Sono abbastanza sicuro di averlo sentito dire, gol del espíritu, da Altafini, in un qualche giorno di una qualche telecronaca. Un attimo dopo un qualche “incredibile ammisci”. Era un gol dalla linea di fondo, di quelli impossibili, che serve una traiettoria sghemba, un soffio, una spintina. E un pallone.
Stamattina, in riva al mare, ho segnato un gol del espíritu. Mi mancava la partita del lunedì dove quel tipo di gol è più impossibile del solito a meno che il portiere, per un attimo, non venga colto da paralisi. Ero sulla sabbia, piedi nudi, Galeano taccuino in mano. Una palla gialla come la maglia del Brasile. Un piede sinistro. Una linea di fondo immaginaria, una porta che non c’è, un guardiano invisibile. Un tocchettino, la palla verso l’area piccola, una cunetta, una curva lieve.