Nella storia ultracentenaria del gioco del pallone esistono tante storie, racconti di campioni insuperabili e di squadre invincibili, storie di battaglie interminabili, di gesti eroici e di lacrime amare. Esiste una squadra, anzi una Nazione, che si lega in maniera viscerale, quasi indissolubile, a questo sport, un Paese che ha fatto del calcio una vera e proprio filosofia di vita. Nessuno ha vinto tanto quanto i Verdeoro del Brasile. Una squadra mitica e affascinante, storicamente fondata sul gioco allegro, spensierato, tecnico e vincente, una squadra che il 30 Luglio 2002 conquistò il 5° titolo mondiale.
#GliAgentiRaccontano presenta, Brasile Pentacampeon: il Fenomeno Ronaldo sul tetto del Mondo!
Ci sono alcuni paesi e villaggi del Brasile che non hanno una chiesa, ma non ne esiste neanche uno senza un campo di calcio.
Eduardo Galeano
Gli uomini di Felipão
Senza dubbio pensando al Brasile, vengono in mente tanti aggettivi ma difficilmente legati al calcio “scolastico”, difensivo e conservatore. La storia di questa Nazionale è ricca di campioni e fuoriclasse, funamboli e giocolieri, veri e proprio cultori del bel giuoco. I verdeoro hanno spesso offerto spettacolo dalla metà campo in su anche a discapito di una retroguardia non proprio impenetrabile. La sfida di Felipe Scolari è proprio la necessità di dare equilibrio ad una squadra piena di tecnica in mezzo al campo, con un duo d’attacco devastante e con due terzini che giocano da Ali. L’intuizione geniale porta ad un modulo inconsueto per la Seleçao: il 3-4-1-2.
In porta Marcos, estremo difensore molto affidabile diventato, dopo 20 anni nel club, bandiera del Palmeiras. Il difesa Lucio, Edmilson e Roque Jonior, tre centrali dai piedi buoni già abituati al calcio europeo. Esterni di centrocampo, terzini o ali, due fuoriclasse assoluti, tra i migliori interpreti nel loro ruolo della storia del calcio, Cafù a destra e Roberto Carlos e sinistra. Gilberto Silva, che passerà poi all’Arsenal, e Kleberson, la diga davanti alla difesa. Dietro le punte un ragazzo 22enne destinato a fare la storia del Barcellona di nome Ronaldinho, e per concludere una delle coppie d’attacco più forti e meglio assortite mai viste su un campo di calcio, Rivaldo ed il Fenomeno Ronaldo.
Passeggiata fino ai quarti
Il mondiale NippoCoreano inizia nel migliore dei modi per il Brasile che raggiunge senza problemi i quarti di finale. Gli uomini di Scolari giocano bene, segnano e fanno impazzire i tifosi asiatici e tutto il mondo davanti alla Tv. Nel Gruppo C arrivano tre vittorie su tre, 11 gol fatti e 3 subiti ma due arrivati a qualificazione ormai conquistata. Agli ottavi la vittima sacrificale è il sorprendente Belgio, 2-0 e quarti in cassaforte. La costante è sempre la stessa: Rivaldo – Ronaldo, i due attaccanti segnano sempre, quattro partite giocare e quattro partite con la loro firma sul tabellino dei marcatori. Il resto del Mondo è avvisato, non sarà una passeggiata vincere contro questo Brasile.
Il resto del Mondo
Mentre il Brasile segna e convince le Big falliscono clamorosamente, le illustri eliminate ai gironi sono Francia, Argentina e Portogallo. I transalpini chiudono all’ultimo posto del gruppo A con zero vittorie e zero gol segnati. Esce anche l’Argentina, grande favorita per la vittoria finale, nel girone vinto dalla Svezia davanti all’Inghilterra. Ed alla fine, anche se non ai gironi, usciamo anche Noi. L’Italia è, senza ombra di dubbio, una della squadre più forti del mondiale, una delle migliori Nazionali in assoluto. Veniamo eliminati dall’arbitro Moreno contro i padroni di casa della Corea del Sud. Una partita vergognosa segnata da un arbitraggio ai limiti del ridicolo andata in scena in mondovisione. Gli azzurri del Trap avrebbero potuto vincere, ma questa è un’altra storia…
Le gare decisive
Ai quarti l’ostacolo si chiama Inghilterra, allenata da Sven Goran Eriksson. Gli inglesi giocano un calcio diametralmente opposto al Brasile, è uno scontro totale tra due filosofie di gioco, la difesa contro l’attacco. Alla fine Scolari porta a casa la vittoria nonostante lo svantaggio iniziale di Owen e l’inferiorità numerica nella ripresa. L’uomo decisivo stavolta è Ronaldinho, giocoliere e rifinitore nel recupero della prima frazione per il pareggio di Rivaldo e autore di una punizione folle e perfetta a inizio ripresa. Brasile in semifinale.
