Sono state annunciate ieri a Los Angeles le nomination per la 72esima edizione dei Golden Globe Award, che verranno conferiti nella metropoli californiana il prossimo 12 gennaio. I Golden Globe, considerati l’anticamera degli Academy Award, sono da sempre riconosciuti come un’importante indicazione proprio per le successive candidature ai premi Oscar. Poche le sorprese, mentre la maggior parte delle previsioni non sono di certo state disattese; Birdman raggiunge il numero più alto di nomination, ben sette, seguito da Boyhood e The imitation game, con cinque candidature a testa.
Nella categoria per il miglior film drammatico il grande escluso è L’amore bugiardo – Gone girl di David Fincher; per il resto scontate le candidature dell’acclamato Boyhood di Richard Linklater, insieme a The imitation game, Selma – La strada per la libertà di Ava DuVernay, con David Oyelowo nei panni di Martin Luther King, La teoria del tutto del premio Oscar John Marsh e Foxcatcher di Bennett Miller, con un trio d’attori d’eccezione come Steve Carell, Channing Tatum e Mark Ruffalo. La candidatura più rilevante nella categoria miglior commedia / musical è quella della pellicola a stampo teatrale Birdman di Alejandro González Iñárritu, che dovrà vedersela soprattutto con la vena bizzarra e visionaria di Wes Anderson e il suo Grand Budapest Hotel.
A completare le nomination ci sono l’interessantissimo Pride, pellicola a tematica omosessuale e ambientata in Gran Bretagna a metà anni ’80, nel pieno dell’epoca thatcheriana, St. Vincent di Theodore Melfi, che vede Bill Murray nell’ennesimo ruolo iconico della carriera, e il musical disneyano di Rob Marshall Into the woods, con Meryl Streep. Decisamente più combattuta la categoria per il miglior regista, con nomi altisonanti come David Fincher per il sottovalutato (perlomeno ai Globe) L’amore bugiardo – Gone girl, Wes Anderson per Grand Budapest Hotel, Richard Linklater per il lunghissimo e originalissimo progetto ultradecennale Boyhood, Alejandro González Iñárritu per Birdman e l’unica donna in corsa, Ava DuVernay, per la regia di Selma.
Tra gli attori, nella categoria per il miglior interprete in un film drammatico ci sarà una dura battaglia tra Steve Carell per Foxcatcher, Eddie Redmayne per La teoria del tutto, Benedict Cumberbatch per The imitation game e Jake Gyllenhaal per Lo sciacallo; leggermente staccato David Oyelowo nei panni di Martin Luther King in Selma. Nella categoria per il miglior attore in un film commedia o musicale parte con i favori del pronostico Michael Keaton, in odore anche di nomination all’Oscar, per Birdman, seguito da Ralph Fiennes direttore del Grand Budapest Hotel, Bill Murray per St. Vincent, Joaquin Phoenix per Vizio di forma e Christoph Waltz, fresco di stella sulla Hollywood Walk of Fame, protagonista maschile nel nuovo film di Tim Burton, Big eyes.
Tra le attrici in un film drammatico la strepitosa Julianne Moore parte davanti a tutte per il ruolo della dottoressa di mezz’età Alice Howland in Still Alice. A contenderle il premio soprattutto Rosamund Pike, grazie alla splendida performance ne L’amore bugiardo – Gone girl. Del quintetto fanno parte anche Reese Witherspoon, produttrice proprio di Gone girl ma interprete protagonista di Wild nelle vesti di Cheryl Strayed, una donna che compie un viaggio dal Messico al Canada per ritrovare se stessa. Completano la cinquina Jennifer Aniston per Cake e soprattutto Felicity Jones per il ruolo di Jane Hawking ne La teoria del tutto.
Nella sezione degli attori non protagonisti una varietà di nomi interessanti: si va da Robert Duvall, padre accusato in The judge, a Ethan Hawke, padre separato in Boyhood. Ottime chance anche per Edward Norton in Birdman, l’eclettico Mark Ruffalo per Foxcatcher e il bravissimo J.K. Simmons per la pellicola indie Whiplash. Tra le attrici non protagoniste pole position per Jessica Chastain in A most violent year; a contenderle il Golden Globe l’onnipresente Meryl Streep per Into the woods, Emma Stone per Birdman, Keira Knightley per The imitation game e Patricia Arquette per Boyhood.
Nessuna sorpresa nella categoria per la miglior sceneggiatura, dove troviamo Gone girl di Fincher in competizione insieme agli onnipresenti Boyhood di Linklater, Birdman di Iñárritu e The imitation game di Morten Tyldum, con Grand Budapest Hotel di Wes Anderson a completare la cinquina. Tra i film decisamente ignorati Interstellar di Christopher Nolan, che tuttavia si aggiudica una candidatura nella categoria per la miglior colonna sonora grazie alle splendide musiche del premio Oscar Hans Zimmer. Anche in questo caso nessuna novità rilevante nelle altre nomination, completate quindi da Birdman, Gone girl, The imitation game e La teoria del tutto.
Tra i film in lingua straniera spiccano il dramma israeliano Viviane, sui diritti della donna tra divorzio e matrimonio, il polacco Ida di Pawel Pawlikowski, lo scandinavo Turist, visto recentemente al Torino Film Festival, Leviathan dalla Russia e Tangerines dalle Filippine. Concludiamo infine con le candidature per il miglior film d’animazione: in pole position The Lego movie, ma potrebbero avere qualche chance anche Big hero 6, Dragon trainer 2, Boxtrolls – Le scatole magiche e Il libro della vita.
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