Quella più accreditata e condivisa è quella raccontata da Claudio Moretti nel suo libro “1001 storie e curiosità sulla grande Juventus che dovresti conoscere”. Secondo lo scrittore, tale soprannome sarebbe nato nella stagione 1956-57, quando la Vecchia Signora scendeva in campo con una maglia che per tessuto e forma era più simile a una larga camicia con un ampio scollo a V nella parte anteriore. Quando i calciatori correvano, l’aria che entrava da questa scollatura provocava un rigonfiamento all’altezza della nuca dando appunto l’idea di una gobba. I primi a notare questo connotato furono i tifosi del Torino nei loro cori. Tale versione è stata riportata anche dall’attuale direttore di SkySport24, Fabio Caressa, durante la cerimonia d’inaugurazione dello Juventus Stadium l’8 settembre del 2011.
Secondo altri invece, il termine “gobba” allude all’ idea di fortuna: tempo fa, infatti, esistevano alcune credenze per cui toccare una gobba sarebbe di buon auspicio. In tal caso, anche il soprannome “Vecchia Signora” potrebbe significare “signora con la gobba”. Le ultime due versioni sarebbero nate negli anni successivi all’interno delle tifoserie delle due principali squadre piemontesi. Per gli juventini, la gobba rappresenterebbe il punto più alto di un colle dal quale la squadra è costretta a guardare tutte le altre compagini dall’alto verso il basso. Al contrario, secondo i tifosi granata la “gobba” bianconera sarebbe il frutto di un continuo inchinarsi dei bianconeri di fronte allo strapotere del “Grande Torino”, una delle squadre più forti di sempre vincitrice di 5 scudetti consecutivi tra il 1942 e il 1949, deceduta nella tragedia di Superga del 4 maggio del ’49.