Nel 1999 numerosi fenomeni elettromagnetici fanno scoprire dopo un crollo in una miniera delle Filippine, due crisalidi di M.U.T.O. ( acronimo che sta per Massive Unidentified Terrestrial Organism ), di cui una vuota. La larva, che si nutre di radiazioni , arriva a una centrale giapponese distruggendola e uccidendo la moglie del dottor Brody.
Loro figlio, Ford , ora è un artificiere dei Navy Seals e si trova nel 2014 a fronteggiare un pericolo mai visto: dalla seconda crisalide si è distaccata una larva volante che ha distrutto la base e che si deve riunire a quella scappata nel 1999.
Sono un maschio e una femmina e vogliono nidificare nella zona di San Francisco.
Falliscono tutti i piani dell'esercito americano per distruggerli, anche l'uso di armi nucleari, ma rimane un unica speranza: Godzilla .
E il mostro preistorico non si fa attendere combattendo eroicamente contro i due M.U.T.O., sfruttando a suo favore l'aiutino umano, e dopo aver compiuto la missione tornando nella profondità degli oceani...
Quando ero bambino, un cinema annesso alla Chiesa era il posto in cui conobbi il mito di Godzilla.
Finita la messa domenicale ci si fiondava tutti al cinemino parrocchiale e si aspettava impazienti finché non si abbassavano le luci e cominciava il film.
E tra innumerevoli visioni, c'erano anche parecchi film di Godzilla, l'originale giapponese, protagonista di una serie di pellicole piuttosto corposa e per la maggior parte in bianco e nero.
Ecco perché Godzilla per me era importante e fui letteralmente inviperito con la versione disaster movie che tirò fuori Emmerich una quindicina di anni fa.
Conoscendo il suo lavoro precedente non posso non notare i punti di contatto tra i suoi due film:il tema della sopravvivenza della specie , i due mostri che devono nidificare ( in Monsters c'era una curiosa scena d'amore tra due di queste "creature"), una prima parte in cui viene tutto ammantato di tenebra ed in cui sembra tutto fatto apposta per nascondere piuttosto che per mostrare ( e questa è la differenza tra i film low budget e i blockbuster milionari: i primi devono fare di necessità virtù, i secondi devono sparare in faccia al pubblico tutta l'opulenza possibile in termini di effetti speciali), Edwards insomma si mette al timone di un blockbuster da 160 milioni di dollari con lo stesso approccio con cui aveva girato il precedente film che non arrivava neanche al milione di dollari di budget.
Sicuramente una soluzione interessante, autoriale se vogliamo ma che fa attendere fino allo spasimo lo spettatore che , come me, è affamato di Godzilla come dell'aria per respirare.
E qui si attende tanto per vederlo, troppo e non bastano le anticipazioni parziali durante il film.
Dicevamo di un approccio da definire autoriale, nel senso lato del termine: Edwards propone una storia piuttosto complessa, con diversi rimandi avanti e indietro nel tempo, quasi ignorando che al cinema chi vuole vedere Godzilla vuol vedere mostri che menano le mani, o meglio quelle cose che hanno al posto delle mani.
Una cosa che ho apprezzato è quel richiamarsi quasi ossessivamente al Goijra originale con gli umani che sono solo esseri insignificanti e impotenti di fronte alla grandezza del mostro, ho poco gradito invece la sua trasformazione repentina in eroe universale salvatore di tutto il globo terracqueo oltre ai continui rimandi al disastro nucleare di Fukushima
Per carità, nulla di male nell'accogliere la creaturona squamata tra i buoni, ma questa cosa è gestita con la solita retorica hollywoodiana che, chi mi conosce, odio con tutte le mie forze.
Altra piccola considerazione: l'anno scorso ci fu un altro film che prese i miei sogni da bambino e me li resituì in una forma filmica che molto apprezzai: parlo di Pacific Rim in cui provai vette di esaltazione degne del me bambino.
Edwards ha fatto lo stesso con Godzilla: ma non ha ottenuto lo stesso risultato di Benicio del Toro.
Il mio mito da bambino è stato rimasticato e un pochino anche maltrattato.
E non si maltrattano così i miti e i sogni di un bambino....
( VOTO : 5,5 / 10 )