Golf - US Open
L’élite del golf mondiale scende in campo all’Olympic Club di San Francisco, in California, per la disputa della 112ª edizione dell’US Open (14-17 giugno), il secondo major stagionale. Nel field stellare vi saranno anche il torinese Francesco Molinari e il veronese di origini piemontesi Matteo Manassero; il primo ammesso di diritto essendo tra i primi 50 del world ranking, il secondo entrato attraverso la qualifica svoltasi a Walton Heath in Inghilterra. Vi sono fondate speranze perché il primo, annunciato in ottima condizione, possa effettuare una gara di alto livello, ma anche Manassero ha le carte in regola per competere ad armi pari in un contesto sicuramente difficile sia per la qualità dei concorrenti che per il percorso, piuttosto corto (6.556 metri, par 70), ma decisamente ostico.
Nelle previsioni della vigilia si torna all’antico, perché con i due successi stagionali, l’ultimo nel Memorial Tournament, in cima alla lista dei favoriti torna dopo parecchio tempo Tiger Woods. Raggiunto Jack Nicklaus al secondo posto con 73 vittorie nella classifica del plurivincitori, ora l’altro suo obiettivo è quello di togliere all’Orso d’Oro il record di 18 major vinti: l’ex numero uno mondiale (ora n. 4) è fermo da parecchio tempo a 14 e ha tutte le intenzioni di riprendere la scalata. Se dovesse giocare come nel Memorial, dove si è concesso pochissime pause, il 15° titolo major (e il quarto nell’US Open) potrebbe anche materializzarsi, ma è altrettanto vero che Woods quest’anno ha spesso fatto seguire a ottime performances anche battute a vuoto.
Gli avversari, comunque, non staranno a guardare, e in particolare sarà interessante seguire il nuovo capitolo della lotta per la leadership mondiale. L’inglese Luke Donald ha un buon margine sul nordirlandese Rory McIlroy, che difende il titolo, e sul connazionale Lee Westwood. Gli ultimi due hanno preferito giocare la scorsa settimana ed entrambi con buon profitto: McIlroy ha quanto meno fugato, con il settimo posto nel FedEx St. Jude Classic, i fantasmi di tre tagli subiti consecutivamente, mentre Lee Westwood è tornato al successo in Europa (Nordea Masters).
Per la verità Donald corre il rischio di essere spodestato solo nel caso che i suoi due rivali vincano, ma ha delle opzioni. Infatti se dovesse imporsi McIlroy rimarrebbe comunque in sella con il terzo posto, mentre nell’eventualità del titolo a Westwood può anche concedersi il lusso di giungere 58°. Quest’ultimo comincia a sentire il peso dell’assenza di un major dal suo palmares e quindi potrebbe avere le motivazioni giuste per cancellare l’ingombrante zero, ma anche essere condizionato dall’ansia di raggiungere la meta.
Dopo due anni di dominio nordirlandese, con il successo di Graeme McDowell che ha preceduto quello di McIlroy, gli statunitensi naturalmente fremono per riprendersi il titolo al quale forse tengono di più. E, a parte Woods, sono in tanti a proporsi a iniziare da Phil Mickelson, che non lo ha mai conquistato e che in stagione sta avendo un andamento altalenante. Nella lista il Masters champion Bubba Watson, Dustin Johnson, che è tornato al successo nel FedEx St. Jude dopo esser rimasto tre mesi fermo, Hunter Mahan, che spesso si fa vedere nelle occasioni che contano, così come Matt Kuchar e Steve Stricker. Nella nutrita pattuglia sudafricana le punte saranno Charl Schwartzel e Louis Oosthuizen, mentre dall’Australia attendono sempre che Adam Scott faccia il salto di qualità. Altri possibili protagonisti Jim Furyk, Rickie Fowler, Zach Johnson, il già citato McDowell, lo spagnolo Sergio Garcia e gli inglesi Ian Poulter e Justin Rose. Non sembrano invece destinati a ruoli di peso i sudafricani Ernie Els e Retief Goosen, il fijano Vijay Singh e il tedesco Martin Kaymer.
Recentemente il manto erboso del Lake Course, che ospita per la quinta volta l’US Open, è stato rifatto con una miscela di Agrostis resistente i nematodi. Fino al 2008 l’erba Poa era stata protetta dall’attacco di questi voraci animaletti da un prodotto chimico, che però è stato tolto dal mercato nel 2008 mandando in crisi tutti i club con lo stesso problema. Durante il rifacimento i bordi di quasi tutti i green sono stati raddoppiati, sono state cambiate le pendenze dei green delle buche 15 e 18 ed è stata allungata la buca 8. Il lavoro sui green ha permesso a Mike Davis, direttore esecutivo dell’USGA, di dire che “si imbucheranno molti putt in più, perché nel pomeriggio i green rimarranno ancora lisci”. Ha anche aggiunto: “Le prime sei buche costituiscono in assoluto l’inizio più difficile per un percorso”. E pensare che in quelle buche non è compresa la 16, par 5, la più lunga per un US Open con i suoi 613 metri.
Nel primo giro Francesco Molinari partirà dalla buca 1 alle ore 8,54 locali insieme a Bo Van Pelt e allo svedese Peter Hanson, mentre Matteo Manassero sarà sullo stesso tee alle ore 14,24 con l’australiano Aaron Baddeley e con lo spagnolo Miguel Angel Jimenez. L’altra buca di partenza sarà la 9 (e non la canonica 10) da dove prenderanno il via alle ore 7,33 Tiger Woods, Phil Mickelson e Bubba Watson. Il montepremi è di 8.000.000 di dollari dei quali 1.440.000 andranno al vincitore.
Il torneo su Sky - L’US Open verrà teletrasmesso in diretta e in esclusiva della TV satellitare Sky sui canali Sky Sport 2 e Sky Sport 2 HD con collegamento nei giorni di gara dalle ore 22 alle ore 4. Le dirette saranno anticipate alle 21,30 da Studio Golf. Repliche: prima giornata venerdì 15 giugno, dalle ore 7,30 (Sky Sport 2 e HD) e dalle ore 9,30 (Sky Sport 3 e HD); seconda giornata, sabato 16, e terza giornata, domenica 17, dalle ore 9,30 e dalle ore 15 (Sky Sport 3 e HD); quarta giornata lunedì 18, dalle ore 20,30 (Sky Sport Extra e HD).
di Roberto Bertellino