Google+, la crescita è segno dei tempi

Creato il 05 agosto 2011 da Db @dariobonacina

Facebook è nato nel 2004, ma solo dall’11 settembre 2006 è stato aperto al pubblico (quello con età dai 13 anni in su). Da allora a oggi è arrivato a 750 milioni di utenti.

Prima, i social network come li intendiamo oggi non esistevano, ad eccezione di realtà come LinkedIn - nato nel 2003 – che, però, per la sua natura professional (quindi più selettiva), ha sempre registrato una crescita di proporzioni inferiori: a fine 2008 sfiorava i 30 milioni, a maggio del 2010 (un anno e mezzo dopo) superava i 68 milioni. Lo scorso marzo  - come riferiscono i dati ufficiali - ha superato i 100 milioni di utenti, ora cresce a botte di un milione di iscritti a settimana, è quotata in borsa e se la passa discretamente bene.

A fare da propulsore di questa crescita, in parte, è stata proprio l’espansione di altre piattaforme di social network e di microblogging: c’è chi ha appreso dell’esistenza di LinkedIn da Facebook e chi l’ha conosciuto grazie a Twitter (con cui ha siglato una partnership a fine 2009). Il passaparola attuato tramite il social networking è indubbiamente un efficace veicolo di condivisione, che permette una rapida diffusione di notizie e informazioni.

Per questo motivo non credo ci sia da stupirsi del fatto che Google+, che si rivolge al mondo intero ed è basato su una soluzione finalmente valida (cosa che Wave e Buzz non erano), abbia registrato una crescita di 25 milioni di utenti in tutto il mondo in un mese di vita, come ha rilevato ComScore (che già il 22 luglio aveva pubblicato i numeri raggiunti in tre settimane). La rapidità impressionante di questa crescita – oltre al presupposto che si tratta di un servizio più accattivante del flop precedenti – mi sembra dovuta a fattori come la forza propulsiva del social networking e la solida base precostituita di utenti delle soluzioni Google (Gmail in primis). Senza contare il fatto che – secondo la classifica Top Sites di Alexa – Google è il sito web più visitato al mondo (il secondo è Facebook).

Con il tempo si vedrà quanti utenti, fra quelli affacciatisi a Google+ con entusiasmo e curiosità, gli resteranno fedeli e quanti invece chiuderanno la finestra per rimanerne fuori (o per non abbandonare la rete già costruita su Facebook).



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