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GliAgentiRaccontano… Alla conquista dell’€uro: Francia 1960

Creato il 10 marzo 2016 da Agentianonimi

Dopo mesi di preparativi ed organizzazione, dopo clamorose rinunce ed eliminazioni arrivò il giorno del tanto atteso calcio d’inizio. La Francia nel lontano 1960 ospitò il primo Campionato Europeo di Calcio, torneo che presto diventerà il più importante titolo continentale.

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L’idea geniale

Il Campionato Europeo di Calcio nasce poco prima del 1960 in un periodo molto delicato per via dei precari equilibri, interni all’Europa, dovuti alla Guerra Fredda. Grazie al disgelo tra le potenze militari dell’Est e gli Stati Occidentali la Uefa, nella persona del segretario generale Henry Delaunay, decise di promuovere il primo Torneo Continentale aprendo le iscrizioni a tutte le Nazionali. Delaunay può essere considerato, a tutti gli effetti, il padre degli Europei di Calcio, tanto che lo stesso Torneo inizialmente prese il nome di Coppa Delaunay.

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L’inizio non fu entusiasmante, molte nazioni importanti decisero di snobbare la competizione rifiutando di iscriversi. Tra queste ricordiamo la clamorosa assenza di Nazionali come Germania Ovest, Inghilterra e Olanda ma anche Belgio, Svizzera e Scozia. I motivi dei rifiuti furono molteplici, a cominciare dall’imminente inizio delle qualificazioni ai Mondiali di Cile 62, per terminare con gli impegni dei Club nelle competizioni internazionali. L’ultimo motivo, senza dubbio il più importante, fu lo scetticismo sull’effettiva riuscita della competizione. Grazie però all’ostinatezza e alla caparbietà degli organizzatori si arrivo al calcio d’inizio con 17 squadre in gara, per la maggior parte provenienti dall’Est Europa.

Qualificazioni, formula e primi gol!

La formula del torneo prevedeva una prima fase di turni ad eliminazione diretta, con gare di andata e ritorno. Le partite vennero disputate nei rispettivi Paesi mentre Semifinali e Finale, stavolta a gara unica, si sarebbero disputate in una delle quattro Nazioni che avrebbero raggiunto l’ultima fase del torneo.

Irlanda e Cecoslovacchia si affrontarono nel primo scontro ad eliminazione diretta, un vero e proprio spareggio per decretare l’ultima formazione che avrebbe composto la griglia degli ottavi di finale. Gli irlandesi vinsero per 2-0 a Dublino il 5 Aprile 1959 ma poco più di un mese più tardi uscirono sconfitti per 4-0 nel match di ritorno giocato a Bratislava.

Ecco la griglia degli ottavi di finale:

URSS – Ungheria

Francia – Grecia

Romania – Turchia

Norvegia – Austria

Jugoslavia – Bulgaria

Germania Est – Portogallo

Polonia – Spagna

Danimarca – Cecoslovacchia

Dopo mesi di sfide e incontri si qualificarono ai quarti Francia, URSS, Romania, Austria, Jugoslavia, Portogallo, Spagna e Cecoslovacchia. I risultati più eclatanti furono il 7-1 del match d’andata tra Francia e grazie e il 7-2 complessivo con cui gli spagnoli eliminarono la Nazionale polacca.

Ai quarti di finale i veri valori vennero fuori insieme alle 4 finaliste del torneo. L’URSS eliminò con un complessivo 6-0 la Spagna di Di Stefano(complice il diktat del generale Franco di non disputare la partita a Mosca), la Francia superò l’Austria con il risultato di 9-4, 6-3 il parziale di Jugoslavia – Portogallo e infine 5-0 della Cecoslovacchia contro la Romania.

Le fasi finali

Lo Stato scelto per disputare semifinali e finali fu proprio la Francia: il Velodrome a Marsiglia e il Parc des Princes a Parigi gli stadi che ospitarono dal 6 al 10 Luglio le ultime e decisive partite del torneo.

I padroni di casa furono eliminati dalla Jugoslavia con un rocambolesco 5-4. La Francia, orfana dei trascinatori della squadra Kopa, Piantoni e Fontaine, subì la clamorosa rimonta slava nonostante il risultato di 4-2 a metà del secondo tempo.

La seconda semifinale seguì il pronostico con la facile vittoria dell’URSS sulla Cecoslovacchia per 3 reti a 0. La squadra Russa arrivò in finale da super favorita alla vittoria finale.

