Go, go, second time virgin

Creato il 19 marzo 2014 da Samuelesestieri
«Non sono triste. Io non piango, non sono triste... io non sono niente».
La terrazza come universo narrativo a se stante, dove sdraiarsi sotto la pioggia e parlare, ridere sanguinanti, schiaffeggiarsi, uccidere, correre e cantare mentre si guarda il resto di un mondo che non ci conosce più.
Il jazz avvolge il giorno e la notte e tra le immagini di un manga scorgiamo una foto di Roman Polanski e Sharon Tate.
Alla fine non rimangono che due cadaveri su una strada.
Girato in quattro giorni a bassissimo budget, Go, go, second time virgin di Koji Wakamatsu è il potente racconto di come la rabbia e il dolore siano diventate ormai (siamo nel 1969) le uniche forme di comunicazione.

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