Glozel, Maimoni di Cabras, Etruria: l'acrofonia e la spettacolarità della scrittura arcaica per immagini pitica, šardan ed etrusca (I)

Creato il 16 giugno 2011 da Zfrantziscu

Museo di Glozel

di Gigi Sanna
Il 18 di Luglio si saprà, con ogni probabilità, se il giudice monocratico dott. Enna, riterrà il sottoscritto e l'amico Silvio Pulisci colpevoli o innocenti di aver consegnato in ritardo, incorrendo nella penale della legge Urbani, il frammento di bronzo di 1 cm di lato recante dei minuscoli 'piedini' (0,2 cm di h) di un bronzetto che al massimo poteva avere 3 cm di altezza. Ho detto già in un post a commento di qualche giorno fa che l'attenzione generale (anche giudiziaria) si è incentrata sui detti 'piedini' mentre, paradossalmente, essa deve essere trasferita sulla base dove essi insistono. Il perché, con la solita sagacia, lo ha già detto la dott. Aba Losi che ha capito da tempo, da quando cioè c'è stata la dimostrazione assoluta che nella barchetta di Teti si trovava il pugnaletto ad elsa 'gammata' scritto, che bisognava stare attenti perché gli oggetti nuragici cultuali (e non solo gli oggetti ma anche i monumenti) o per agglutinamento di lettere o per il principio dell'acrofonia (principio su cui si basa particolarmente la scrittura nuragica di ispirazione semitica mediorientale) potevano essere scritti. E la 'base' del reperto è scritta e quindi ha valore ai fini della realizzazione del manufatto, come si vedrà, mentre i piedini no, perché nella raffigurazione del bronzetto essi non 'contavano' come non contano mai in nessun bronzetto. E dire che se, putacaso, si fosse rinvenuto solo un quadratino irregolare di 1 cm di bronzo, senza quei piedini, a quel frammento sul piano archeologico non si sarebbe data, praticamente, rilevanza alcuna!  Leggi tutto