Gli Stati Uniti, tra la vittoria dei repubblicani e la liberalizzazione dell’uso di cannabis a Washington DC

Creato il 05 novembre 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Non solo la vittoria dei repubblicani negli Stati Uniti, che tornano in maggioranza al Senato, ma anche l’avanzamento deciso verso la liberalizzazione dell’uso della marijuana, che potrà anche essere consumata nella capitale, Washington DC, fra l’altro sede della Dea, l’agenzia federale antidroga. Così, sembra che ieri sia stato determinato un grande passo verso il cambiamento, sia in senso politico con la vittoria dei repubblicani, sia con il sì all’uso ricreativo di marijuana in alcuni stati degli Stati Uniti. La vittoria dei repubblicani, che sembrava potersi delineare sul filo di lana, invece è stata schiaccianti che in questo modo hanno ampliato il controllo che avevano alla Camera dei Rappresentanti. Per Barack Obama inizia il periodo più complicato della sua presidenza.

(huffingtonpost.com)

La vittoria dei repubblicani nelle elezioni di “Midterm”. Secondo i primi risultati, i candidati del Great Old Party si sono aggiudicati al Senato almeno 10 dei 13 seggi che erano in bilico, con vittorie in Colorado, Arkansas, Montana, Sud Dakota, West Virginia e Carolina del Nord, oltre all’Iowa, lo Stato dove Barack Obama aveva vinto le primarie dando inizio alla sua corsa verso la presidenza. Alla Camera hanno ottenuto almeno 10 seggi più della scorsa legislatura. Per il partito repubblicano questa vittoria significa “il rifiuto delle fallimentari politiche del presidente Obama”. “Ai repubblicani – secondo il presidente del partito, Reince Priebus – è stata data l’opportunità di guidare il paese in una migliore direzione e i repubblicani alla Camera e al Senato sono pronti ad ascoltare il popolo americano. Speriamo che lo farà anche il presidente Obama”. Il presidente ha affermato questo dopo che è apparso chiaro che il Great Old Party controlla ormai la maggioranza sia della Camera che del Senato, in quella che appare come una chiara sconfitta politica per il presidente democratico Barack Obama.

L’avanzamento verso la liberalizzazione dell’uso della marijuana. Il voto negli Stati Uniti segna un deciso avanzamento verso la liberalizzazione dell’uso della marijuana, che potrebbe presto essere consumata liberamente anche nella capitale, Washington DC, fra l’altro sede della Dea, l’agenzia federale antidroga. Gli elettori di Washington DC, Oregon e Alaska hanno detto sì al consumo di marijuana a fini ricreativi, mentre in Florida il 58% ha votato a favore dell’uso a fini medici ma la misura non è passata perchè serviva una maggioranza del 60%, trattandosi di una modifica costituzionale. Il caso più clamoroso è quello di Washington dove quasi il 65% degli elettori ha approvato una misura che permette il possesso di un massimo di due once di marijuana (57 grammi) e di tre piantine in casa per chi ha almeno 21 anni.

Il progressivo avvicinamento alla liberalizzazione di Washington. Già da questa estate la capitale federale si era allineata ai 17 Stati americani che hanno depenalizzato l’uso della marijuana, rendendolo una semplice infrazione punibile con una multa. Inoltre vari esponenti del parlamento locale sono favorevoli a varare una legge che regoli la vendita della marijuana, con relativa tassazione. In città vi è stato un crescente movimento di opinione a favore della liberazione anche per motivi razziali: se il consumo è equamente ripartito fra bianchi e neri, l’88% degli arrestati per possesso di marijuana erano afroamericani. Washington gode però di uno status particolare in quanto capitale: il Congresso degli Stati Uniti, d’accordo con il presidente, può imporre il veto alle leggi locali.

L’uso ricreativo di cannabis al centro del dibattito nazionale? La questione dell’uso ricreativo potrebbe quindi diventare presto una questione al centro del dibattito nazionale, con un Congresso a maggioranza repubblicana e il primo presidente che ha ammesso di aver fumato “canne” al liceo. Alaska e Oregon hanno intanto approvato l’uso ricreativo, ma anche la vendita, allineandosi con il Colorado e lo Stato di Washington dove questo era già possibile. Tanto che ad Halloween la polizia di Denver aveva messo in guardia i genitori dal rischio che qualcuno donasse leccornie alla marijuana ai bambini che bussavano alle porte per il rito di “dolcetto o scherzetto”. Sono inoltre 23 gli Stati, oltre a Washington DC, dove è lecito l’uso di marijuana a fini medici. Per la legge federale, la marijuana rimane invece una droga vietata di classe 1, come eroina e Lsd.

In Italia c’è chi prova a rilanciare il dibattito. “Dopo anni di tetragona e infruttuosa politica proibizionista, in America sta dunque iniziando una vera e propria riforma antiproibizionista sulla cannabis, basata su un’analisi pragmatica del rapporto costi benefici”, dice il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova. “La legalizzazione consente di rendere più controllabile il mercato in termini sanitari, sottrae profitti alla criminalità, permette alle forze di polizia di concentrarsi su crimini e traffici socialmente più gravi e pericolosi, contribuisce ad attenuare il sovraffollamento delle carceri e decongestiona i tribunali. A questo – prosegue Della Vedova – si aggiungono significative entrate fiscali e la creazione di migliaia di posti di lavoro regolari. L’America aveva sperimentato nel secolo scorso i danni prodotti dal proibizionismo sull’alcol e aveva fatto bruscamente marcia indietro: oggi comincia a scegliere in modo significativo di abbandonare il non più fortunato proibizionismo sulla cannabis, aprendo una strada che – sottolinea il sottosegretario agli Esteri – andrebbe percorsa anche da noi. Come per altri consumi nocivi quali alcool e tabacco, la scelta della legalizzazione, del controllo sanitario, delle campagne di dissuasione e della tassazione rende il consumo di cannabis socialmente meno pericoloso di quanto sia oggi, appannaggio com’è di un capillare mercato criminale e privo di qualsiasi controllo. Decenni di fallimenti spingono ad abbandonare l’ideologia e scegliere la concretezza. Viva l’America!”. (ADNKRONOS)


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