I numeri dicono che Instagram è uno dei maggiori tassi di crescita, anche in Italia dove da gennaio a luglio di quest’anno ha visto aumentare gli utenti attivi di un milione di unità (secondo i dati Audiweb). In particolare uno degli elementi che colpisce di più guardando i dati relativi a questa piattaforma è che l’87 % degli utenti attivi sia compreso nella fascia di età dai 17 ai 34 anni: ovvero proprio la fascia di età con la quale le testate giornalistiche tradizionali hanno maggiore difficoltà a catturare l’attenzione.
Questa però non è l’unica particolarità di questa piattaforma: l’altra caratteristica è che la differenzia della maggior parte degli altri social (Facebook, Twitter per citarne due a caso, o Pinterest per dirne un altro) è che nei post non è possibile mettere link attivi nei post (l’unico link attivo è quello del profilo), possono essere messe hashtag e mention, che rimandano ad argomenti e utenti all’interno della piattaforma ma non collegamenti attivi che generino traffico diretto a un articolo o la home page di una testata. È un aspetto che cambia completamente e il paradigma con il quale viene utilizzato dai giornali (e non solo) dove l’ossessione è far cliccare sul link condiviso e generare traffico, con conseguente fenomeno dei click-bait (qualunque cosa si intenda con questo termine) e compagnia cantante.
Questo spiega perché spesso le testate giornalistiche non sappiano trovare l’approccio giusto a questa piattaforma per tentare di sfruttarla al meglio, date un’occhiata agli account ufficiali dei maggiori quotidiani italiani. Perché allora utilizzare Instagram se non si portano a casa miriadi di click? Una risposta, molto semplice, sta nei numeri che citavo all’inizio: è un “luogo” dove sempre più persone si ritrovano, interagiscono e condividono “cose” (belle, meno belle, intelligenti e meno intelligenti come molti altri luoghi di aggregazione a questo mondo). E per di più come già detto del pubblico più giovane. Se vogliamo seguire il buon vecchio detto “go where your audience goes” Instagram non può essere ignorato. Il problema e trovare un modo intelligente di utilizzarlo al meglio. Qui la strada è per forza sperimentare. BBC News ad esempio si è inventata Instafax dove l’utilizzo della funzione video di Instagram (durata massima 15 secondi) e del testo (che comunque può contenere fino a 2.200 battute) è pensata per dare comunque, nella sinteticità del mezzo, una notizia nella sua completezza.
Di questi argomenti e di molto altro abbiamo parlato – il sottoscritto e Gianpiero Riva – nel workshop “Instagram per il giornalismo” che si è tenuto sabato 15 novembre a Glocal14, in particolare Gianpiero che è uno dei punti di riferimento in Italia per chi utilizza Instagram e più in generale per chi vuole usare lo smartphone per fotografare, ha dato diverse “dritte” tecniche credo davvero molto utili.
Qui del workshop trovate le mie slide, quelle di Gianpiero e l’ottimo storify realizzato dal social media team di Glocal.
Poi, come sempre, se avete domande o richieste di approfondimento potete farle anche qui utilizzando i commenti o l’area community
[View the story “Insta­gram per il gior­na­li­smo ” on Sto­rify][immagine di copertina tratta da http://instagram.com/gettyreportage ]