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Gli obiettivi M42: natura, architettura e creatività. Risparmiando.

Da Ragdoll @FotoComeFare

Dopo l’introduzione, le focali grandangolari, normali e tele, è il momento di presentarti tutti quegli obiettivi che, pur rientrando nelle focali già trattate, se ne differenziano per caratteristiche costruttive o finalità di utilizzo.

È questo il caso di quattro categorie particolari di obiettivi e cioè gli obiettivi macro, gli obiettivi catadiottrici e gli obiettivi decentrabili, nonché gli obiettivi fish-eye.

I primi ti potranno essere utili sia nella fotografia naturalistica, sia nello still-life; i secondi saranno un’integrazione economica ad un corredo per l’eventuale fotografia di animali, ma anche per utilizzo astronomico o per eventi sportivi in piena luce.

La terza categoria invece ti aiuterà nella composizione di foto di architettura, di paesaggio e ancora nello still-life mentre l’ultima ti permetterà di aggiungere un po’ di creatività ai tuoi scatti , a prescindere dal genere fotografico.

Gli obiettivi macro

schmetterling in wiese by zoomyboy.com, on Flickr

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   by zoomyboy.com

Per obiettivo macro s’intende quel particolare tipo di obiettivo che, grazie a un apposito schema ottico e meccanico, è capace di mettere a fuoco a distanze molto ravvicinate, permettendo così ingrandimenti maggiori di quelli che si ottengono con un normale obiettivo.

Per convenzione un obiettivo macro è quello che raggiunge almeno il rapporto di riproduzione 1:1 cioè che riesce a riprodurre sul sensore/pellicola un soggetto nella sua grandezza originaria.

Questa convenzione però ha subito varie modifiche nel tempo e la prassi dei produttori di obiettivi più volte ha ignorato questa caratteristica. Troverai quindi obiettivi definiti macro, ma che raggiungono solo rapporti di 1:2 (ed è abbastanza usuale) o ancora minori, come 1:3, 1:4 o, a volte, addirittura 1:5 (soprattutto nel caso di grandangoli moderati o tele-spinti).

Le focali macro propriamente dette sono solitamente attorno ai 50mm, attorno ai 100mm e attorno ai 180mm, ma potrai trovare obiettivi dichiarati macro anche da 35mm, da 28mm, da 24mm, o da 300mm e più.

Normalmente i macro sono tutte focali fisse, benché esistano anche degli zoom con capacità macro (quasi sempre inferiori sia all’1:1 che al 1:2).

Fra gli m42 non sono pochi gli obiettivi macro, ma cercherò di suggerirti qualche nome tra quelli che conosco meglio.

Obiettivi macro m42 consigliati

Partendo dai soliti obiettivi sovietici, che sono fra i meno costosi in assoluto, le lenti macro più diffuse e reperibili sono l’Industar-61 52mm f/2.8 e il Volna-9 50mm f/2.8.

L’Industar-61, che si trova anche con attacco m39 non compatibile con le reflex digitali, è un obiettivo che non è specificatamente indicato come macro ma che, grazie al suo particolare schema ottico, riesce a mettere a fuoco da molto vicino, facendoti così ottenere un rapporto di riproduzione di 1:2.

Starz by Sorin Mutu, on Flickr

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   by Sorin Mutu

A seconda della data e del luogo di produzione, la focale potrebbe variare di poco, passando da una indicazione di 52mm a quella di 50mm, o di 53mm: la differenza è probabilmente solo nella stampigliatura, l’obiettivo è comunque sempre lo stesso.

È un obiettivo abbastanza nitido (ma non quanto i macro moderni), soprattutto chiudendo un po’ il diaframma. Al di sopra di f/5.6 riesce a essere molto tagliente e a restituire un’immagine risoluta e piena di dettaglio.

Sua caratteristica notevole è lo sfocato particolare, che nei primi due stop restituisce un bokeh circolare, per poi invece dare uno stranissimo effetto a stella piena ad f/5.6, utilizzatissimo per fotografia durante le feste e soprattutto durante il Natale. Oltre f/5.6 lo sfocato diventa un po’ duretto e i punti luce assumono forma poligonale.

