napolitano ha aspettato tutto questo tempo per interessarsi dei “problemi del Paese” e lo ha fatto proprio nel momento in cui un’amnistia è destinata a salvare il Condannato per eccellenza?

Senza dire che l’affollamento non si risolve certo con problemi di clemenza che lasciano il tempo che trovano, ma con interventi sulle strutture, sulla legislazione e sui meccanismi giudiziari che da una parte sviluppino le misure alternative (il 15% in Italia, l’85% in Gran Bretagna, tanto per fornire un dato) dall’altro depenalizzino alcuni reati di lieve entità, ma soprattutto rendano più rapida la giustizia visto che il 50% dei detenuti è in attesa di un giudizio di qualche grado.  Oppure se proprio non si riesce ad affrontare questi problemi basterebbe abrogare la Bossi Fini, come dice Anna Lombroso per liberare molti posti.  Purtroppo però i “discorsi a monte” tanto cari alla cultura della demi gauche ormai si fanno solo per sgusciare come anguille dai temi concreti e dalle opache responsabilità.

Insomma pur essendo il tema già drammatico dall’anno successivo a quello della famosa amnistia Prodi, cioè dal 2007, nulla di tutto questo è stato pensato, proposto, tramutato in legge e si torna a un nuovo provvedimento di amnistia proprio oggi, dando l’impressione che questa misura tampone, sia stata tenuta in caldo per portare umanità e soccorso al Cavaliere e ad altri grassatori dell casta politica. Anche l’umanità e la civiltà sono a  orologeria in questo Paese. E ‘ solo un’impressione, mica un vilipendio. Piuttosto il Colle e i media subalterni  vilipendono la nostra intelligenza ogni giorno.


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