L’ultimo gradino da superare è la vera e propria rivelazione del torneo, ovvero la Turchia. Le due squadre si incontrano per la seconda volta, nel gruppo C la Seleçao riuscì a vincere per 2-1. I turchi giocano bene e riescono a chiudere tutti gli spazi, Rustu in porta è insuperabile, forse per la prima volta dall’inizio della Coppa del Mondo, Scolari pensa di non farcela. Ma proprio nel momento decisivo della manifestazione, il giocatore più forte del mondo decide di entrare nella storia. Ronaldo Luís Nazário de Lima o semplicemente il Fenomeno sale in cattedra e vince non solo la partita contro la Turchia, con il gol più bello di tutto il mondiale, un tiro di punta che si infila nell’angolo basso, come solo i più grandi sanno fare, ma anche la finale contro la Germania. Segnerà solo e soltanto lui da questo momento in poi, le sue reti, 8 in 7 match, gli regaleranno il titolo di capocannoniere ed il secondo pallone d’oro della sua carriera. Una carriera che forse, stando a alle dichiarazioni di alcuni tra i più titolati addetti ai lavoro, tra tutti Paolo Maldini, avrebbe portato il Fenomeno a diventare, senza ombra di dubbio il più grande giocatore di tutti i tempi, ma questa è un’altra storia…
La Finale
Ronaldo trascina il Brasile in finale, ma adesso viene il bello. Scolari sa bene che un secondo posto avrebbe lo stesso valore di un’eliminazione al primo turno. Quando alleni il Brasile e sei ad un passo dal quinto titolo mondiale, in finale è ammesso un solo risultato. I tedeschi sono una grande squadra, hanno subito un solo gol in tutta la manifestazione, dall’Irlanda al 92′ minuto, Oliver Kahn capitano e miglior portiere del torneo è in uno stato di forma impressionante. Ma il Fenomeno ha deciso di vincere e non c’è niente da fare. Dopo un primo tempo bloccato a metà ripresa Silva pesca Ronaldo, progressione pazzesca stoppata da Linke, il brasiliano cade a terra, si rialza e con la foga del mediano più incallito strappa la palla ad un distratto Hamann. Il Fenomeno si impossessa della sfera, si appoggia a Rivaldo e scatta in direzione della porta chiamando il passaggio di ritorno, Rivaldo alza la testa e tenta il tiro. Il sinistro è debole ma accade l’impensabile, il segno del destino. Kahn fallisce la presa, Ronaldo ha seguito l’azione e come un falco sulla preda si avventa prima di tutti sulla corta respinta del portiere. Brasile in vantaggio, 1-0.
Il gol scuote le certezze dei tedeschi, Scolari sa che è momento di affondare il colpo e incita i sui a non mollare. Minuto 33, Kleberson spinge sulla fascia destra ed effettua un cross rasoterra, Rivaldo finta il controllo e lascia scorrere il pallone per Ronaldo. Controllo perfetto, destro chirurgico rasoterra sul primo palo, 2-0. Un gol che certifica la grandezza di Ronaldo, freddo e lucido nella conclusione, davanti a 70 mila spettatori, nella partita più importante della storia del Brasile. Il Fenomeno solo contro il portiere controlla e segna, ,nessuna esitazione, nessun errore, un destro imparabile, una traiettoria perfetta. Nel segno di Ronaldo, di Rivaldo, di Scolari, il Brasile è Pentacampeon, la Nazionale più vincente della storia del Calcio.
“È incredibile poter lodare il portiere del Brasile per la prima volta nella storia”
Pelé su Marcos, il portiere del Brasile Campione del Mondo nei Mondiali del 2002
A cura di Vito Lecce e Gianluca Zanfi