Gordes, tra il vino e la lavanda

Creato il 01 settembre 2013 da Viaggimarilore

Riguardavo l’altra sera il film “Un’ottima annata” con Russel Crowe e mi tornava in mente la pittoresca località di Gordes, dove siamo stati l’anno scorso durante il nostro week-end lilla per la lavanda provenzale.

Alcune scene del film, infatti, sono girate qui, in questo piccolo borgo medievale che dalla sua altura guarda a valli in cui i vigneti si spargono a vista d’occhio mentre poco lontano, in una valle sperduta, l’abbazia di Sénanque è l’ultimo baluardo della lavanda. In particolare, le scene del film si svolgono nel ristorantino che affaccia sulla piazza con la fontana all’ingresso del borgo e sulla piazza stessa: i tavolini ai quali Russel Crowe serve per far colpo sulla bella francesina sono gli stessi ai quali siedono oggi i turisti che passano da queste parti, e la fontana è quella su cui siede Russel Crowe alla fine della serata mentre aspetta la bella francesina per strapparle un appuntamento. Che Gordes sia una località turistica lo si percepisce benissimo dal film, che mostra un ristorante zeppo di turisti affamati, più o meno cafoni, soprattutto stranieri. La rispostaccia che i camerieri danno agli avventori più rompiscatole (“Il y a McDonald à Avignon et Fish&Chips à Marseille“) in realtà sembra più da tipico ristoratore ligure che francese, ma al di là di questo, l’affresco di una meta turistica è dipinto piuttosto efficacemente, e chi conosce Gordes non ha difficoltà a riconoscervela (ah, per la cronaca, noi non abbiamo mangiato al ristorantino di Gordes, ma a suo tempo avevamo mangiato al McDonald di Avignone…).

Gordes sicuramente deve molto del turismo degli ultimissimi anni proprio al successo del film, firmato da Ridley Scott, ma è stata scelta perché comunque è un po’ il capoluogo di questo distretto nella Provenza più interna, dove la lavanda si alterna alle vigne, dove il paesaggio è elegante e romantico, poetico a tratti, degno soggetto per un pittore.

Gordes, uno scorcio sulla valle circostante

Qui parte poi una riflessione sul fatto che a me piace molto riconoscere nei film luoghi in cui sono stata: mi è capitato con Ronin, con Robert De Niro, dove si riconosce La Turbie in un inseguimento in macchina con annessa sparatoria, potendo dire “ehi, io lì ci sono stata! Riconosco questo posto!”, mi è capitato con The Bourne Identity, che in una scena iniziale fa camminare nella notte Matt Damon in un tranquillo porto del Mediterraneo, che solo chi è delle mie parti può riconoscere come il porto di Oneglia, aria di casa mia…: è un po’ come avere conferma e dimostrazione che non esiste solo New York, o Londra, per girare un film, ma che anche i luoghi meno noti del mondo, che sono magari quelli a noi più familiari, si possono rivelare delle splendide e adattissime locations. E per noi, per me almeno, rivedere e riconoscere i luoghi più cari al cinema fa sempre un certo effetto.


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