Don’t be evil. Le prove sono indiziarie, ma in pochi oggi credono al celebre motto di Mountain View, accusata di aver spiato buona parte dei suoi utenti.
Questa la notizia: pare che Google abbia aggirato il blocco dei cookie impostato per default sul browser Apple, Safari, per continuare a rilevare gusti e preferenze degli utenti con la Mela. Il fatto non riguarderebbe i soli Mac, ma anche e soprattutto i dispositivi mobili, su cui Safari detiene il primato di utenze.
La notizia è stata portata alla luce dal Wall Street Journal e sta facendo rapidamente il giro del mondo. La risposta di Google non si è fatta attendere, in primo luogo con un comunicato al giornale in cui l’azienda dichiara che “nei cookie non sono salvate informazioni personali”.
Si è poi espressa più in dettaglio la vicepresidente senior per le Comunications & Public Policy, Rachel Whetstone:
Diversamente da altri browser, Safari blocca per impostazione predefinita i cookies di terze parti. Tuttavia, Safari abilita per i propri utenti svariate funzioni web che fanno affidamento su terze parti e sui cookies di terze parti, quali i pulsanti “Like”. Lo scorzo anno abbiamo cominciato ad usare questa funzionalità per abilitare alcune funzioni (come per esempio la possibilità di fare “+1” su contenuti d’interesse dell’utente) per quegli utenti di Safari che avevano scelto di vedere pubblicità personalizzate e altri contenuti. Tuttavia, il browser Safari conteneva altre funzionalità che hanno fatto sì che altri cookies pubblicitari di Google fossero installati nel browser.
Impossibile attribuire al momento la responsabilità dell’accaduto ad una delle due parti, di sicuro ci sono informazioni personali, in forma anonima o meno, si sono aggiunte al già cospicuo patrimonio di Google.