La concorrenza nel settore dei tablet è davvero non indifferente e nei prossimi mesi è destinata a scatenarsi ancora di più. In questa lotta spietata attualmente è Apple che comanda e, considerando anche la presentazione del suo nuovo modello da 7 pollici, si può dire che non ha assolutamente intensione di mollare il trono. Bisogna poi considerare che ormai manca poco all’arrivo di Microsoft in questo mercato con il suo nuovo Surface ed i tanti tablet che utilizzeranno il nuovo Windows 8.
Una guida per gli sviluppatori
Per fronteggiare tutto ciò Google ha quindi deciso di puntare su uno degli aspetti fondamentali dei tablet, la qualità delle applicazioni. Infatti sono attualmente poche le app ottimizzate anche per gli schermi da 7 o 10 pollici e le poche che ci sono in alcuni casi sono anche esteticamente brutte e poco funzionali.
Per questo motivo Google ha pubblicato una guida che possa aiutare gli sviluppatori nel creare applicazioni di qualità non solo per gli smartphone ma anche per i tablet. Evitando così di obbligare l’utente ad utilizzare sul proprio tablet applicazioni per smartphone, che fanno comparire però ad esempio degli spazi bianchi oppure lunghe linee di testo con un piccolo font.
-
- Dropbox: spazio bianco sulla destra
-
- Twitter: lunghe linee di testo con un font piccolo
Per ottenere un applicazione di qualità anche per i tablet, Google ha quindi dato diversi consigli tra cui ad esempio lo scegliere la giusta dimensione delle icone, dell’area sensibile al tocco, del font e così via, sottolineando che oltre alla dimensione dello schermo bisogna anche tener presente della densità di pixel (ppi) per fare in modo che tutti gli elementi vengano visualizzati nel migliore dei modi.
Lo scopo di Google
Le motivazioni che hanno spinto il colosso di Mountain View a pubblicare questi consigli sono ovviamente finalizzati a fare in modo che l’utente finale sia soddisfatto nell’utilizzo di un tablet Android, che possa quindi essere contento nell’utilizzare le varie applicazioni. Il grande timore di Google è infatti quello che Android possa passare per il sistema operativo con le applicazioni “brutte” e dunque non vuole rischiare di veder passare la propria clientela nella concorrenza.