James Whittaker, ingegnere della Microsoft, definisce con queste parole Google: “Tecnicamente suppongo che Google sia sempre stata una società pubblicitaria, ma nei momenti migliori degli ultimi tre anni non sembrava così. Google lo era solo nel modo in cui lo è uno show televisivo: dei grandi contenuti attirano gli inserzionisti”.
Poi l’avvento di Facebook ha sconvolto i piani e non solo, portando il colosso di ricerca americano a virare drasticamente sulla costruzione di un social network, tale Google+. “Google poteva sempre mostrare annunci a più persone rispetto a Facebook, ma Facebook sa molte più cose su queste persone”, continua Whittaker, “Il social è diventato un ordine aziendale statalistico chiamato Google+. La ricerca doveva essere sociale. Android doveva essere sociale. Peggio ancora, persino l’innovazione doveva essere social. Le idee che non mettevano Google+ al centro dell’universo erano una distrazione”.
Tempo sui Social Network
Così Google ha cominciato a preoccuparsi più dei profitti, cercando in tutti i modi di accaparrarsi la “clientela” di Facebook, e meno sullo sviluppo tecnologico. “Il social è dove sta la gente, e la gente è su Facebook”.
Google dovrebbe pensare meno ai social network e lavorare su come aggiornare e migliorare i proprio contenuti, su Android e Google Reader? Non è facile prevedere il da farsi. Di certo cambiamenti da parte dell’azienda ce ne sono stati ma lo scopo primario di un’azienda è creare profitto e quello di Google è fondato specialmente sulla pubblicità online.
Intanto, quello che possiamo constatare è che Google+ non decolla, pochi o nessuno sanno della sua esistenza e forse sarà così per parecchio tempo. Chiamarlo progetto fallito? Per ora è presto giudicare ma un giorno o l’altro qualcosa dovrebbe smuoversi.