Il Volna-9 è una sorta di cugino maggiore dell’Industar: anche il Volna infatti presenta il caratteristico sfocato a stella e anche il Volna si ferma al rapporto di riproduzione di 1:2. Le caratteristiche ottiche però sono da obiettivo di livello decisamente superiore.

La nitidezza è buona già a tutta apertura e diventa eccellente chiudendo un po’ il diaframma, donandoti una resa da vero macro, dettagliata e affilata.

MC Volna-9 2.8/50 (m42 mount) by mr. Wood, on Flickr

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   by mr. Wood

Lo sfocato del Volna-9, oltre la già citata caratteristica stella a f/5.6, è più morbido e omogeneo rispetto all’Industar e a tutta apertura risulterà cremoso e con un bellissimo passaggio dal fuoco al fuori fuoco, graduale e piacevole. Ciò ti consentirà di usare questo obiettivo anche per altri usi all’infuori del macro, ad esempio nel ritratto.

Entrambi gli obiettivi russi, come di consueto, hanno un trattamento antiriflesso scadente se non proprio inesistente: non è consigliabile usarli senza paraluce o cercare il controluce senza prestare molta attenzione ai riflessi e ai cali di contrasto.

L’Industar 61, nella sua versione L/Z, contiene (forse, non tutte le fonti concordano) dei vetri trattati al Lantanio, che è un elemento radioattivo e che quindi fa conservare all’obiettivo parte di questa radioattività: nulla di pericoloso, ma è sempre bene saperlo.

Il suo prezzo si aggira tra i 40€ e gli 80€ e la reperibilità è abbastanza semplice.

Il Volna-9 invece è un obiettivo un po’ più raro e quindi (anche per la qualità) più costoso: il suo prezzo oscillava tra i 60€ e i 90€ fino a pochi anni fa, ma ormai è più facile trovarlo attorno ai 100 e anche oltre.

Trasferendoci in Giappone sono due gli obiettivi m42 da tenere d’occhio e sono i Pentax Takumar 50/4 Macro e Takumar 100/4 Macro: entrambi gli obiettivi hanno un’alta risolvenza, un dettaglio notevole, colori eccellenti e una spiccata tridimensionalità, nonché un trattamento antiriflesso sicuramente molto ma molto migliore rispetto a quello degli obiettivi sovietici.

Il loro rapporto di riproduzione è di 1:2 e il prezzo supera in entrambi i casi i 100€, anche di molto. Nel caso del 100/4 non è difficile superare anche i 150€ o i 200€ per accaparrarselo.

Ancora in Giappone c’è probabilmente il campione degli obiettivi macro d’annata e cioè il Kiron 105/2.8 Macro.

Quest’obiettivo è quasi unanimamente riconosciuto come uno dei migliori macro di sempre, con prestazioni al pari anche degli obiettivi moderni: nitidezza, tridimensionalità, sfocato, risolvenza… nulla manca a questa lente, il cui prezzo è molto variabile.

In media si aggira sui 250€, ma può anche sforare i 300€, così come trovarsi a meno di 200€. Tenere d’occhio il mercato è quantomani consigliabile se hai intenzione di acquistare questo eccellente obiettivo.

Ti informo, poi, che il Kiron è stato prodotto anche sotto altri marchi: potresti quindi reperirlo sotto il marchio Lester/Dine, così come sotto la dicitura Vivitar 100mm f/3.5 Macro (pur essendo sempre il Kiron 105/2.8).

Gli obiettivi catadiottrici

Gli obiettivi catadiottrici sono una particolare tipologia di obiettivo che sfrutta uno specchio centrale per raccogliere e inviare l’immagine al piano sensibile (pellicola o sensore). Proprio per questo motivo sono chiamati anche “obiettivi a specchio” o, nella dicitura inglese, “mirror lens(es).

