Fisico di eccellenza italiano vissuto nei primi del novecento. Per la biografia vi rimando o a Wikipedia, oppure al sito Biografieonline.
Edoardo Amaldi, fisico italiano contemporaneo di Majorana (wikipedia) afferma in un articolo apparso su Repubblica.it:
"Il passaggio a Fisica di Majorana - scrive Amaldi - ebbe luogo al principio del 1928 dopo un colloquio con Fermi. Fermi lavorava allora al modello statistico dell'atomo e il discorso con Majorana cadde subito sulle ricerche in corso nell'Istituto. Gli espose rapidamente le linee generali del modello. Majorana ascoltò con interesse, poi se ne andò senza manifestare i suoi pensieri. Il giorno dopo si presentò di nuovo all'Istituto, entrò diretto nello studio di Fermi e gli chiese, senza alcun preambolo, di vedere la tabella che gli era stata posta sotto gli occhi per pochi istanti il giorno prima. Avutala in mano, estrasse dalla tasca un fogliolino su cui era scritta un'analoga tabella da lui calcolata a casa nelle ultime ventiquattro ore. Confrontò le due tabelle e, constatato che erano in pieno accordo tra loro, disse che la tabella di Fermi andava bene". Amaldi ricorda il fisico come un giovane saraceno dalla carnagione scura, capelli nerissimi, gote leggermente scavate e gli occhi neri ma scintillanti. Insieme, nel 1927,con anche Segrè decisero di frequentare la facoltà di ingegneria ma , ammagliati dal fatto che sarebbe giunti in ateneo Enrico Fermi Amaldi e Segrè decisero di passare a Fisica. L'anno seguente arrivò anche Majorana, dopo un colloquio con Fermi. Fermi era considerato il Papa, ossia l'infallibile, mentre Majorana l'inquisitore per il suo atteggiamento critico. Anche se Fermi era l'insegnante alla fine tra i due scienziati si instaurò un rapporto paritario dovuto anche per le competenze del giovane nella fisica. Nella famiglia di provenienza si può dire che la cultura era di casa infatti uno zio , Quirino, era un nome importante della fisica sperimentale, un altro, Dante, era rettore dell'Università catanese. Sin da bambino Ettore si fece notare per la sua capacità negli studi matematici, era un prodigio nel calcolo diventando, da adulto, un fenomeno tra i fisici teorici. Accadde che Fermi per una settimana studiò un problema e solo il suo pupillo, nell'arco di ventiquattro ore risolse. Purtroppo la sua giovinezza venne funestata dalla morte del padre, figura assai importante per lui e questo lo portò a vivere un periodo di grande dolore che lo segna definitivamente. Dopo un viaggio-studio in Germania, quando ritorna a casa si dissocia dalla vita sociale al punto che rimandava al mittente le lettere che riceveva scrivendo "si respinge per morte del destinatario". Poco dopo un giorno non ritorna più a casa, scompare. Si sa che era su un traghetto che doveva portarlo a Napoli. Da lì si perde ogni traccia ed il fisico entra nella leggenda. Le indagini non portarono ad alcuna soluzione e di Ettore Majorana non si seppe più nulla. Della sua misteriosa scomparsa scrisse Sciascia preferendo l'ipotesi che egli abbia deciso di eclissarsi dalla vita sociale ritirandosi in un assoluto riserbo e silenzio. Da quel giorno, 26 marzo 1938, sono state fatte diverse congetture ma nessuna ha mai portato luce in questa grande ombra. Da poco la procura di Roma ha deciso di riaprire le ricerche. La decisione è stata presa dopo che la trasmissione chi l'ha visto ha intervistato un italiano che, emigrato in Venezuela, nel 1955 circa, afferma di aver frequentato il fisico italiano senza però che questi gli svelasse la sua vera identità. Ma Majorana è stato molto importante per aver effettuato studi molto innovativi per il suo tempo. Afferma Antonio Masiero, direttore della sezione di Padova dell'Istituto di Fisica Nucleare (Infn) che ancora oggi hanno approfondendo il "neutrino di Majorana" compiendo esperimenti presso i laboratori situati all'Infn del Gran Sasso.