“What’s Bangkok for you?”Domando a Ling, la mia amica thailandese, mentre le descrivo il mio stupore di fronte agli arroganti centri commerciali di Siam Square che svettano superbi a fianco di silenziosi tempi dorati, osservando sdegnosi le basse case di legno aldilà del fiume. “Bangkok è proprio questo per me: il Siam Paragon e il Wat Arun, il BTS e gli Skybar, ma anche il mercato di Damnoen Saduak e le stradine di Banglanphu. E’un po’ di tutto: il lusso dei centri commerciali e il silenzio dei templi, la maestosità dei grattacieli e il fascino dei canali. Ma soprattutto, per me Bangkok significa serate con gli amici, cibo fantastico, massaggi e divertimento”. Sorrido tra me e me, pensando alla mia Roma, e a cosa sia per i turisti, se anche loro si sentano piccoli piccoli di fronte al Colosseo e restino stregati dalle stradine di Trastevere, innamorandosi di vecchi pizzerie e negozi di libri usati, zigzagando tra macchine in terza fila, motorini e biciclette.
Oggi, ultimo giorno in Indocina, mi do anch’io ad uno degli hobby preferiti dei thailandesi: mangiare. Mi lancio così in un tour gastronomico nella food hall del Siam Paragon, tra mochi giapponesi, crispy noodles, mango sticky rice, dolcetti al taroe biscotti al grey bean. Una visita ad una vecchia casa tradizionale thailandese, un giro sui canali, gli ultimi regali al mercato degli amuleti e per finire un cocktail al sessantatreesimo piano di uno skybar.Goodbye Bangkok: I ll be back one day.