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"Courtesy NASA " processing 2di7 & titanio44
Abbiamo deciso di inaugurare la sezione "Missioni Storiche" del nostro sito web, con un primo articolo dedicato al Viking Lander 2, una delle missioni del passato estremamente attuale.
La Viking 2 è stata la seconda sonda del programma Viking inviata su Marte: era costituita da un orbiter e da un lander.
Il veicolo fu lanciato il 9 settembre del 1975 tramite il vettore Titan/Centaur.
Dopo un viaggio di 333 giorni, l'orbiter si inserì nell'orbita marziana il 7 agosto 1976.
Il 3 settembre 1976 alle 19:39:59 UT il lander si separò dall'orbiter dirigendosi verso Utopia Planitia.
L'orbiter continuò ad essere operativo fino al 25 luglio 1978, restituendo in tutto 16.000 immagini e contribuendo, insieme al Viking 1, alla mappatura dell'intero pianeta; il lander rimase invece operativo per 1281 sol e fu spento l'11 aprile 1980 a seguito di un problema tecnico alle batterie.
Il lander atterò circa 200 chilometri ad ovest del cratere Mie ad Utopia Planitia (Latitudine 48,269° Nord - Longitudine 225,990° Ovest), alle 22:58:20 UT del 3 settembre 1976.
Era sostanzialmente una struttura di alluminio esagonale, con lati alternati di 1,09 metri e 0,56 metri, sostenuto da tre piedistalli fissati ai lati più corti.
Il controllo durante la fase di atterraggio era assicurato da 12 ugelli per l'idrazina, in grado di fornire una giusta spinta e regolare l'assetto.
L'energia era prodotta da generatori termici a radioisotopi contenenti plutonio-238.
A grandi linee, possiamo dire che le scelte tecniche attuali non si discostano poi così tanto da quelle di oltre 30 anni fa: nonostante la tecnologia si sia indubbiamente evoluta in questi anni, le procedure giudicate vincenti allora sono ancora utilizzate oggi.
Gli obiettivi del lander erano studiare la biologia marziana, la composizione chimica (organica ed inorganica), la meteorologia, la sismologia, le proprietà magnetiche, l'aspetto e le proprietà fisiche della superficie marziana e l'atmosfera.
Due fotocamere; un braccio robtico per prelevare campioni, dotato di un sensore di temperatura e di un magnete; un'antenna metereologica con sensori di temperatura, direzione e velocità del vento; un compartimento interno per gli esperimenti biologici; un gascromatografo-spettrometro di massa e uno spettrometro a fluorescenza a raggi X. Una suite di strumenti che nulla aveva da invidiare a quella del moderno Curiosity.
Anche il Viking era provvisto di una paletta all'estremità del suo braccio robotico, per prelevare campioni di suolo marziano da consegnare ai laboratori interni.
Proprio ieri abbiamo pubblicato il primo report sulle analisi atmosferiche di Curiosity a Rocknest e a breve, il rover inizierà ad usare per la prima volta il suo gascromotografo per l'analisi atmosferica e di campioni solidi.
Il gascromatografo-spettrometro di massa GCMS è in sostanza due strumenti in uno (un gascromatografo e uno spettrometro di massa) e può separare, identificare e quantificare un gran numero di sostanze chimiche, con un dettaglio differente in base a quanto vengono riscaldati i campioni. Nel 1970 fu indubbiamente un grande risultato riuscire a collocare uno strumento che in genere aveva le dimensioni di una stanza, in una piccola sonda.
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"Courtesy NASA " processing 2di7 & titanio44
L'immagine mostra un primo piano della superficie marziana ripresa dalla Camera_2 del Viking 2 lander.
Il cilindro di circa 30 centimetri visibile sulla destra, è la copertura, espulsa dopo l'atterraggio, della paletta posta all'estremità del braccio robotico. A sinistra, sono visibili alcuni scoop effettuati dal lander.
La foto è stata scattata il 25 settembre 1977 (sol 552) alle 19:47 ora locale ed ha una risoluzione verticale di 512 pixel a 6 bit.
In apertura, invece, il panorama è stato ripreso dalla Camera_1 durante il sol 598 alle 11:50 ora locale.