Tredicesima settimana, esami del sangue, referto: tutto perfetto, valori “da invidia” a detta della mia ostetrica, tranne uno, con un bell’asterisco che mi fa tremare: la glicemia. Valori di riferimento 70-91, risultato 100.
Prima reazione di delusione: avevo anche pensato di non fare la mini curva glicemica questa volta, non mi va l’idea di bere tutto quel po’ po’ di glucosio e non tanto per la bevanda in sè (io sono ghiotta di dolci, adoro lo zucchero da mangiare anche a cucchiaini… a stomaco vuoto poi quel bicchiere di acqua dolce mi ha sempre fatto l’impressione di una “trasgressione legalizzata”!), quanto piuttosto perché penso che un carico di zuccheri così elevato possa non fare bene al mio bimbo.
Poi, però, ho ripensato a quel valore e qualcosa mi è sembrato strano. La dicitura sotto il risultato mi ha colpita: “SU INDICAZIONE DELLE LINEE GUIDA PROPOSTE DALLA CONSENSUS CONFERENCE ITALIANA RELATIVE ALLO SCREENING E ALLA DIAGNOSI DI DIABETE GESTAZIONALE (MARZO 2010)” soprattutto per la data… marzo 2010… poi guardo la descrizione dell’esame e leggo “Glicemia in gravidanza”, non mi pare ci fosse scritto così le altre volte.
A questo punto ripesco le vecchie analisi. Anno 2000, prima gravidanza, GLICEMIA 94, nella norma. Anno 2002, seconda gravidanza GLICEMIA 92, nella norma. Questa volta sono fuori i valori della minicurva al quinto mese: 144 su un valore massimo di 140. Mi fanno fare la curva completa e, al secondo prelievo c’è un nuovo asterisco: 199 anziché 190. Manca ormai poco alla nascita di Luca, non prendo l’appuntamento col diabetologo, come prescritto dalla ginecologa e proseguo la mia gravidanza in tutta tranquillità: i valori non mi sembrano così follemente alti e io mi sento benissimo. Anno 2009, terza gravidanza, GLICEMIA 103, nella norma. Anno 2011, quarta gravidanza, GLICEMIA 100, diabetica.
Fino al marzo 2010 i valori di riferimento erano quelli comuni a tutte le altre persone: 60-110. E io ero “sana”, le mie gravidanze “fisiologiche”. I valori sono stati cambiati. Ora sono di 71-91 e io sono “diabetica”, la mia gravidanza “patologica”. Il fatto è che tutte e tre le gravidanze precedenti sono state “patologiche”, se le guardo con i valori di riferimento attuali. Ma io non ho mai sviluppato il diabete, i miei figli sono nati tutti sani, a termine (tutti e tre puntuali a 39+5!) e con pesi nella norma (3,055 kg – 3,640 kg – 3,720 kg).
Aggiungo qualche altra riflessione prima di accantonare definitivamente il “problema”: nessun diabetico in famiglia. A mia mamma e a me, alla nascita hanno fatto tutti i controlli del caso: ero nata di 4,520 kg. Nulla, niente diabete, glicemia nella norma.
Per me l’argomento è chiuso, ho avuto valori più alti due anni fa, all’inizio della gravidanza di Febe, quindi, se ero “fisiologica” allora lo sono anche adesso. Non farò nemmeno la minicurva, così come avevo già deciso. Nemmeno dieta, se non quella che il mio corpo mi indica: se fuori gravidanza io adoro zuccheri, dolci, cioccolata, durante le gravidanze prediligo di gran lunga il salato… E così mantengo la mia solita dieta seguendo l’istinto e “le voglie”.
Questo per me. Io che mi sto autogestendo la gravidanza, con qualche consulenza dell’ostetrica che seguirà il parto e che inizierà con le visite tra qualche tempo. Ma per una primipara? Per una donna che oggi riceve l’esito del suo esame del sangue? Come sarà la sua gravidanza? Quante donne rientrano in questa nuova “patologia”? Che nuova non è, ma che ora interesserà moltissime donne in più. Quante di loro passeranno 6 mesi (perché prima non sapranno di essere “malate”) di privazioni e stress? Di visite e controlli? Magari di insulina? Punturine sul dito ogni 2 ore? Monitoraggi precoci? Per finire, magari, con un’induzione a 38 settimane per “diabete gestazionale”…
Vorrei chiarire che non sono contraria a priori ai farmaci, ai controlli, alle diete. Se i valori schizzano alle stelle, se in famiglia esiste già qualcuno che ha questa malattia, se ci sono reali fattori di rischio, allora un po’ di attenzione va bene. Quello che non riesco a digerire di questa cosa è il fatto che la decisione di abbassare questo parametro in gravidanza rovinerà l’attesa a moltissime donne (e, in conseguenza allo stress che ne deriva anche ai loro bambini in pancia) che avrebbero potuto vivere nella tranquillità della fisiologia se solo fossero rimaste incinte due anni fa!