“Good Night and Good Luck”

Creato il 27 aprile 2010 da Cinemaleo

2005: Good Night and Good Luck di George Clooney

Il film è stato presentato in anteprima al 62° Festival di Venezia.

E’ noto che nel secondo dopoguerra si creò negli Stati Uniti un pesante clima di isteria e sospetto verso la cosiddetta infiltrazione e influenza dei comunisti nelle istituzioni statali. Dal febbraio del 1950 protagonista della « Caccia alle streghe » (che finì per colpire molti intellettuali non certo comunisti ma sicuramente progressisti) divenne ufficialmente il senatore Joseph McCarthy.

Da sottolineare che un sondaggio del 1954 diede un 50% di Americani favorevoli all’azione svolta da McCarthy e un 29% di contrari, ma questo non si evince dall’opera di Clooney: nel film non c’è un personaggio che simpatizzi per McCarthy, sono tutti contro di lui, e invece, come detto, la maggioranza degli Americani si era purtroppo convinta che avesse ragione…

Good night good luck non convince appieno.

E’ sicuramente un’opera notevole per tanti motivi (bella ad esempio l‘idea di non far interpretare a nessuno il ruolo di McCarthy: tutte le immagini del senatore sono affidate a materiale di repertorio; lodevole il mettere Clooney attore al servizio del Clooney regista). La recitazione è ad altissimo livello, l’ambientazione storica è perfetta (quanto di meglio si sia visto sullo schermo), il ritmo è serrato, il contenuto e il messaggio sono da dieci e lode… Le critiche a Venezia sono state ottime ma vertevano per lo più sulla positività del «messaggio», e questo non si discute.

Il film però, in quanto film, non appassiona.

Eccessivamente scarno e asciutto, sembra dominato dal timore di concedere qualcosa allo spettatore. Il ritratto umano dei vari personaggi è completamente assente, ed abbiamo quindi un ottimo reportage ma che parla poco linguaggio cinematografico. Non c’è dramma, non c’è tensione, non c’è la possibilità di identificarsi in qualcuno. Tutto asettico, tutto molto freddo: non un brivido, non un’emozione. Si pensi invece allo splendido Il prestanome che Martin Ritt, regista che fu sulla lista nera di MacCarthy, diresse nel 1976 utilizzando due comici (gli ottimi Woody Allen e Zero Mostel) in funzione drammatica (una, cinematograficamente parlando, bella storia, un amaro e coinvolgente ritratto di un’epoca che si vorrebbe non tornasse più).

A chi è destinato Good night…?

Il pubblico più impegnato vi trova cose che già sa, gli spettatori più sprovveduti che lo vedranno attirati semplicemente dalla presenza del bel Clooney probabilmente dopo un quarto d’ora interromperanno la visione, delusi e annoiati.

Azzeccato mi sembra il giudizio di Liberation :

“Bisogna riconoscere a George Clooney una sincerità nell’impegno e nell’accollarsi rischi, anche se misurati. (…) Un lucido e freddo film politico (…). Un oggetto pedagogico utile ma troppo poco ispirato per sedurre”.

p.s.

Il film rivela la tipica convinzione statunitense che il loro sistema sia il migliore del mondo, l’unico giusto e difendibile. Il Maccartismo viene combattuto non perché ognuno dovrebbe essere libero di professare le proprie idee e di iscriversi dove desideri, ma semplicemente perché il Senatore e il suo gruppo costruivano accuse false…

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