di Pino Cabras.
L’America colpita dalla defezione del dissidente Snowden blinda i suoi segreti. Uno di essi è l’operazione con cui nel 2011 fu liquidata la pratica Bin Laden.
L’America colpita dalla defezione del dissidente Edward Snowden vuole blindare i suoi segreti più imbarazzanti. Uno di questi è l’operazione con cui nel 2011 venne liquidata la pratica Osama Bin Laden. La storia dell’operazione della Delta Force ad Abbottabad era apparsa sin dall’inizio poco credibile, e prima o poi gli scettici avrebbero potuto ottenere documenti diversi dalle patacche fin qui rifilate al grande pubblico con la sonnecchiante complicità dei principali organi di informazione. I militari coinvolti nel blitz sono quasi tutti morti nel giro di due anni (la maggior parte dopo pochi mesi), ma i segreti a volte trovano una strada. Meglio non rischiare, se ti chiami William McRaven e sei l’ammiraglio che comanda le operazioni speciali delle più potenti forze armate della Storia. Così McRaven ha ordinato che i file concernenti l’intervento sul presunto covo di Bin Laden siano rimossi dai computer del Pentagono e messi al sicuro presso quelli più impenetrabili della CIA. Più impenetrabili non tanto nei confronti di ipotetiche incursioni di pirati informatici, quanto verso qualche ficcanaso che osasse acquisire i documenti in forza della legge USA sull’accesso agli atti non ancora diffusi dal governo, il FOIA (Freedom Of Information Act).
Anche sul segreto doveva esserci un segreto: un metasegreto. Nessuno doveva sapere che si trasferivano i documenti. Ma un breve riferimento all’operazione contenuto in una relazione dell’ispettore generale del Pentagono ha indirettamente portato a galla la storia. Il viaggetto dei file alla chetichella dal Pentagono alla CIA eludeva più leggi federali, tra cui il FOIA, ma l’Amministrazione Obama non ha avuto nulla da obiettare. Non ci sorprende, perché da tempo osserviamo le gesta di
Barack Obush.
Continuano così a espandersi – ancora nel 2013 – gli effetti del 2001, quando il doppio shock dei mega-attentati dell’
11 settembre e delle lettere all’
antrace provenienti dai laboratori militari USA costrinse i parlamentari ad approvare a scatola chiusa il
PATRIOT Act, la legge che ha alterato definitivamente l’equilibrio dei poteri a Washington, con effetti globali.
I presidenti passano, ma rimane un nucleo più importante dello “Stato profondo” che non accetta limiti. Questo nucleo del potere non ammette più nessuna normale procedura investigativa, tanto meno nelle forme processuali del diritto occidentale. Ma non è solo questione di giudici: si riducono le possibilità di scrutinio da parte della cosiddetta “pubblica opinione” così come l’abbiamo conosciuta, con alti e bassi, negli ultimi secoli.
Con lo scudo dei segreti, un provvedimento amministrativo dopo l’altro,
l’America sta cambiando forma di Stato. Il nuovo potere costituito non può accettare che si vedano le carte legate all’atto fondativo della nuova costituzione materiale: l’11/9 e dintorni.
FONTE:
http://megachip.globalist.it