Titolo: Gli scorridori infernali
Autore: Luca Rocchi
Editore: Tabula Fati
Genere: Giallo storico
Pagine: 48
Prezzo: 5€
Gli scorridori infernali è un giallo ambientato nelle campagne bergamasche nell’anno 1475, nella cornice del conflitto tra Venezia e Milano. Gasparo Barbarigo, il narratore, è un diplomatico veneziano inviato per indagare su alcuni fatti di sangue particolarmente cruenti avvenuti, si dice, a opera di demoni presso il castello di Malpaga, dimora dell’anziano Bartolomeo Colleoni. Tuttavia Barbarigo non è il solo “investigatore” presente a Malpaga. Colleoni, infatti, ha chiamato a sé un vecchio amico, il frate Costanzo da Gandino, per far luce sui misteri che agitano le sue terre.
Ma la scia di sangue, ovviamente, non si arresta e il feudatario ci lascerà la pelle. E, dopo una breve indagine, sarà frate Costanzo a presentare l’identità dell’assassino.
Si tratta di un giallo che segue lo schema del giallo classico, anche se prende avvio quasi come un thriller soprannaturale – ma del resto così era anche per alcuni romanzi di Agatha Christie. Forse uno dei problemi è che dedica più spazio alla presentazione dei personaggi che non all’indagine. E questo è male, perché l’eccessiva prolissità da una parte causa il non rivelare elementi importanti nell’altra. Ma tutto sommato la trama non è malvagia.
Il più grande problema che ho riscontrato è relativo al modo in cui è tratta l’indagine stessa.
Cercherò di riferirmi al testo ma contemporaneamente di essere il più vago possibile, perché nonostante tutto non è bello fare anticipazioni sul finale di un libro. Comunque, a un certo punto della sua indagine, Costanzo si reca in sopralluogo nella casa dei contadini dove è avvenuto il primo omicidio degli “scorridori infernali” e al lettore non è dato sapere quale indizio scopre fino allo spiegone finale. Questa tecnica non è molto corretta, perché priva il lettore del vero scopo per cui sta leggendo una storia del mistero, ossia per risolvere il delitto assieme o più spesso in competizione con l’investigatore. Se il lettore non ha tutti i mezzi che ha l’investigatore per sbrogliare la matassa, quando l’investigatore tirerà fuori dal cappello a cilindro il suo indizio a sorpresa, si sentirà inevitabilmente imbrogliato, perché il suo “avversario” non stava giocando ad armi pari. Purtroppo questa è la sensazione che ho avuto quando frate Costanzo ha rivelato l’identità dell’assassino. Senza contare che il frate detective non arriva alla soluzione mediante un ragionamento basato su prove inoppugnabili, ma solo tramite un’intuizione che poi si rivela corretta.
Per tutti questi motivi, a un lettore appassionato di gialli Gli scorridori infernali non piacerà.
Ma non tutto è perduto. Certo, ormai il libro è edito e quello che è sulla carta rimane sulla carta, tuttavia questo non è uno di quei libri brutti che ti fa venire i cinque minuti in cui inveisci contro tutto il mondo dell’editoria italiana. Avrebbe potuto essere migliore bilanciando più sapientemente la parte di presentazione dei personaggi e la parte di indagine. Sarebbe bastato poco. Peccato.