MTO-11CA ”Black on Black” by LostPizzaBoy, on Flickr

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   by LostPizzaBoy

I catadiottrici di solito sono teleobiettivi spinti, a partire da circa 250mm fino ad arrivare a 1100mm circa. Sono quindi lenti realizzate per la visione e la cattura di soggetti molto lontani, dagli animali agli oggetti celesti.

Sono adattissimi a generi fotografici quali la caccia fotografica e la fotografia astronomica, mentre la mancanza di autofocus li rende meno desiderabili per generi più movimentati e d’azione come ad esempio lo sport.

È però possibile utilizzare questa tipologia di lente anche in quest’ultimo genere, a patto che si acquisti un po’ di capacità di maneggiarli e soprattutto a patto che lo sport in questione si pratichi all’aperto e con molta luce disponibile.

Infatti il principale limite degli obiettivi catadiottrici è il diaframma, che è fisso e di solito abbastanza buio e chiuso: troverai infatti catadiottrici a partire da f/4.5 fino a f/13, ma molto più spesso l’apertura sarà di f/8 (nella grande maggioranza dei casi) o di f/10.

I catadiottrici presentano poi l’ulteriore svantaggio di una qualità d’immagine che spesso è appena sufficiente e nei migliori casi discreta o al massimo buona. Non aspettarti quindi risultati eccellenti degni di teleobiettivi convenzionali da migliaia di euro, ma pensa di acquistare un catadiottrico per imparare a maneggiare un teleobiettivo e soprattutto per le sue altre indubbie qualità.

Il vantaggio principale dei catadiottrici è, ovviamente, il prezzo: se ne trovano a partire da 50€, mentre con meno di 500€ è possibile trovarne esemplari di buona qualità o di focale estremamente lunga.

Il secondo vantaggio, anch’esso notevole, è dato dal peso e dall’ingombro: i teleobiettivi tradizionali sono lenti grandi, ingombranti, pesanti e difficili da maneggiare e trasportare. Andare in escursione con un teleobiettivo tradizionale da 300mm o più significa portarsi dietro svariati chili di peso e oggetti che superano i 30cm di lunghezza, per arrivare anche a molte decine di centimetri in più.

I catadiottrici sono invece, relativamente alla loro focale, molto corti, piccoli e leggeri, dall’aspetto spesso tozzo, ma comunque comodi da trasportare e più semplici da utilizzare. In piena luce non ti sarà impossibile gestire a mano libera un 500mm, cosa che invece non riusciresti probabilmente a fare con un obiettivo tradizionale.

Peculiarità dei catadiottrici è poi lo sfocato “a ciambella”: non te lo descrivo né come un punto a favore, né come un punto a sfavore. Molti infatti amano questo tipo di sfocato, ma altrettanti non lo sopportano e lo considerano fra i peggiori possibili.

Personalmente lo apprezzo, ma capisco che è abbastanza strano da non poter essere unanimamente considerato bello.

Cosmos 2014 by kobaken++, on Flickr

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   by kobaken++

Obiettivi m42 catadiottrici consigliati

I principali catadiottrici M42 reperibili sul mercato sono, ancora una volta, obiettivi sovietici: in particolare gli MTO (500mm e 1100mm) e i Rubinar (300mm, 500mm e 1000mm).

Gli MTO, marchiati a volte anche Zenith o sotto la sigla 3M-5A, sono in assoluto i più economici e facili da trovare. Puoi trovare l’MTO 500mm con apertura fissa f/8 in due diverse versioni: una con diametro filtri da 72mm, un’altra con diametro fissi da 77mm. Quest’ultima è da tutti riconosciuta come migliore per nitidezza e qualità generale ed è dunque da preferire.

Entrambe le versioni presentano una sufficiente qualità di immagine e un’ottima portabilità, che si mantiene, in misura minore, anche nella versione da 1100mm con apertura fissa f/10,5.

Entrambi gli obiettivi, MTO 500 e 1100mm, possono poi essere trasformati in telescopi attraverso un apposito kit di facile reperibilità che, a volte per meno di un centinaio di euro, ti permetterà di cimentarti nell’osservazione naturalistica e/o astronomica oltre che nella fotografia.

