Se è vero quindi che con l’avanzare dell’età episodi di disfunzione erettile sono molto più frequenti, è anche vero che questa patologia non si può assolutamente classificare come disturbo solo della terza età. Molto spesso, soprattutto quando il disturbo colpisce i giovani, è lo stile di vita a influire maggiormente. L’identikit emerso dalla ricerca condotta da un’equipe internazionale diretta da Emmanuele Jannini, andrologo dell’Università dell’Aquila, conferma proprio questa correlazione tra impotenza e stili di vita sbagliati: in generale gli uomini affetti da questo disturbo fanno poca attività fisica (6.1 volte al mese contro le 7 dei “sani”), hanno tassi maggiori di sovrappeso e obesità (72.5% contro il 56.4%), fumano e, in un caso su tre, vivono sotto la soglia di povertà.
Lo studio internazionale ha preso in esame oltre 28.000 uomini italiani, spagnoli, francesi, inglesi e tedeschi e gli ha somministrato test psicometrici riguardo alla propria qualità della vita, alla produttività sul lavoro e alla vita sessuale. I risultati fanno pensare: ben il 17% dei partecipanti ha rivelato di soffrire di impotenza, ovvero, se si considera che quelle analizzate sono le nazioni più popolose d’Europa, questo dato corrisponderebbe a circa 21 milioni di uomini su 125.
Ma i dati più preoccupanti devono ancora arrivare: sempre secondo i ricercatori, infatti, solo il 48% degli uomini affetti da disfunzione erettile consulta il medico, mentre la maggioranza spera semplicemente che il disturbo si risolva da sé, o preferisce addirittura convivere con il proprio problema piuttosto che affrontare la vergogna, seppur comprensibile, e rivolgersi a uno specialista. Inoltre, ben il 68% degli uomini europei affetti da disfunzione erettile non usa i farmaci anti impotenza anche quando gli vengono prescritti da un medico, perché li vede come una palese ammissione del proprio problema.
L’imbarazzo è quindi persino più forte del desiderio di risolvere il problema: gli uomini che soffrono di impotenza aspettano in media due o tre anni prima di rivolgersi al medico, convivendo non solo con il disturbo fisico ma anche con le sue conseguenze psicologiche ed emotive per un periodo di tempo davvero troppo lungo.
La vergogna è il peggior nemico di questi uomini e, se da una parte è comprensibile, dall’altra non fa che peggiorare il problema. Oggi, grazie alla grande disponibilità di informazioni anche online, dovrebbero forse essere gli uomini più giovani ad aprire la strada per tutti gli altri e iniziare ad abbattere questo tabù, superando il disagio e affrontando l’impotenza per quello che è: una reale patologia come tante, addirittura più diffusa di quanto si possa pensare, per cui non c’è assolutamente nulla di cui vergognarsi. La consulenza di un medico è il primo passo per abbattere questo muro di vergogna e riappropriarsi di una vita sessuale serena e appagante.
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