Gli X-Men e i benefici delle 6 “D”

Creato il 10 marzo 2012 da Investiresemplice

Dopo una settimana di forzata assenza, rieccomi qua per darti 6 nuovi e preziosi strumenti. Oddio, di nuovo per me non c’è molto, considerato che seguo questi principi da circa 20 anni, e considerato che mi hanno sempre premiato, sono ancora dell’idea della loro “attualità”

Anche se, in generale, non amo particolarmente il cinema americano “fracassone” targato Marvel (spiderman, the punisher, hulk co.), trovo che il messaggio di X-Men sia semplice e molto positivo. Il film prende spunto dai fumetti che nascono nel 1963 e che diventano oggetto di diverse opere cinematografiche per il piccolo e grande schermo americano, degli ultimi 30 anni. La pellicola che ha portato però, al grande pubblico le gesta di Wolverine, Magneto, del Professor Charles Xavier & co., è del 2000. Oltre agli indiscutibili effetti speciali che deliziano gli appasionati del genere, è secondo me apprezzabile il messaggio che X-men (o mutanti) portano alla società: l’accettazione del diverso, e della natura umana con i pregi e difetti di questa condizione, da parte della società e dello status quo, che fa di tutto per ostacolare al tranquilla e pacifica vita dei nostri beniamini. Un bel film di fanta-azione, che dice anche “qualcosa”.

Proprio come i protagonisti dispongono di particolari abilità psico-fisiche diverse tra loro ( Wolverine ha un’esplosiva forza fisica, mentre Magneto ha nelle facoltà telecinetiche il suo punto di forza), cosi anche un bravo investitore dovrebbe costruire nel tempo un portafoglio che contenga, nel suo insieme, tutti i pregi dei singoli strumenti che lo costituiscono. Questo perché? perché come già detto più volte, non esiste l’investimento in assoluto “migliore”. Ogni soluzione ha, i propri punti di forza e, ahinoi, i suoi punti di “debolezza”. Quindi in base a quanto abbiamo già affrontato parlando di pianificazione finanziaria, dovremmo accuratamente scegliere quali “piante” mettere nel nostro giardino finanziario.

Oggi quindi ritorniamo alle origini dei concetti di pianificazione finanziaria: oggi parliamo di diversificazione. Anche se c’è chi in senso “spregiativo”, con un pò di “puzza sotto il naso” sostiene che la diversificazione di investimento è la ricetta per gli ignoranti, io credo, molto pragmaticamente, che sia una strategia intelligente da utilizzare per gestire i propri risparmi. Infatti il pubblico dei risparmiatori quasi mai, dispone di informazioni di qualità perché non ha il tempo di acquisirle ne, talvolta, le necessarie competenze per “leggerle” e “comprenderle”.

Quindi, badando la sostanza, sotto di diversificazione! I 6 X-Men, che ci occorrono hanno tutti molta importanza, tuttavia te li vado ad elencare, per importanza decrescente: dal più importante a quello meno…

1) La diversificazione temporale. La più importante. e’ quella che realizza più delle altre la pianificaizone finanziara. Occorre avere, come già detto in altri articoli decine di volte, diverse posizioni di investimento, con differenti scadenze, per differenti “bisogni” e obiettivi.

2) La diversificazione tra titoli. Me l’hai già sentito dire, lo ripeto anche qui. Mai investire su di un unico titolo (concentrazione, il contrario delle diversificazione…). Molto meglio privilegiare strumenti che ti consentano, anche con importi microscopici (tipo € 100) di investire in 100/200 “posizioni” e anche di più a volte. Come ? ad esempio con fondi, o ETF…Se succede un “crash” ad una società/paese/economia, avrà l’effetto di un acquazzone estivo. Non comprometterà i risultati della tua pianificazione. Non scommettere mai! non c’è rendimento che valga la sicurezza del tuo patrimonio!

3) La diversificazione geografica. Cerca di replicare la composizione dell’economia reale. USA, EUROPA e altre aree, con pesi differenti, dovrebbero essere nei tuoi portafogli. L’Italia, per tua conoscenza, pesa meno dell’1% di tutta la capitalizzazione mondiale. Io non investo espressamente in Italia, da almeno 10 anni!Con il tuo consulente, puoi realizzare, degli aggiustamenti “tattici” in base al momento e alla situazione economica del momento, senza discostarti tanto dai pesi “reali”.

4) La diversificazione settoriale. Anche qui è importante avere nel portafoglio una buona “rappresentazione” dei settori economici che producono ricchezza reale. La diversificazione geografica e settoriale sono interdipendenti, tra loro. Ti faccio un esempio, se investi sul mercato americano, quindi stai realizzando la diversificazione geografica, stai certamente investendo anche nei settori di quella economia. Come anche se investissi nel settore chimico mondiale, andresti anche a comprare indirettamente, azioni di diverse società sparse in tutto il mondo. Dove c’è una diversificazione, c’è anche l’altra e viceversa. Tuttavia sono due “approcci” diversi. Quello geografico rimane, il più importante tra i due.

5) La diversificazione per potenziale di crescita. Da diversi anni le aree a maggior potenziale di crescita sono quelle asiatiche. Questo ha prodotto, in alcuni casi una vera e propria “moda” di investire. Oggi il continente africano e azioni del sud-est asiatico sono le vere realtà emergenti. Brasile, Russia, India e Cina (BRIC) sono orami economie in via di consolidamento. Non più emergenti. Nella tua squadra di investimento, anche questi strumenti non dovrebbero mai mancare

6) La diversificazione per tipologie di strumenti. All’aumentare del tuo patrimonio, puoi rendere sofisticata, la scelta di strumenti da inserire nel tuo portafoglio. Intendo dire che potrai avere, fondi, etf, conti correnti, conti deposito, polizze, fondi pensione, polizze puro rischio. Tutto è utile, e nessuno è tale da rappresentare l’unica soluzione di investimento. Parola d’ordine: diversifica! Attento però, diversificare non vuole dire, frastagliare o sminuzzare, senza senso. Anche alla diversificazione c’è un limite.

Secondo te, tu hai un portafoglio di investimento ben diversificato?


Lasciamo un commento o domanda, sarò felice di risponderti.


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