Il prezzo dell’MTO 500/8 varia da 50€ fino a poco più di 100€, mentre la versione 1100/10 potrai trovarla fra 150€ e 300€, con una media più vicina ai 200€.

I Rubinar, sempre sovietici, sono generalmente considerati migliori dei loro corrispettivi MTO, ma sono anche abbastanza più rari e quindi difficili da trovare. Per questi motivi spesso il loro prezzo è anche molto più alto degli MTO.

Il Rubinar 300/4.5 si fregia dell’appellativo “Makro”, pur non arrivando al rapporto di 1:1, ma solo a quello di 1:3, che è comunque un ottimo ingrandimento che permette a questo obiettivo di essere utilissimo anche per scatti ravvicinati, oltre che per soggetti lontani.

Di tutti i catadiottrici, è quello che ha la miglior fama, probabilmente anche a causa di una focale meno estrema rispetto al resto della famiglia. 300mm sono una focale abbastanza lunga (soprattutto se la monti su un corpo macchina aps-c o m4/3), ma ancora versatile.

La qualità ottica è buona, lo sfocato piacevole (anche se le “ciambelle” sono sempre in agguato), la portabilità ottima. Un obiettivo più che buono, insomma.

IMG_5224 by m-weger, on Flickr

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I Rubinar 500/5,6, 500/8 e 1000/10 sono anch’essi riconosciuti come migliori degli MTO, pur mantenendo le caratteristiche tipiche del catadiottrico: non aspettarti dunque gran risolvenza, contrasto e nitidezza.

Più che altro si tratta di obiettivi onesti che permettono di sperimentare focali lunghissime o di andare in giro con poco peso senza rinunciare alla possibilità di catturare soggetti lontani.

Il Rubinar 300/4.5 ha un prezzo compreso tra i 200€ e i 350€, il Rubinar 500/8 è più variabile e passa dai 200€ ai 400€, mentre è difficile trovare il Rubinar 1000/10,5 a meno di 4-500€, così come il Rubinar 500/5.6.

Gli obiettivi decentrabili

My new toy! by Giyu (Velvia), on Flickr

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   by Giyu (Velvia)

Dopo averti parlato di modi economici per dedicarti alla fotografia naturalistica, still life e astronomica, è ora il turno di introdurti agli obiettivi decentrabili.

Con questo nome vengono chiamati quegli obiettivi, sempre a focale fissa, che permettono di inclinare o spostare il piano di messa a fuoco, attraverso un’inclinazione o uno spostamento meccanico di parte dell’obiettivo stesso. Per questo motivo in inglese tali lenti vengono chiamate tilt-shift, dalle parole “tilt” (inclinare) e “shift” (spostare).

Non tutte le lenti decentrabili sono allo stesso tempo sia tilt che shift: alcune infatti permettono solo quest’ultimo tipo di movimento e altre, più rare, solo il primo.

Questa tipologia di obiettivi permette un’incredibile libertà compositiva: il movimento shift consente di inquadrare porzioni di scena che normalmente non entrerebbero nella fotografia, senza dover cercare punti di ripresa più alti o più bassi, o più spostati a destra e sinistra. Allo stesso modo il movimento di tipo shift permette di comporre panoramiche senza muovere la fotocamera, ma solo cambiando la misura dello spostamento dell’obiettivo.

Il movimento di tipo tilt, invece, ha due conseguenze principali: la prima è che ti permette di cambiare il piano di fuoco dell’immagine, facendoti decidere cosa mettere a fuoco e cosa no con molti meno limiti di un’ottica tradizionale. Ti sarà possibile mettere a fuoco allo stesso elementi che non si trovano alla stessa distanza dalla fotocamera o, di contro, sfocare elementi sullo stesso piano.

La seconda è che ti permette di raddrizzare, cioè di rappresentare diritte nell’immagine, le cosiddette linee cadenti, cioè le linee verticali (naturali ma molto più spesso artificiali) che appaiono inclinate se la fotocamera non è perfettamente in piano.

