Good match and good luck

Creato il 26 giugno 2012 da Vivalafifa @WlaFifa

Tutti alla ricerca della Dea (s)bendata. La scaramanzia, vera regina del mondo del calcio, sta tornando a farla da padrona. Si avvicinano i momenti decisivi di Euro 2012, semifinali e finale, e tifosi e calciatori rispolverano tutti i possibili riti e superstizioni che potrebbero aiutare a raggiungere la vittoria.

E noi italiani, come sempre, “do it better”.  A partire da Romeo Anconetani,  mitico presidente del Pisa. Romeo, che a quanto risulta non ha recitato ne “Gli aristogatti”, si autodefiniva un “vescovo mancato” e faceva un pellegrinaggio un giorno sì e un giorno pure. Specialmente il sabato prima delle partite della sua squadra. Nel 1986 si portò dietro tutti i giocatori fino a Lourdes e propiziò la promozione in A. Prima delle partite spargeva il sale in campo. La quantità variava a seconda dell’importanza delle partite. Più la posta in palio era alta e più l’erba dello stadio pisano diventava saporita. Arrivava a metterne pure 26 chili nelle sfide salvezza.

Uno dei più grandi scaramantici è sicuramente il Trap, che tiene costantemente un’ampolla di acqua santa in tasca durante la gara. Diciamo che in questi europei probabilmente era stata sostituita con una bottiglietta Uliveto, visti i risultati dell’Irlanda.

Un altro presidente fortemente scaramantico era Costantino Rozzi, patron dell’Ascoli. Quando guardava le partite indossava sempre lo stesso paio di calzettoni rossi. E non è l’unico a riproporre sempre lo stesso abbigliamento a fini scaramantici. Per esempio c’è il k-way giallo di Aldo Spinelli. Poi abbiamo gli occhiali da sole di Ballardini e il cappellino con visiera (senza l’elegante scritta “Casinò municipale di Saint Vincent” però) di Beppe Iachini e la cravatta gialla di Galliani.

Boniperti, invece, abbandonava sempre lo stadio a fine primo tempo e ascoltava la ripresa alla radio. Abitudine anche dell’avvocato Agnelli.  Calzettoni girati nello stesso modo, scarpe allacciate in un ordine sempre uguale, rituali medievali. Il calcio è questo. Io, per esempio, quando ero piccolo mi afferravo il pollice destro nel caso l’Inter giocava in casa e il pollice sinistro nel quando giocava fuori. Implacabilmente uguale la disposizione dei posti sul divano in occasione delle gare di coppa trasmesse in tv, passibili di cambiamento nel caso le cose non andavano bene.

Oronzo Canà sparge il sale sul campo

Cruijff sputava una gomma da masticare nella metà campo avversaria subito dopo il calcio d’inizio. Anche lo scaccolamento folle a cui ci ha abituato Low pare risponda a una sorta di credenza mistica. Il ct della Germania crede che se mai troverà una caccola di colore arancione diventerà automaticamente cancelliere al posto della Merkel.

Anche i nostri giocatori attuali hanno i loro riti. Nocerino, per esempio, è devoto a Padre Pio. Molto scaramantica la moglie di Giaccherini, che telefona al marito prima di scendere in campo (quello di calcio e quello da arare) dicendogli “In braccio a Gesù”. E poi c’è un mio carissimo amico e collega del quale ometterò il nome (Alessandro O., anzi A. Oliva), che ripete instacabilmente il più classico dei riti scaramantici: toccarsi le palle.

Lorenzo Lamperti

@LorenzoLamperti