Gomorra: no della Municipalità alla serie tv basata sul romanzo di Saviano

Creato il 06 gennaio 2013 da Strippi

Foto tratta da gaberfaber.wordpress.com
Sky, il colosso delle pay tv, ha acquistato i diritti del libro "Gomorra" di Roberto Saviano ed è intenzionata a produrre una fiction basata sull'opera dell'autore campano.
Angelo Pisani, presidente della Muncipalità competente, mette però un veto, negando l'autorizzazione allo sfruttamento delle immagini e dei luoghi del quartiere Scampia.
Le motivazioni sono sempre le solite:
Basta parlare solo di camorra, così si mitizzano i criminali, Scampia è fatta anche di gente per bene, enfatizzare le cose negative che accadono non serve a nulla anzi, che figura facciamo all'estero e avanti così.

-Come ha dichiarato Riccardo Tozzi (fondatore di Cattleya, l'azienda che produrrà la fiction):

"la serie è quanto di più lontano possa esserci dalla rappresentazione positiva della camorra, anzi da nel racconto grandissimo spazio a quei personaggi positivi del territorio che sono le altre figure del mondo di Saviano, quelli che lottano per cambiare le cose"
quindi niente mitizzazione dei criminali e valorizzazione della gente per bene. E le prime critiche decadono.

- I camorristi, come tutti i delinquenti, odiano avere i fari puntati su di loro,  i riflettori mediatici impediscono a questi signori di poter agire nel loro habitat naturale. L'oscurità e il silenzio.

Non riesco a capire perchè bisogna smettere di parlare di camorra. Parliamone, parliamone il più possibile come di mafia e come di 'ndrangheta.
Più cose si sanno più l'attenzione nazionale è alta e meno le organizzazioni criminali fanno paura.
-Dire che il libro di Saviano, o in generale tutti i libri di denuncia, siano una cattiva pubblicità per l'Italia è una mistificazione della realtà.
Invece che prendersela con chi le cose le scrive iniziamo a prendercela con chi le cose le fa.
Perchè non sento mai dire che Totò Riina ha fatto cattiva pubblicità all'Italia?
Sembra quasi che il clan dei casalesi sia un'invenzione frutto dell'immaginazione di uno scrittore, che il boss criminale della zona sia Roberto Saviano e non Francesco Schiavone detto Sandokan, che la colpa del traffico di droga, degli omicidi, del degrado sociale sia di chi lo denuncia e non di chi lo perpetra o di chi rimane a guardare senza fare niente.
La nostra immagine all'estero non è rovinata dai Saviano, dagli Impasto o dai Fava ma bensì dai Riina, dai Provenzano, dagli Schiavone e dagli Iovine e , anche, da tutti quei politici incapaci di tradurre in atti concreti l'ormai consunta promessa elettorale della "Lotta alle Mafie"


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