E vi basti sapere che persino io me medesima, colei che ama Elvis più di sua madre, non ha assolutamente nulla da ridire sull'ultima frase. Pensate un po'. Cito poi, sempre testualmente, un sms inviato a due colleghe a concerto appena appena appena finito: "Per quel che mi riguarda potrei pure morire ora!" Eh, si, perchè un concerto del Boss, di base, è una cosa sovrumana, qualcosa che ti dici tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita, qualcosa che proponi un po' a tutte le persone a cui tieni e con cui vorresti vivere insieme un momento speciale. Di base, ho detto, perchè se invece vogliamo parlare del concerto di giovedì scorso a San Siro, ragazzi miei, chevvelodicoaffà, unbelievable. Ci tengo a precisare che io di musica non ne capisco un cazzo. E con questo voglio dire che a me dei nomi dei componenti della band, dell'anno in cui è uscito un album, dei pettegolezzi dietro, dello show business, non me ne frega niente, io voglio la musica, quella che mi fa stare bene, che mi fa sorridere e sentire viva. E il mio Bruce svolge in maniera porca questo lavoro, quindi non aspettatevi critiche musicali o altro da questo post, solo le mie nude e crude emozioni.
Ma andiamo con ordine. Ho iniziato a sentire un pelo di adrenalina se mi fermavo a riflettere che sarei andata al concerto, dal giorno prima.
Il giorno del concerto ho preso mezza giornata di ferie, mi sono ingozzata alle 12.50 con una pizzetta, alle 13 sono schizzata fuori dall'ufficio. A casa mi sono sciacquata e cambiata e come una scheggia alle 14.45 ero a Pero, sui gradini della casa di Albo ad attenderlo. Fortunatamente è arrivato in men che non si dica, ci siamo fatti un caffettino, abbiamo cazzeggiato un attimo e poi siamo partiti alla volta dello stadio. Parcheggio super tattico a Lampugnano tra le case, senza manco pagare (righe bianche), c'incamminiamo verso il mostro di cemento, prato e anelli ed entriamo. Raggiungiamo sul pratone i cugini e lo zio che è fresco fresco d'infarto e che è voluto venire uguale, io lo guardo e gli dico una cosa del tipo "Sappi che se stai male, io me ne sbatto il cazzo". E lui invece per ricambiarmi, mi racconta tanti pettegolezzi e curiosità delle rock star, affascinante. Ci vuole una birretta per calmarci, l'accattiamo e lei, svolge il suo porco lavoro.
Aaah. E quindi c'assettiamo e attendiamo, siamo proprio attaccati alle transenne che dividono noi cazzoni comuni mortali da quelli che coi loro super poteri hanno atteso non so quanto e sono stati ammessi davanti al palco. Stronzi. O Super Eroi. Boh. Dopo un po' arrivano anche Pol e Pola e tra un panino con la porchetta e un'altra birretta e una tappa ai cessi chimici, usciamo belli carichi e ci ritroviamo tutta la gente che poco prima era seduta e sdraiata e scazzata a terra, tutta bella in piedi e carica. Le informazioni che mi giungono sono: inizia prima, alle 20, gli hanno tolto il divieto di suonare oltre la mezzanotte (nel 2008 s'era beccato una bella multina di pare un milioncino di euri per aver sforato di 15 minuti, omaggio della cara Letizia Moratti), gli hanno concesso 2 decibel in più rispetto al normale. Ge - sù, penso.. Iniziamo ad accalcarci verso la calca, arrivano le 20 e non si vede nessuno, si chiacchiera nervosamente di cazzate, partono cori, c'è gente che lo chiama. Niente. Albo vuole fare la prova e vedere se riesce a tenermi sulle spalle, come gli chiedo di fare da mesi ormai, proviamo e sento il mio dolce peso far tremolare il suo corpicino, ma WOW, che colpo d'occhio al palco, ragazzi..Non funziona, non posso ucciderlo così, ha tutta una vita davanti.
Scendo. E io non vedo un cazzo. Va beh. Ci stringiamo sempre di più, io sorrido come una cogliona con un'emiparesi. Sono le 20.16, niente. Le 20.24, ancora niente. Quella sarà stata l'ultima volta che ho guardato l'ora. Poi sono entrata nell'onda e quando parte la colonna sonora di Once Upon a Time in America, del mitico nazionale Ennio Morricone, l'intero stadio non è nient'altro che un grande formicaio di formichine impazzite. Io per prima. Un brusio stordente ci circonda, poi arriva la band e lui per ultimo.
CIAO MILANO!!SIETE PRONTI? SIETE PRONTI? SIETE PRONTIIIIIIIIIIII????????????
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!
CAZZO, SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Ecco l'inizio del concerto, potete fermarvi al minuto 4:20 per sentire il primo pezzo, We take care of our own e quando lui fa le lodi di Milano, San Siro e del suo pubblico, ammettendo che siamo sempre i numeri uno, ALWAYS THE BEST!
E da lì tutto a salire poi con Wrecking Ball e la mittica Badlands! E si, saltare e ballare e dimenarsi in mezzo a 60.000 persone follemente esaltate! C'è stato poi il momento lento con diverse canzoni, alcune non le conoscevo, purtroppo, ma le conosceva si Mario Merola, il tizio di fianco a me soprannominato così da Pola perchè ad ogni inizio canzone faceva una scenata di folle amore e incredulità, Respect! Beh, ragazzi, è inutile fare la lista delle canzoni cantate, sono 33 e vi tedierei, oltre al fatto che a breve vorrei andare a dormire (il tirocinio in pasticceria mi sta facendo superare delle soglie di stanchezza che manco sapevo esistessero). Sappiate che non so come e perchè, ma dopo questa che linko qui ora, la mia mascella dropped down e il mio apparato fonatorio ha articolato: "Sticazzi........"
A volte canzoni una dietro l'altra, senza prendere fiato, altre volte minuti di lui che parla della crisi mondiale, del terremoto in Emilia in cui esorta tutti a non arrendersi:
Lui che fa salire bambini e ragazze sul palco (brutte puttane...), come in Waiting on a Sunny Day e Dancing in the Dark
Ma lo vedete com'è?!!! Che fico assurdo, di uomini così non ne fanno più, mie care, giusto per citarlo, "Taj Mahal, the pyramids of Egypt, are unique I suppose/But when they built you, brother, they broke the mold"
Alla fine delle 3 ore e 40 minuti di questo SPETTACOLO eravamo morti e ci chiedevamo come cazzarola lui facesse a resistere a questi ritmi. Dopo averci concesso una scoppiante Twist and Shout, essersi strappato la maglia e avermi provocato un orgasmo multiplo che mai ancora nella mia vita passata presente e futura,
lui e la band sono scesi dal palco e se ne sono andati via. E io ho avuto un ricciolo di magone in fondo alla gola e mi sono chiesta se quella fosse l'ultima volta di me agonizzante di gioia davanti a lui.
E boh, chi lo sa, so solo che è stato bellissimo e che si, vale almeno un anno di vita.
Boss dei miei sogni, keep on rocking in this crazy world, we need you!!!!!
Vi lascio con quello che secondo me riassume tutto quello che ho detto e scritto:
p.s. Ora Vasco mi fa letteralmente caccare, ma il Boss è sempre il Boss!