Goliardo

Da Renzomazzetti

Firenze.

Volere divino, destino, moderna coincidenza. Significativo segno dall’inesistente che lancia strani splendidi interrogativi che attraggono. Giovanni Marradi, nato a Livorno nel 1852, me lo sono ritrovato quando, tornato ad abitare in Firenze, ho letto il nome sulla targa della strada. L’avevo conosciuto e ammirato già prima meditando sulla poesia ”La rapsodia garibaldina”, ma ora, la prima conoscenza, diventa un esplicito segno invitante alla ricerca di rapporto artistico profondo e particolare da sviluppare. (Ricordo da un racconto di Sandro).

H  A  R  M  O  N  I  A

E il sognatore ascolta. Traversano la tenebra

Ale di canto, ondate di melodia dispersa,

E a larghi sorsi ei beve l’indefinibil murmure

Che spira, alito enorme, dall’anima universa.

Guarda ove par che ondeggi, nell’alte solitudini,

Il coro d’altre genti, l’eco d’arcane età,

Ove udì e vide dai cieli infaticabili

D’infaticabil canti sonar l’Eternità.

Sente il poeta l’eco misteriosa, il palpito

Dell’armonia che gli astri perennemente gira,

E a voi rapisce, in ritmo di sapienti musiche,

Suoni alla terra e al cielo come un’immensa lira.

Come una lira immensa, rapisce accordi all’intimo

Concerto delle cose che nel suo cor vibrò,

E ode per gli azzurri silenziosi ascendere

La sinfonia de’ sogni che l’anima sognò.

-Giovanni   Marradi-

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