La Finalissima

Al Parc des Princes di Parigi si sfidano due squadre in quello che può considerarsi un derby “comunista”: gli ex-compagni sovietici contro i rinnegati titoisti. Entrambe le squadre sono formate da un grande collettivo: mentre i russi hanno un rosa più attrezzata, con più esperienza e con il futuro pallone d’oro Yashin a difendere i pali, i cugini balcanici hanno una squadra più giovane e tecnica, approntata ad una nuova modalità di gioco che si sta sviluppando nell’Est Europa: passaggi corti, doti atletiche eccelse, meno tattica e fisicità ma molta tecnica. In palio, oltre che il trofeo, c’è anche la dignità: infatti 8 anni prima la Russia perse la finale olimpica proprio contro i cugini e la squadra venne insultata pesantemente dalla stampa al ritorno in patria.

Il primo tempo vede la Jugoslavia in netto predominio sull’URSS, complice un terreno impregnato d’acqua e poco amico ai bolscevichi, che subiscono le offensive dei rivali con gli ispirati Kolic e Sekularc. Quasi allo scadere arriva il vantaggio degli jugoslavi: tiro-cross di Jerkovic, e tap-in vincente di Galic, attaccante del Partizan Belgrado, al minuto 43esimo.  Nella seconda frazione di gioco sale in cattedra il fenomeno, il Ragno nero Lev Yashin, che compie parate epocali che tengono in gioco i suoi, permettendogli di arrivare ai supplementari. Sì, si sforano i tempi regolamentari perchè Metreveli pareggia i conti dopo appena 6 minuti dall’inizio della seconda frazione di gioco, dopo una presa difettosa del portiere avversario su un tiro di Bubukin.

Si va ai tempi supplementari. Primo tempo che vede i russi andare più vicino al vantaggio, anche se vada vicino alla vittoria la Jugoslavia, ma l’errore sottoporta di Jerkovic porterà alla sconfitta della sua nazionale, dopo il gol di  Ponedelnik nel secondo tempo. Sconfitta e Olimpiade vendicata, l’URSS è Campione D’Europa!

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Esperimento riuscito?

Mah, sicuramente non tanto. Purtroppo la competizione che ne è nata è una cosa troppo lontana dai Mondiali e dalle Olimpiadi che in quegli anni riscuotono ancora successo nel mondo del calcio. Nonostante l’ottimo spettacolo offerto dalle squadre in campo, purtroppo i risultati in termini di spettatori sono stati molto deludenti. Mancando anche grandi nazionali, i media hanno snobbato inizialmente la competizione, vista come una sfida tra le grandi dittature europee.

Però se da un lato le colpe sono soprattutto politiche, siamo in periodo della Guerra Fredda con svariate dittature in giro per il Mondo, dall’altro questa “prova” di Europeo riscuote pian piano consensi nei paesi “liberi” e più propensi a competizioni continentali. Si aggiungeranno, nel corso degli anni, radio, giornali e televisioni che insisteranno sulla bontà e sull’utilità di continuare con questa competizione. Dall’edizione del 1964 anche le dissidenti federazioni si ricrederanno e ritorneranno sui propri passi, andando a creare la competizione più importante dell’Europa continentale.

E l’Italia?

La nostra Nazionale decise di appoggiare la decisione di Inghilterra e Germania e rifiutare l’invito alla manifestazione europea. Questa scelta portò a diverse critiche soprattutto da parte della stampa e degli addetti ai lavori. La federazione scelse di mantenere un profilo basso per evitare altre figuracce dopo le recenti eliminazioni ai Mondiali, l’ultima subita nel 1958 per mano della modesta Irlanda del Nord. Molti esponenti e personaggi legati al nostro calcio parlarono di una vera e propria occasione persa per gli Azzurri che avrebbero potuto e dovuto sfruttare questo torneo per tornare ai livello di qualche decennio prima.

I campioni più attesi!

Il primo Campionato Europeo si rivelò ricco di fuoriclasse, nonostante l’assenza di alcune storiche nazionali come Italia, Germania, Inghilterra e Olanda. I campioni più attesi furono ovviamente Alfredo Di Stefano, il francese Kopa e il leggendario portiere Lev Yashin. Il ragno nero fu l’unico estremo difensore nella storia del calcio a vincere il pallone d’oro.

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A cura di Vito Lecce e Gianluca Zanfi.

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