Gli obiettivi decentrabili sono quindi utilissimi principalmente in tre generi:

  1. nell’architettura, poiché ti permettono di inquadrare edifici di grandi dimensioni anche inclinando la fotocamera, pur mantenendo la correttezza prospettica. E in più ti permettono di tenere tutta l’immagine a fuoco, requisito fondamentale e tradizionale di questo tipo di fotografia;
  2. nel paesaggio, per gli stessi motivi dell’architettura (correzione prospettica e facilità di messa a fuoco totale) e per la possibilità di comporre panoramiche anche senza una testa fotografica adatta;
  3. nello still-life e in parte nella fotografia macro, poiché puoi scegliere in liberà cosa mettere a fuoco e cosa no, riuscendo così ad avere tutto a fuoco anche senza parallelismo con il soggetto, o riuscendo a sfocare tutto ciò che non ti interessa nitido anche senza grandi apertura e in ampia libertà creativa.

Un ultimo utilizzo è quello per la cosiddetta fotografia “tilt-shift” o “di miniatura”, che consente di fotografare ampie scene di paesaggio con un effetto che inganna l’occhio umano e lo porta a pensare che l’immagine sia la riproduzione di un plastico o di una miniatura.

Normalmente gli obiettivi decentrabili sono grandangolari o mediotele, a seconda del loro utilizzo. Il loro prezzo è sempre altissimo, oltre il migliaio di euro e anche oltre il doppio, quindi sono obiettivi molto specialistici.

In ambito M42 è possibile limitare un po’ i costi, ma non aspettarti miracoli.

Obiettivi m42 decentrabili consigliati

I principali modelli M42 (ma disponibili anche con altri attacchi) sono due, e sono i sovietici Arax 35/2.8 e l’Arax 80/2.8. Si trovano anche sotto il marchio Arsat, o sotto il nome di Mir.

?? by junsuzu, on Flickr

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   by junsuzu

Entrambi gli obiettivi decentrabili russi usano una meccanica Canon (probabilmente la migliore meccanica disponibile per questo tipo di obiettivi), unita a obiettivi progettati per medio-formato, la cui copertura di formati fotografici molto grandi consente, su aps-c e full frame, i movimenti di decentramento pur mantenendo la copertura.

La qualità, va detto subito, non è eccellente: gli obiettivi decentrabili, anche moderni e costosi, sono obiettivi particolari che soffrono di particolari debolezze ottiche e la cui resa può essere inficiata sia dalla disomogeneità della nitidezza lungo la superficie dell’immagine, sia dalle aberrazioni.

Ovviamente gli obiettivi sovietici non eccellono in questi campi, soprattutto per quanto riguarda le aberrazioni (in quanto all’omogeneità di rendimento su aps-c si mantengono buoni, mentre su full frame sono dignitosi).

L’Arax 35/2.8 è il grandangolare, purtroppo non particolarmente spinto. Su aps-c non sarà abbastanza per catturare soggetti di grandi dimensioni se non attraverso panoramiche composte da più immagini, mentre su full frame il grandangolo moderato potrà essere utilizzato con più soddisfazione.

Il costo di questa lente si attesta sui circa 600-800€ da nuovo, mentre da usato può scendere fino a 400-600€.

Tilted Hut by Dr. RawheaD, on Flickr

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   by Dr. RawheaD

L’Arax 80/2.8 è un obiettivo più adatto a scopi creativi con riprese ravvicinate e composizioni di still-life. La focale medio-tele è abbastanza spinta su aps-c, mentre è più gestibile su full frame.

Il prezzo di quest’obiettivo però è invitante: si trova nuovo attorno ai 300-400€, mentre usato (anche se è difficile trovarlo) arriva a costare anche solo 200-250€.

I Fish-eye m42

Zenitar Fish-Eye by Skiwalker79, on Flickr

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   by Skiwalker79

In ultimo, in questa carrellata di obiettivi dalle caratteristiche peculiari, ci sono i fish-eye, letteralmente obiettivi ad occhio di pesce, così chiamati perché il vetro è spesso molto bombato e ricorda quindi l’organo visivo della fauna ittica.

