Gli scudetti della Roma (by Bruce Wayne)

Creato il 25 aprile 2013 da Simo785

S’è sempre detto: la Roma ha vinto tre scudetti. Il primo grazie a Benito Mussolini (che era romanista), il
secondo grazie a Giulio Andreotti (che era romanista) ed il terzo grazie al Giubileo (che coincise con il 2000,
e la Roma vinse lo scudetto nella stagione 2000/2001). E si tratta, indubbiamente, di battute ben riuscite.
Ma di battute, e nient’altro.

Partiamo dall’ultimo titolo, quello che i giallorossi conquistarono guidati da Fabio Capello. Secondo queste
fantasiose ricostruzioni, il club capitolino sarebbe arrivato al primo posto in Serie A grazie ad una specie di
complotto di Palazzo voluto per favorire i commerci di gadget calcistici nella Città Eterna in un momento
di massima affluenza turistica dovuta al Giubileo. Roba che fa venire in mente le parole spese da Karl
Popper nei confronti delle teorie cospirazioniste – quelle che vogliono i nove banchieri ebrei a governare
sul resto del mondo, per intenderci – e la sua considerazione che il complottismo, in effetti, prescinde da
ogni verifica sperimentale. Ma tralasciando l’autore de La logica della scoperta scientifica, viene da fare
un’osservazione molto semplice: la Roma lo scudetto l’ha vinto nella stagione 2000/2001. E, dunque, nel
2001: a Giubileo terminato (visto che il 2001 non è stato anno giubilare). Me lo ricordo ancora il gol che
Batistuta rifilò al Parma durante l’ultima di campionato: una staffilata partita all’Olimpico – che di lì a poco
sarebbe stato invaso dai tifosi poco prima dello scadere del tempo regolamentare – poco prima della prima
estate del nuovo Millennio. Dunque: nisba. La teoria del complotto non regge.

Venendo, poi, agli altri due vien da considerare che Mussolini governò per vent’anni ed Andreotti
ha detenuto il potere per un buon cinquantennio. In vent’anni uno scudetto solo, il Duce, avrebbe
consegnato alla Roma? E lo stesso, a maggior ragione, può essere detto del Divo Giulio: uno scudetto
solo in cinquant’anni? È davvero difficile a credersi. Anche perché, in effetti, Mussolini non era nemmeno
romanista, ma laziale. Insomma: la Roma non ha il “curriculum” delle grandi del Nord. Non togliamole –
peraltro ingiustamente – quel che nel tempo è riuscita a racimolare…


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