Gli Zombie hanno invaso l’edicola. The Walking Dead si tinge di “rosa”

Creato il 27 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Fight the dead, fear the living (combattere i morti, temere i vivi) è uno degli slogan The Walking Dead, la serie incentrata su un mondo devastato da un’apocalisse di zombie, in cui pochi esseri umani lottano per sopravvivere. Storicamente, al cinema come in letteratura, la figura dello zombie sembra trovare terreno più fertile durante i momenti di crisi. Mito moderno partito un po’ in sordina, e arrivato, con un’inarrestabile avanzata, a conquistarsi un posto d’onore nella gerarchia teratologica: adesso siedono direttamente alla destra dei vampiri che, inguaribili snob, li guardano con sufficienza arricciando le narici.

Il morto che cammina impone riflessioni di un certo peso sulla nostra società, ponendo l’accento su uno dei massimi quesiti esistenziali dell’uomo. Chi siamo, cosa facciamo e dove andiamo. In questo senso, le storie diventano specchio deformato di una realtà in crisi e partecipare al loro flusso narrativo significa contribuire a una specie di catarsi collettiva, in cui riflettere sul senso di un mondo che sta per finire. “La sola ragione per cui potrebbe durare è che esiste”. Questa di Charles Baudelaire potrebbe essere la perfetta epigrafe di The Walking Dead, di cui è appena iniziata la quinta stagione. E forse spiega uno dei motivi del successo planetario della serie che negli Stati Uniti vanta il primato della serie più vista di tutti i tempi sulla tv via cavo. Lo show ha oltre trenta milioni di fan su Facebook, quasi tre su Twitter. Un indice di share che è già entrato nella storia con 16 milioni di telespettatori solo in America.

Sarà per la maestria di Frank Darabont (Il miglio verde, Le ali della libertà, tre volte candidato all’Oscar) che ha sviluppato la serie, andata in onda per la prima volta negli Usa la notte di Halloween, il 31 ottobre 2010. Merito dell’idea, che poggia il senso sui fumetti creati da Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard, diventati un cult in pochissimo tempo. Delle scene d’azione e degli incredibili effetti speciali. Questa non è specificamente una storia “di zombie”, né un racconto “horror”, ma una vicenda profondamente umana, di persone costrette a vivere una situazione estrema e a trovare il modo non solo di sopravvivere, rievocando l’antesignano Lost, ma anche di restare, appunto, umani. In controluce filtrano alcuni dei temi più pressanti dell’agenda internazionale (le armi batteriologiche, la diffusione di grandi epidemie), ma anche riflessioni profondamente alate: l’apocalisse è una condizione causata dall’uomo stesso, che sfrutta le risorse del pianeta in modo sconsiderato, portandolo verso un inevitabile collasso. Per chi non l’avesse mai vista, The Walking Dead racconta il mondo alla deriva dopo il diffondersi di un virus che trasforma i morti in walkers che vagano in branco alla ricerca di vivi da azzannare.

Puntata dopo puntata, ci si chiede come gli esseri umani reagirebbero dopo la caduta della civiltà e alla luce della disperazione che ne segue. Innestando un senso di dipendenza da zombie che vibra nelle ossa, che ha tenuto con il fiato sospeso persino il maestro dell’horror Stephen King, rapito dalla serialità dei trecentoquarantanove zombie eliminati con pistole, fucili, coltelli, balestre, remi, machete, spade, asce, tubi, martelli, armi multiple, mitragliatori, piedi di porco e poi pietre, scarponi, arco e frecce. Non certo quel che si può definire un massacro banale o ripetitivo. Abbiamo dimenticato qualche dettaglio? Volete rivivere il risveglio dal coma dello sceriffo Rick Grimes (Andrew Lincoln), sopravvissuto alla tragica distruzione del mondo da parte dei morti viventi, in un’inedita versione? Presto fatto, basta andare in edicola e approfittare di un prodotto completamente nuovo che unisce i fumetti e la serie televisiva.

Dal 29 ottobre la Gazzetta dello Sport pubblicherà tutte le prime quattro stagioni di The Walking Dead in dvd, con il fumetto da cui la saga è tratta (per avere un’idea: http://goo.gl/EWC8I3). Il primo episodio, per esempio, è cambiato molto: vi troverete di fronte a 20 minuti di immagini mai trasmesse in tv. Non mancheranno interviste al cast, racconti sulla produzione, backstage. Potrete fare un giro sul set con il protagonista Andrew Lincoln, entrare in sala trucco dove nascono gli amatissimi strangers e, a un certo un punto, potrete anche trovarvi su un camper insieme al sopravvissuto Dale Horvarth. La collana si distingue per completezza, cura, ricercatezza, e per la ricchezza dei materiali extra, che per i fumetti, composti da 3 episodi ciascuno, con copertine mai pubblicate in Italia, di 96 pagine ognuno, di cui 32 a colori con contenuti extra e chicche inedite, materiali dai magazine italiano e americano dedicati alla serie, notizie sulla nascita di fumetto e serie tv, sui legami tra i due, e interviste ai protagonisti. C’è aria di zombie. L’alba dei morti viventi, dal 29 ottobre, ha un nuovo inizio.

di Valeria Ventrella per Oggialcinema.net


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