God Breaker di Luca Tarenzi

Creato il 27 dicembre 2013 da Laleggivendola @LaLeggivendola
E dunque, prima recensione post-Natale. God Breaker di Luca Tarenzi, edito da Salani nel 2013. Autore di cui, oh oh oh, vi riparlerò presto e volentieri e di cui avevo già chiacchierato trattando di Quando il diavolo ti accarezza.Difficile non fare cenno alle conoscenze leggendarie/mitologiche di Tarenzi, che vengono allegramente sparse nel corso del libro come una pioggerella di piccole ottime pensate. La meraviglia.C'è Liàthan, questo dio guerriero di quattromila anni che è riuscito ad adattarsi alla modernità solamente grazie all'uso protratto e indiscriminato di alcol e droghe. E poi c'è Edwin, questo ragazzo di cui inizialmente si vede soltanto la rabbia, tanto forte da accecarlo e renderlo ingenuo, che odia Liàthan con tutto se stesso. La notte di Capodanno Edwin si imbuca alla festa di Liàthan e gli propone un patto: chiede a Liàthan di tagliargli la testa con un sekhem (arma di origine angelica) e, se sopravviverà, toccherà a lui fare lo stesso al dio, l'anno seguente. Liàthan, essendo essenzialmente un presuntuoso, orgoglioso imbecille, accetta. Peccato per lui che Edwin riesca ad andarsene sulle proprie gambe, con la testa sotto braccio.Ci sono più fili narrativi: il presente di Liàthan che deve scoprire come fare a evitare di farsi ammazzare nel giro di un anno da Edwin, il presente di Edwin che architetta la propria vendetta, l'infanzia di Edwin e il presente di Molly, la prostituta ventitreenne che sa tutto di Edwin per via del legame che si è creato involontariamente tra loro e cerca sia di salvarlo che di tenerlo a distanza.Una trama corposa, piena di storie e volontà che si incontrano, intrecciano e ostacolano. Eppure non è una corsa se non alla fine, la narrazione procede a passo sostenuto. In questo si differenzia molto da Quando il diavolo ti accarezza, decisamente più svelto e pregno di combattimenti. In God Breaker la violenza c'è eccome – ed è anche ben scritta, per la mia intensa gioia – ma non è più in primo piano. Quando il diavolo ti accarezza l'avevo definito 'Awesome', esaltante in termini di violenza. In God Breaker al centro di tutto ci sono i personaggi, il loro carattere, la loro storia e come questa li ha modificati. I contrasti sono più intimi, non so se mi spiego.Una cosa che ho particolarmente adorato è il fatto che i ruoli attanziali si confondono e disperdono man mano che si prosegue con la lettura. 'Buono' e 'cattivo' sono parole vuote, senza senso. Non c'è una vittima definita, almeno non nel presente della storia. Le motivazioni si perdono nel tempo, l'odio si dissolve nel disprezzo e poi nella pena.Piccola cosa – oddio, non proprio 'piccola', diciamo 'non necessaria' ma tanto bella – che ho gradito è la comparsata di personaggi provenienti da Quando il diavolo ti accarezza. Si vede che Tarenzi ci tiene, ai suoi personaggi. Non li ha tirati dentro a God Breaker a forza, per pura nostalgia, sono ben integrati e la loro presenza è più che motivata e non eccessiva. Però sì, mi ha fatto piacere rivederli.L'unica pecca, per me, è il finale un po' troppo... vabé, non lo dico perché sennò si subodora lo spoiler. Però ecco, mi ha fatto un po' storcere il naso.Per il resto... perfetto. La questione dei Patti coi materiali, l'Architetto, il Fungo, la Caccia, le Corti... trovate stupende.Superfluo specificare che lo consiglio un sacco.
Vi segnalo che sulla pagina facebook del libro, qui, è in corso un contest veramente interessante e vi consiglio di darci un'occhiata.

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