Goolge estende le push alle applicazioni di terze parti su Android

Creato il 29 maggio 2010 da Ipaple

Con l’ultimo aggiornamento del sistema operativo mobile di Google, Android 2.2, viene esteso il supporto alle notifiche push anche alle applicazioni di terze parte sviluppate da programmatori indipendenti.

Cosa sono le push? Il servizio Push, chiamato Android Cloud to Device Messaging (C2DM), è stato creato per mantenere costantemente collegato e sincronizzato l’utente ai servizi internet quali messaggi di posta, vediamo come funziona.

Solitamente i client email si collegano alla rete per controllare ci fossero nuovi messaggi principalmente in due modi:

- manualmente: l’utente dovrà personalmente aprire l’applicazione di posta per controllare nel caso fossero presenti nuovi messaggi

- automaticamente: il dispositivo (PC, Mac o telefono cellulare che sia) ogni tot minuti si collegherà automaticamente al server e controllerà i nuovi messaggi, notificandoceli nel caso fossero presenti

Con l’implementazione del servizio Push Notification (introdotto già su iPhone) il dispositvo mobile risulterà “raggiungibile” dal server che, una volta ricevuto un nuovo messaggio ce lo recapiterà immediatamente, con conseguente risparmio della batteria (nel caso fosse impostata la ricezione su automatica, vedi sopra) e il relativo risparmio di traffico dati sotto il lato server (non venendo uindi il server interrogato in continuazione dal dispositivo per il controllo di nuove mail).

E’ chiaro che questo sistema è il futuro del messaging e, come potete ben immaginare, può essere implementato in qualsiasi tipo di applicazione e quindi informazione che desideriamo ricevere, basti pensare che su iPhone oramai quasi tutte le applicazioni sono push enabled, dai client di messaggistica, alle applicazioni di news in tempo reale, ai giochi.

In Android le applicazioni google come mail, maps, latitude e calendar sono già compatibili con questa nuova tecnologia, e, con l’arrivo alla versione 2.2 del sistema operativo, viene concesso quindi agli sviluppatori dell’ Android Market di rendere compatibili le proprie applicazioni a questo nuovo servizio.



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