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Gli Speciali: Rita Charbonnier, dalla musica alla scrittura con "La sorella di Mozart"

Creato il 28 gennaio 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori, 
Oggi vi presento un'autrice italiana che è anche una donna originalissima, poliedrica e incredibilmente simpatica. Si tratta di Rita Charbonnier, una delle penne più prestigiose di Piemme, oltre che attrice teatrale, musicista e cantante. Noi di Diario l'abbiamo "beccata" mentre era alle prese con il suo ultimo romanzo e lei, gentilissima, ci ha concesso una fantastica intervista.Prima di lasciarle la parola, lasciate che vi parli di questa autrice e del suo stile. 
RICORDO ANCHE CHE C'E' LA POSSIBILITA' DI VINCERE UNA COPIA OMAGGIO DE "LA SORELLA DI MOZART" MESSA GENTILMENTE A DISPOSIZIONE DA PIEMME.
La sua scrittura è molto musicale. Le frasi sono ampie, ben costruite, con un uso sapiente dell'aggettivazione; il ritmo narrativo è uniforme ma non banale, posto a servizio di una narrazione che cura in modo particolare gli aspetti psicologici delle vicende narrate nei suoi romanzi.
E questo rappresenta un altro punto di forza delle opere di Rita Charbonnier: l'approfondimento psicologico attraverso cui il lettore "conosce" i personaggi, vive nelle loro scarpe, in una certa misura. Ogni personaggio, dal protagonista al comprimario, fino alla comparsa è dotata di una tridimensionalità che rende le figure realistiche, pienamente  coerenti con il tempo storico in cui si svolge la vicenda. Non vi sono lunghe descrizioni di ambienti o di luoghi, eppure i dialoghi, il ritmo della narrazione, i personaggi hanno una forza tale, una icasticità così marcata da portare il lettore per mano nella storia, in quella stanza o nel luogo dove si svolge l'azione. Gli affreschi storici della Charbonnier sono basati su rigorose ricerche storiche, riportate nei romanzi e trasfuse nelle storie con autentica passione. Ed è questa, forse, la vera ragione del fascino e della sottile bellezza della scrittura e dei romanzi di Rita Charbonnier: la potenza e l'eleganza, il rigore coniugato alla semplicità in un mix affascinante che lascia il lettore avvinto sino all'ultima pagina.
INTERVISTA ALL'AUTRICE1. Ciao Rita benvenuta nel blog Diario di Pensieri Persi è un piacere averti come ospite. Ti andrebbe di presentarti ai lettori? Sono nata a Vicenza e vivo a Roma in un appartamento piccolo, ma accogliente. Mi piace ascoltare musica, ad esempio Alanis Morrissette, De André, Mozart e Prince (in ordine sparso). Scelta dalla quale si desume che non sono più giovanissima. Adoro le meringhe e le meringate. E i pistacchi tostati. Non necessariamente insieme alle meringhe, anzi direi che la sequenza ideale è: 3 etti di pistacchi con 2 bicchieri di Gewürztraminer, e a seguire 3 etti di meringhe con 2 bicchieri di Passito di Pantelleria. Il tutto alla sera, d’estate, con il sole all’orizzonte che pian piano si tuffa nel mare (seguito dalla sottoscritta sbronza). Scherzo!
2. Hai un bagaglio culturale interessantissimo: hai fatto teatro, musica, scrivi sceneggiature... quale di queste attività ti da più soddisfazione? E’ complicato essere così eclettica (detto con una punta di invidia, eh!) ?hissà se il saper fare tante cose non vuol dire semplicemente che non se ne sa fare bene nessuna… in ogni modo l’attività che mi dà più soddisfazione, la più importante per me, è quella alla quale sono approdata alla bella età di quarant’anni: la scrittura dei romanzi.
3. Nannerl è una figura di grande modernità ma nello stesso tempo, profondamente figlia del suo tempo. Cosa ti ha colpito tanto da indurti a scrivere un romanzo su di lei?La sorella di Wolfgang Amadeus era un genio musicale: questo è un fatto certo e perlopiù ignorato. Mi ha molto affascinata, e mi ha fatto anche soffrire, l’idea che nella famiglia Mozart fossero nati due bambini, un maschio e una femmina, entrambi molto dotati per la musica, e che solo il maschio fosse riuscito a esprimere il proprio talento: la femmina non ne ebbe la possibilità.
4. Credi che Wolfgang si sia mai reso conto di esser stato nefasto per il futuro della sorella o ritieni che non si sarebbe mai posto il problema, attesa la condizione della donna nell’Austria del Settecento?In alcune lettere che sono giunte fino a noi, Mozart loda la sorella per la sua bravura come musicista e la esorta a comporre. Lo faceva perché sotto sotto sentiva che il proprio genio aveva oscurato quello di lei, e cercava di porre rimedio? Non lo sapremo mai. Quello che è certo è che le donne compositrici, a quel tempo, semplicemente non esistevano. Salvo casi rari, come quello della sorella del Principe Elettore di Baviera, che pure è un personaggio del mio romanzo. E non solo rari: eccezionali. Se una principessa vuole comporre, nessuno si stupisce più di tanto, e soprattutto nessuno la schernisce, il che vuol dire molto.