I fish-eye si dividono in due categorie principali: i fish-eye diagonali, che coprono un angolo di campo di circa 180° (superiore di molto a tutti i grandangoli rettolineari in circolazione) e i fish-eye circolari, che arrivano a coprire un angolo di 360°, offrendo una caratteristica immagine circolare.

Entrambe le categorie offrono la possibilità di fotografare scene molto ampie nonché di fotografare da molto vicino. Di contro entrambe sono caratterizzate da una spiccata distorsione che altera le forme della scena fotografata, soprattutto se costituita da volti o da linee verticali, che più fanno notare l’effetto.

La distorsione comunque non è un difetto in sé e per sé, ma più che altro una caratteristica: può essere sfruttata a fini creativi in molteplici generi: ritratto, fotografia di eventi, concerti, paesaggio, architettura, still-life e macro ambientata. Nulla sfugge alle possibilità di questo tipo di lente.

IMGP1919 by The Blen, on Flickr

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   by  The Blen

Ancora una volta tra i fish-eye con attacco m42 segnalo quelli di produzione sovietica, lo Zenitar 16mm f/2.8 e il Peleng 8mm f/3.5: sono obiettivi per full frame che mal si sposano con l’aps-c.

Entrambi, infatti, sul sensore ridotto perderanno buona parte del loro estremo angolo di campo pur mantenendo delle brutte (seppur ridotte) distorsioni. Non sono inutilizzabili sui sensori più piccoli ma il loro campo di applicazione si riduce molto e, quasi sempre, ti ritroverai a volerne correggerne le distorsioni, ottenendo così solo immagini da grandangolo spinto con una pessima resa dei bordi.

Lo Zenitar 16/2.8 è un obiettivo diffusissimo e molto conosciuto: è un fish-eye diagonale con 180° di angolo di campo che presenta le tipiche caratteristiche da obiettivo russo, cioè una buona nitidezza se chiuso di un paio di stop, una resa particolare a tutta apertura e problemi di aberrazioni e riflessi nel controluce.

DSC_3041.jpg by doctorho, on Flickr

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   by doctorho

Ciononostante rimane un obiettivo molto invitante a livello di prezzo, in quanto con i suoi 150€ da nuovo non ha praticamente concorrenza.

In più i fish-eye sono obiettivi molto particolari e potresti trovare interessante la possibilità di risparmiare (tanto) con un obiettivo che difficilmente userai molto spesso, ma che altrettanto difficilmente manca nel corredo di qualsiasi fotoamatore a cui piaccia sperimentare.

Usato è reperibile attorno ai 100€ o anche meno nel caso di esemplari più vecchi.

Il Peleng 8/3.5 è un fish-eye circolare, che quindi ti darà (su full frame) un’immagine circolare con una vignettatura agli angoli totalmente nera. Il suo comportamento è ancora più estremo di un fish-eye diagonale e dunque più difficile e particolare sarà il suo utilizzo.

Eiffel Tower by maikel_nai, on Flickr

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   by maikel_nai

Il prezzo di quest’obiettivo, anch’esso facilmente reperibile, è di circa 250€ da nuovo e di circa 150-200€ da usato.

In conclusione

Con questo articolo ho terminato di presentarti alcuni tra i più famosi e diffusi obiettivi m42 di ogni focale e per ogni utilizzo e, nella prossima e ultima puntata dedicata a questo mondo, mi dedicherò ad illustrarti i modi per adattarli alla tua fotocamera, marchio per marchio e tipologia per tipologia.

Spero di non averti annoiato e di averti fatto in qualche modo appassionare a questo tipo di attrezzatura economica e d’annata, alla sua storia e alle sue possibilità fotografiche, che sono più lente e riflessive, ma non per questo meno varie, creative e interessanti.

Se ne vuoi sapere di più, insegnarci qualcosa o per ogni altro motivo inerente la fotografia, ti invito a iscriverti al forum di FotoComeFare e a lasciare una domanda o scrivere un messaggio nell’apposita sezione sull’equipaggiamento. Ricordati di verificare prima con la ricerca interna che non ci sia già la risposta ai tuoi dubbi o un topic già dedicato. A presto!

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