Gommosi Maialini alla frutta #2, nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo (amen)

Creato il 04 agosto 2014 da Abattoir

INGREDIENTI:
-   1 bicchierino di wodka
-   2 maialini/orsetti gommosi
-   1 Emi
-   1 religioso
-   Mangiati in festa Q.B.

TEMPI DI  PREPARAZIONE:
1 h ca.

DIFFICOLTA’:
Facile-Enorme.

PREPARAZIONE:
Prendere un bicchierino. Riempirlo di wodka. Spaccare nel ventre i maiali gommosi in modo da farli impregnare di wodka fin nelle finte viscere. Indi, immergerli nella wodka con fierezza. Attendere impazientemente che vuncino ben intrisi di liquido sacro. Dopo un’oretta circa il piatto sarà raddoppiato. Servire freddo in festose notti d’estate.

BACKGROUND:
Accade delle volte che io mi esalti.
Accade infatti delle volte che io mi convinca che sarebbe divertente vedere cosa accadrebbe se prendessi il bicchierino con i maialetti stravunci di wodka liscia, creassi un filotto di gente vogliosa davanti a me e li distribuissi con la formula di rito “il corpo dell’orsetto”, chiedendo al mangiante di rispondermi “amen” e di fottersi il maiale/orsetto in questione con un sorriso fiero in volto.
Accade a volte che io lo faccia e accade però delle volte che, in mezzo alla ciurma di mangiati, si nasconda un ubriacone di sani principi che si scandalizzi per codesta provocazione.
E accade poi a volte che, volendo bene a codesta persona, io decida di generare una discussione che durerà faticose settimane, lungo le quali  smontare stereotipi costruiti da tempi immemorabili e ancora fervidi nella mente di qualche nostalgico.
Direte voi: “cu ti ci purtò?” o “eri ubriaca?” o “sei una blasfema?” oppure “sei una vastasa!”.
E io vi dirò: NO. E aggiungerò che non ho mai bestemmiato in vita mia, io. Ma aggiungerò anche con estrema convinzione che ho visto abbastanza per sfottere per i miei restanti anni le formule ecclesiastiche e per rispettare Dio e compagnia bella con i miei scritti e i miei atti irriverenti molto più di chi si batte il petto ogni domenica a messa. E voi direte allora: “come ti permetti? Tu sei satana!”.
…Sì, caro lettore nostalgico vittima delle mie follie goliardiche, sì. Sono satana per te.
Me lo hanno già detto sai, più volte, tra i miei 10 e i miei 13 anni. E sai, chi me lo ha detto andava in chiesa da Padre La Grua e dopo la messa mi prendeva a pizzicotti perché a casa passavo lo straccio in un modo che non era gradito ai miei. E inoltre perché rispondevo a mio padre per difendere mia madre mentre litigavano. Poi inoltre diceva di avere visto il diavolo in camera da letto e si prenotava l’esorcismo.

Anche oggi qualcuno lo pensa ma non me lo dice. E io mi fotto dalle risate, perché chi non me lo dice pur dettandomelo con gli occhi tradisce la sua compagna, getta mozziconi di sigaretta in terra come se la terra non fosse Dio, beve come se non ci fosse un domani prosciugando le tasche di papà.
E già: papà. Papà non me lo dice, ma teme che io andrò all’inferno perché sono per l’aborto, per l’eutanasia, per la lotta all’omofobia, per il divorzio. Perché farei adottare un bambino infelice a una coppia gay piena d’amore, perché sono per l’amore. E papà va in chiesa, anche ogni giorno. Lui fa parte di quella schiera di uomini preganti; quelli che, tanto per cambiare, hanno molto da farsi perdonare da quel Dio e che, temo, lo “servano” (inconsciamente) per questo. 20 Rosari e 18 Ave Maria; al giorno. E sei salvo.

La religione è l’oppio dei popoli dicono, un anestetico per i dolori dell’anima, un elemento funzionale a darsi un ordine, una unione, un senso nella vita e con gli altri.
Anche il placebo lo è.
Dove sta la differenza?
Chiedetevelo che funzione ha la religione per voi: se vi serve per esorcizzare la paura, se vi regala un’identità che altrimenti non avete, se vi serve a strumentalizzare una massa o una psiche, se vi serve a giustificare i vostri atti, se vi serve a farvi perdonare.
Come quegli spacconi figli di p****** che in vecchiaia non mancheranno di farsi venire gli stillinchi al pensiero dell’inferno e della morte e provvederanno a genuflettersi, ché tanto Dio è grande e perdona tutto: le piste di coca, le Ruby, le corna alla moglie, gli abusi sui figli, gli sputi in faccia ai froci, i soldi spesi in casinò & alcool e mai per adottare un bambino in Africa che campa con 15 grammi di riso in bianco al giorno. Mangiate aragoste e convertitevi anche voi, orsù, Dio è grande! E non chiedetevelo mai, illusi compiacentemente nostalgici, a cosa vi serve dirvi credenti di questa chiesa dell’Inquisizione, della pedofilia e dell’aborto, in cui i valori non sono la norma e ti stupisci se incontri un prete da stimare.

Io gioco, io parlo di Dio come se fosse uno di noi, sfotto gli anelli cardinalizi, acclamo la loro vendita o il furto delle dorate mutande papali. Eppure io faccio volontariato da sempre. Eppure io sono cresciuta in un oratorio salesiano e ci sono tornata a mettermi a disposizione qualche mese fa. Sono io che penso che quando avrò un mio studio (se lo Stato non provvederà a stritolarmi la vita) voglio lavorare pro-bono. Io che stimo padre Puglisi, padre Scordato, madre Teresa e coloro che credono per credere, non per giudicare o escludere o dettare legge. Per migliorare il migliorabile, dando l’esempio senza riempirsi la vuota bocca di parole bibliche e di apocalissi. Coloro che, nella vita e nella morte, nella gioia e nella povertà, sono (stati) coerenti.
Perché Dio è UOMO, non è onnipotente, e questo lo disse Padre Cosimo Scordato, prete antimafia di Ballarò (Palermo) che opera non solo per dire messa, ma per dare valori, vestiti e lavori là dove ci sono mafia, egoismi, sfruttamenti. Troppo facile identificarci con questa onnipotenza. Lei che invece non esiste. L’onnipotenza non esiste e la fede neanche, esistono la bontà, la coerenza, l’umanità. Il resto è oppio che ci auto-somministriamo per drogarci di pseudo-serenità. Troppo facile pregare quando sei solo, quando sei vecchio, quando hai paura o bisogno, quando sei fragile, quando non sai chi sei o non sei.

E quindi non mi rompete le balle, fatemelo fare ‘sto gioco dell’orsetto-maiale, fatemi provocare, se serve per pensare, per avere risposte, per incontrare gente che invece di giudicare mi insegna la vita o per allontanare gente che invece sparda la vita propria e altrui, ma… prega. PREGA!
Per cortesia, fatemi ridere sopra certe buffonate secolari, e mangiatevelo pure, questo stra-benedetto coso; benedetto non dall’acqua sacerdotale, ma dalla vera, cruda, realtà in cui guardarsi e sputarsi allo specchio o migliorarsi, giorno dopo giorno, amen.

“L’offesa alla verità sta all’origine della catastrofe”
(Sofocle, Edipo Re).


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :