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Gli USA non escludono un intervento militare nei confronti dell’Iran

Creato il 13 ottobre 2011 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Paolo Gallazzi il 13 ottobre | ore 10 : 58 AM


Gli USA non escludono un intervento militare nei confronti dell’Iran

Tensione alle stelle tra Stati Uniti ed Iran dopo l’attentato sventato contro l’ambasciatore saudita a Washington Adel Al Jubeir. Dietro l’azione ci sarebbero due persone legate al governo di Teheran ed ora gli Stati Uniti minacciano ritorsioni nei confronti del governo iraniano.

IL PIANO – Eric H. Holder Jr., procuratore generale degli Stati Uniti, martedì aveva annunciato la scoperta di un articolato piano che prevedeva un attacco terroristico sul suolo americano allo scopo di uccidere l’ambasciatore saudita e, contemporaneamente, bombardare l’ambasciata israeliana. Gli iraniani si sarebbero avvalsi dell’aiuto del cartello della droga messicano dei Los Zetas, con i quali avevano stretto un accordo per l’esportazione di tonnellate di oppio dal Medio Oriente al Messico. I Los Zetas avrebbero fornito il killer per l’assassinio di Adel Al Jubeir (per la cifra di 1,5 milioni di dollari) e la squadra d’assalto per l’attacco all’ambasciata iraniana. Previsto anche un secondo attacco, questa volta in Argentina, contro le ambasciate israeliana e saudita.

I PERSONAGGI – gli organizzatori sul campo del progetto sono due cittadini iraniani. Mansur J. Arbabsiar, 56 anni, arrestato il 29 settembre all’aeroporto newyorkese JFK e che lavorava (grazie alla doppia cittadinanza iraniana e statunitense) nella città texana di Corpus Christi come rivenditore di auto usate e Gholam Shakuri, tuttora latitante e con ogni probabilità già in Iran, ritenuto dal Dipartimento di Giustizia statunitense un membro della Quds Force, un’unità speciale delle Guardie della Rivoluzione iraniane, e da qui il sospetto che dietro l’operazione ci fosse il governo di Teheran.

IL COMPLOTTO – le indagini erano iniziate lo scorso maggio quando la DEA (l’istituzione federale statunitense per la lotta alla droga) scoprì, grazie ad un informatore, che riferì il tentativo di coinvolgimento dei Los Zetas in una serie di attentati terroristici. L’informatore era stato infatti avvicinato da Mansur Arbabsiar, ritenendolo un membro del cartello della droga messicano e proponendogli l’“affare”. Nei due mesi successivi le contrattazioni, intercettate e registrate dalle autorità, furono portate avanti. Arbabsiar avrebbe pagato 1,5 milioni di dollari ai Los Zetas per l’assassinio dell’ambasciatore saudita mentre si trovava in un ristorante di Washington ed in agosto fu versato il primo acconto di 100.000 dollari sul conto dell’informatore. A questo punto Arbabsiar volò a Città del Messico per fare da garante per il pagamento dell’intera somma pattuita alla morte dell’ambasciatore, ma le forze di polizia messicane, accordatesi con il governo degli statunitense, catturarono immediatamente il terrorista iraniano e lo estradarono negli Stati Uniti dove fu messo agli arresti.

LE REAZIONI – Per il Segretario di Stato americano Hillary Clinton la parola d’ordine è fermezza.

E’ il tipo di atto avventato che mette a repentaglio l’intero sistema internazionale. L’Iran deve essere ritenuto responsabile di un atto che rappresenta una violazione palese delle leggi americane e del diritto internazionale e una promozione del terrorismo. Gli amici e i partner degli Stati Uniti e la comunità internazionale collaborino per isolare Teheran

L’Iran nega qualunque coinvolgimento e parla di uno “scenario precostituito per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica americana dai problemi interni agli Stati Uniti”, ma a Washington il presidente della Commissione parlamentare sulla Sicurezza interna degli Usa, Peter King, non va per il sottile:

Sul tavolo ci sono tutte le opzioni e non si può escludere anche una risposta militare

Il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, ha dichiarato che il complotto per l’assasinio dell’ambasciatore saudita sul suolo americano “costituisce una violazione gravissima della legge internazionale con serie implicazioni internazionali”.

UNA NOVITA’ ASSOLUTA – Ma per quale motivo l’Iran avrebbe voluto colpire l’Arabia Saudita?
Tra Iran ed Arabia Saudita non corre buon sangue. La caduta di molte dittature nordafricane e le rivolte in atto in altri Paesi del Medio Oriente hanno creato una forte instabilità politica che Iran ed Arabia Saudita sono decise a sfruttare per allargare le rispettive sfere di interessi. Ma anche in uno scenario di questo tipo il motivo dell’assassinio dell’ambasciatore saudita non trova una risposta plausibile. Inoltre, secondo gli esperti di anti-terrorismo, il modus operandi degli attentatori rappresenta una novità assoluta. Il governo iraniano non ordina operazioni di assassinii da più di trent’anni e, soprattutto, non attentati negli Stati Uniti. Questa operazione pare infatti segnare un netto cambio di direzione dell’attività di sponsorizzazione terroristica iraniana.

L’ONU – ora l’intero dossier del complotto iraniano è al vaglio del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e potrebbe essere in arrivo un nuovo pacchetto di sanzioni contro la repubblica iraniana.

Sosterremo qualsiasi misura che faccia pagare all’Iran le proprie responsabilità

Così ha commentato il premier britannico David Cameron. Al momento la strategia di isolare l’Iran sembra funzionare ed anche se l’amministrazione Obama dichiara di temere un’escalation le parole del vicepresidente Usa Joe Biden non lasciano dubbi:

E’ di fondamentale importanza unire tutto il mondo, l’opinione pubblica del pianeta. E’ il modo più sicuro di ottenere risultati

e poi aggiunge:

Si tratta di un atto atroce di cui gli iraniani devono esere chiamati a rispondere


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