'Gna Fo.

Da Doppiogeffer @DoppioGeffer
Che non so manco se si scriva realmente così. Però, voglio dì, chiarisce il concetto, no? Inoltre, di questi tempi, quanto di quello scritto nel magico mondo di internet risulta esser corretto?
Cioè, quanti "puLtroppo", "anSi", "nel mentre" e compagnia bella girano? Oh, forse son più loro delle persone che, in questo preciso momento, stan nascendo.Perchè l'ignoranza dilaga, bla bla....è tutta colpa della trash-tv.......è colpa dei giovani d'oggi che non hanno valore (moneta esclusa)...Sarà, ma non è certo questo l'argomento di oggi.
"E allora di cosa parleremo, di come fare lo shatush ad un calvo?".
Perchè no? Infondo sarà pure calvo, ma sarà per certo pelo-munito in altre zone più o meno baciate dal sole. Indi per cui poscia non vedo perchè non possa sottoporsi allo shatush.
Ma siccome son tanto buona e tra poco è ora di cena e non voglio certo rovinarvi l'appetito, ho deciso che non parleremo nemmeno di questo.
Diciamo, più che altro, che oggi ci si butta un poco sullo sfogo premestruo.
Perchè la qui presente, povera anima pia "crocefissa alla mensa" (cit.), in questo caldo secondo semestre ha non uno, non due, non tre ma ben 5 GIORNI A SETTIMANA di laboratori.
Laboratori dove devo filtrare, cristallizzare, separare, bollire, misurare, indicare, osservare, evaporare e, preferibilmente, non morire.
Laboratori dove entriamo con della normale Coca-Cola (sì, proprio quella) ed usciamo con una puzza di acido fosforico addosso incredibile.
Laboratori dove un cristallo lo sciogliamo, lo ricristallizziamo, lo risciogliamo e lo mettiamo a bollire (per sport).
Laboratori dove passi dieci minuti per preparare la soluzione e 46 per attendere che il grafico dell'UV-Vis sia pronto.
Laboratori che durano OTTO ORE con solo un'ora di pausa per:
-mangiare
-urinare
-reidratarsi
-drogarsi
-dare segnali di vita alla propria famiglia/al proprio fidanzato
-ricordarsi che lì fuori esiste un mondo migliore
-piangere.
Laboratori dove attentano alla mia salute posizionandomi vicino becker di 400 ml pieni di un'elemento con cui non posso assolutissimamente entrare in contatto (o che, per lo meno, non posso nè ingerire nè inalare).
Insomma, roba da chimico.
Divertente, estenuante, poco retribuito, pericoloso e appagante mestiere di chimico.
Che se fosse solo questo, alla fin fine, si potrebbe pure fare.
Certo, cinque giorni a settimana di laboratori comportano tanti sacrifici che non giovano nè al proprio ego nè a gli occhi di chi ti incontra per strada....però cos'è bene fare? Distillare o depilarsi le gambe prima che assumano la stessa pettinatura del cugino Itt? Truccarsi e apparire carine perdendo però tempo, o spuntare in facoltà con i capelli a pazza, i baffi folti e la maglietta con su stampato Snoopy sporca di chissà cosa (ma puntuali)? Mettere lo smalto o ricordarsi di portarsi dietro il deodorante? Viene prima il chimico o la donna? L'uovo o l'integrale definito (cit. prof di Analisi2)?
Sono scelte di vita. Se non fosse che, oltre a questo avanti e indietro con matracci, beute e burette, ci sarebbe da studiare.
Ed è subito sera (in tutti i sensi).
Calendario alla mano, tabelle davanti, ceri votivi ed il mostro "ogni momento è buono per studiare" prende il sopravvento.
In aula studio tra un gruppo di giocatori incalliti di briscola e un gruppo di vamp che bevono caffè con ginseng masticando biscottini di tofu.
Sull'autobus cercando di trattenere i conati di vomito dovuti alla puzza d'ascella che invade l'area circostante (e non solo).
Sul treno cercando di tirare una linea retta con l'evidenziatore pur essendo sballottolata a destra e a manca.
Ovunque, dovunque e comunque.
Al punto tale che, dopo cena (e dopo l'aver preparato qualcosa per il pranzo dell'indomani che sia preferibilmente mangiabile in 0,5 secondi), ormai stanca e sfinita, davanti alla puntata numero 8 della prima stagione di Stargate, io capisco fischi per fiaschi. O meglio, capisco:
-"Telescoppi" (telescopi)
-"Medaglia al VAPORE" (al valore)
-"Drago" (Vago)
e tanto,tanto altro ancora.
Ma, per fortuna, tra venerdì e sabato mi allontanerò dai libri per quasi 24 ore.
E mi sentirò in colpa per le successive 48.