5. Quanto peso ha avuto Leopold nella vita di Nannerl, al di là del romanzo? In molti commentatori hanno scritto che aveva un atteggiamento ai limiti del tirannico nei confronti del celebre figlio. Pensi che Nannerl abbia sofferto per aver perso in giovane età la madre e aver avuto a fianco una figura genitoriale così rigorosa che, di fatto, ha soffocato il suo talento?Parliamo di realtà documentata, quindi. Mi sembra che, dalle sue lunghe e numerose lettere, Leopold Mozart emerga come un uomo ambizioso, manipolatore e forse anche piuttosto disturbato. Nannerl non fu mai capace, come invece fece Wolfgang, di anteporre i propri interessi a quelli del gruppo famigliare né di mettersi in aperto contrasto con il padre. Inoltre, come è naturale, l’improvvisa scomparsa della madre li sconvolse tutti. Anna Maria Mozart morì a Parigi, dove era sola con il figlio, e Leopold e Nannerl non poterono non pensare, almeno per qualche istante, che lo scapestrato giovanotto non l’avesse curata a dovere; ne sorse una conflittualità che non si risolse mai. In queste circostanze Nannerl deve aver molto sofferto, senza dubbio; e quel che è peggio, la sua sofferenza, nell’ambiente in cui viveva, non deve aver goduto di troppa considerazione.

6. Parliamo anche del tuo secondo romanzo: “La strana giornata di Alexandre Dumas”: come mai hai scelto di raccontare una storia che ha più i caratteri di una leggenda?

La storia alla base del romanzo è vera, anche se sembra presa da un feuilleton. La protagonista femminile, Maria Stella Petronilla Chiappini, nacque a Modigliana, in Romagna, nel 1773 e morì a Parigi nel 1843. Nel primo ’800 era molto famosa; era una delle donne più ricche e potenti d’Europa. Quando era all’apice della sua fortuna, venne a sapere di essere stata allevata da una coppia di coniugi che non erano i suoi veri genitori. Scoprì di essere stata scambiata nella culla, lei di nobili origini, con un neonato “di vile condizione”, e credette di riconoscere quel neonato in Luigi Filippo Borbone d’Orléans, Re dei Francesi (1830-1848). Sul trono di Francia sedeva un impostore, il figlio di un vile sbirro italiano! Quando venni a conoscenza di questa vicenda, che al tempo destò grande scalpore, mi colpì molto la questione dello scambio nella culla. Credo che scoprire di non essere figli dei propri genitori sia uno choc in grado di far vacillare la personalità di chiunque.7. La tua scrittura è molto curata, simile a un fraseggio musicale... un largo o un andante per usare termini del linguaggio musicale. Chi ti ha influenzato di più tra gli autori? E quanto ha avuto importanza l’esperienza teatrale nella tua scrittura?Se nella mia scrittura c’è una certa musicalità, suppongo che dipenda soprattutto dal fatto che la musica l’ho praticata fin da piccola, e che fa parte della mia vita. E riguardo al teatro, immagino che aver recitato per diversi anni, su palcoscenici diversi, e accanto ad artisti anche grandissimi, mi abbia dato il senso della disciplina, che nel lavoro creativo è fondamentale. Inoltre a me piace molto scrivere i dialoghi; e il teatro, come sappiamo, è il regno del dialogo. 8. Cosa fai mentre scrivi? Hai un particolare processo creativo?Fondamentalmente mi isolo: rimango chiusa in casa, con il telefono staccato e la connessione Internet disattivata, così da concentrarmi meglio. So che alcuni autori amano scrivere ascoltando musica; per me la musica rappresenta invece una distrazione. A meno che quel che sto scrivendo non riguardi uno specifico brano musicale; in quel caso programmo la ripetizione continuata del brano, mi siedo al pianoforte e suono qualche nota, poi torno al computer e butto giù a ruota libera le immagini che mi appaiono davanti agli occhi…


9. Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai già lavorando a qualche altro romanzo? A maggio uscirà il mio terzo romanzo, “Le due vite di Elsa”, sempre per Piemme. Sto effettuando le ultime revisioni proprio in questi giorni. Sullo sfondo c’è il personaggio di Anita Garibaldi ma la protagonista è un personaggio d’invenzione: una ragazza che vive a Roma all’inizio dell’era fascista e ha alcuni disturbi psicologici causati da un segreto familiare molto disturbante, che le è stato svelato quand’era adolescente e che lei ha rimosso. C’è di mezzo anche la teoria della reincarnazione.

10. Questa era l’ultima domanda. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?  

Per me il rapporto con i lettori è fondamentale, quindi concluderò con una preghiera: contattatemi attraverso il mio sito e blog, e regalatemi le vostre impressioni! Molte grazie allo staff di questo eccellente blog per l’attenzione, e buone letture a tutti.

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