Qualche mese fa ho aperto un sito nuovo, nel quale analizzo molteplici sistemi per guadagnare con internet. Il sito è il seguente http://www.guadagnareonlineitalia.it/ e l’ho riempito sin da subito di buoni contenuti in quanto, insieme ad altri fattori di ottimizzazione on site, fornire del buon contenuto inedito è il primissimo step per farsi ben volere da Google.
Tuttavia, come sa bene ogni SEO che si rispetti, purtroppo i contenuti da soli non sono quasi mai sufficienti per far salire un sito nelle primissime posizioni del motore di ricerca (specie in nicchie molto competitive) e infatti, sin dal primo giorno che guadagnareonlineitalia.it è stato online, mi sono subito messo al lavoro per fare in modo che venisse linkato da altri siti.
…Per quale motivo? Semplice: una variabile importantissima (soprattutto in nicchie molto competitive) è costituita dai backlink che rimandano al tuo sito dall’esterno. Volendo iper semplificare per i meno esperti: più siti autorevoli e in tema col tuo ti linkano e più faciliterai la scalata del sito di tua proprietà all’interno della classifica dei risultati di ricerca di Google.
C’è poi un’altra variabile importantissima che è ancora valida, ma da un po’ di tempo bisogna usarla con estrema cautela (tra poco ti dirò il perché): l’anchor text del link, ossia il testo che contiene il link vero e proprio. Esempio pratico: hai presente il diffusissimo “clicca qui” che trovi in tantissimi siti? Ecco, in questo caso “clicca qui” è definito come l’anchor text specifico a cui è collegato il link in esso contenuto.
Uno dei trucchi più noti per salire velocemente nelle SERP (le pagine con i risultati di ricerca) di Google è quello di utilizzare una cosiddetta ancora a tema. Un esempio pratico chiarisce più di 1000 parole. Se hai un hotel a Venezia è ovvio che sarai interessato a posizionarti bene su Google per la keyword “hotel venezia”. Ora se un tot di siti importanti ti linkano utilizzando come anchor-text “hotel venezia”, riceverai una spinta molto più forte piuttosto che se ti linkano con ancore generiche come “clicca qui”, “questo sito”, “vai qui”, eccetera.
Tuttavia, c’è un problema: Google ama i link dati spontaneamente e non quelli che vengono creati in maniera “forzata”. Il motivo è semplice: il più famoso motore di ricerca al mondo non vuole che i suoi risultati subiscano manipolazioni di alcun tipo. Detto ciò, Google è consapevole che la stragrande maggioranza dei link naturali non vengono dati con ancore pregiate come “mutui online”, “forex”, “guadagnare con internet”, “hotel roma”, eccetera…insomma: le classiche money keywords sulle quali puntano moltissime persone che hanno business collegati a esse, con i quali poi vogliono ovviamente monetizzare.
La gente, normalmente linka usando anchor text generici (i vari “clicca qui”, “vai qui”, “questo sito”, eccetera), oppure mettendo il link del sito per esteso (www.nomesito.com). Inoltre, c’è da dire che non tutti i link che vengono dati hanno sempre valore. …Perché? Per il semplice motivo che, spesso, si linka con il nofollow che in pratica è una semplice istruzione che dice a Google di non passare link juice (ossia quanto di buono ti può dare un backlink) al sito web che viene linkato.
Fatte queste indispensabili premesse, devi sapere che Google nel 2012 ha rilasciato il Penguin, il quale è un update che serve a scoprire e penalizzare chi utilizza matrici di link non spontanee. Come funziona il Penguin? Anche in questo caso, preferisco farti un esempio che chiarisce più di tante parole. Mettiamo che hai un sito col quale vendi servizi di consulenze alle imprese, e che ci sono 100 altri siti che ti linkano utilizzando sempre e solo l’anchor text “consulenza alle imprese”.
…Ecco, non pensi che una roba del genere puzzi leggermente (giusto per usare un eufemismo) di “imbroglio”? Cioè? Come è possibile che 100 persone su 100 ti hanno linkato TUTTE con la stessa ancora testuale??? E infatti non è possibile: probabilmente avrai acquistato quei link, oppure avrai creato tu stesso un network di siti con questo intento. Google, grazie al Penguin, scopre e soprattutto penalizza (in maniera molto dura) operazioni “furbe” come queste. La penalizzazione consiste nel fatto che vedrai sprofondare il tuo sito, dall’oggi al domani, nella classifica del motore di ricerca.
Quanto appena detto significa che è finita l’era del link con anchor text pregiata? No, significa che è finita l’era dell’ “industrializzazione” massiccia di questa pratica, pena mazzate da parte di Google dalle quali non è mai facile rialzarsi (la penalizzazione del Penguin update è, tra le tante, una delle più severe). Ti posso dire con assoluta certezza che per molti business online è stata una catastrofe! Siti abituati a incassare un sacco di soldi, grazie ai clienti che gli portava tutti i giorni Google, sono crollati e hanno visto il loro traffico e i loro incassi ridotti quasi allo zero.
Posto che ricevere link spontanei da siti di qualità è sempre la cosa più auspicabile, in ogni caso qui di seguito voglio darti alcuni consigli generali per non incorrere nelle ire del bisbetico pinguino!
- Un 33% dei backlinks al tuo sito possono avere anchor text pregiate. Insomma: non avere timore di farti linkare con una target keyword. Magari, ogni tanto, abbi cura di “sporcare” un po’ l’ancora. Come? Semplice: non farti linkare sempre con (giusto per fare un esempio) “consulenza finanziaria”, ma anche con “sito di consulenza finanziaria”, “consulenza in materia finanziaria” e simili. Inoltre, usa anche sinonimi e ancore dal significato simile: “consulenza negli investimenti”, “consulente finanziario”, eccetera.
- Un altro 33% dei link dovranno essere costituiti da parole come “clicca qui”, “vai qui”, “visita il sito”, “questo sito”, eccetera.
- Infine, l’ultimo 30% dei collegamenti al tuo sito dovranno avere il link nudo e crudo e messo più o meno per esteso. Esempi pratici: tuosito.it, www.tuosito.it, http://www.tuosito.it. Poi c’è un’altra cosa a cui devi stare attento: è importante che, ogni tanto, ricevi anche qualche link nofollow. In una matrice di link naturale, è normalissimo avere link nofollow. Pertanto desterebbe sospetto il fatto che. tra tutti i backlinks che ricevi, non ce ne sia manco uno col nofollow! Ricevere link nofollow è la cosa più semplice del mondo: tutti i blog Wordppress (ma non solo) hanno settato, di default, il nofollow nei link all’interno dei commenti. A buon intenditor…
Volendo concludere: l’algoritmo di Google detesta le matrici di link forzate, e quindi la parola d’ordine è di essere (o apparire) il più naturale possibile. Metti in pratica i consigli che ti ho dato e, qualunque sia la tua attività online (semplice sito/blog personale o business che incassa parecchi soldi al giorno), se stai beneficiando del traffico di Google allora dormirai sicuramente notti più tranquille.
Guest post a cura della redazione di GuadagnareOnlineItalia.it