Nuovi modelli spiegano la scomparsa del magnetismo
di Patricia Carracedo Justicia
Qui per orientarsi la bussola è inutile. (Cortesia: NASA)
I vecchi modelli spiegavano la formazione del campo magnetico della Luna mediante movimenti convettivi di origine termica. In altre parole, si pensava che il campo magnetico fosse alimentato da movimenti complessi della materia del nucleo e del mantello, a causa delle alte temperature del nucleo. Tuttavia questi modelli presentavano grossi limiti. Anzitutto, per generare un campo magnetico le dimensioni della Luna sarebbero dovute essere molto più grandi di quelle reali. In secondo luogo, i modelli datavano la scomparsa del campo magnetico molto prima delle evidenze mostrate dallo studio dei campioni. Ora due nuovi modelli sono scesi in campo. Entrambe si basano sul mescolamento meccanico: una diversa interpretazione geodinamica per cui una differenza tra il moto del mantello solido e quello del nucleo liquido genera un campo magnetico.
Il primo modello è presentato in un articolo pubblicato su “Nature” firmato da Christina Dwyer e i suoi colleghi dell’Università della California a Santa Cruz e del Caltech. I ricercatori suggeriscono che la differenza nei moti interni sia provocata dall’influenza attrattiva della Terra. La Luna, che ha una forma ellissoidale con l’asse maggiore puntato verso la Terra e un asse di rotazione leggermente inclinato, in passato si trovava molto più vicina al nostro pianeta. L’influenza della Terra era dunque molto maggiore, tale da indurre intensi movimenti differenziali tra il mantello e il nucleo lunare, capaci di far perdurare il campo magnetico fino a 2,7 miliardi di anni fa.
Nel secondo modello, proposto sulla stessa rivista in un articolo firmato da studiosi francesi e belgi guidati da Michael Le Bars, dell’IRPHE, il mescolamento meccanico è spiegato dalle variazioni nel regolare moto di rotazione del satellite dopo l’impatto con asteroidi. Questi scontri forniscono una quantità di energia sufficiente ad aumentare le differenze di movimento tra il mantello e il nucleo.
Finisce qui? Non si sa. Il bello della scienza è la costante e continua reinterpretazione della realtà, nella ricerca del modello più fedele alla realtà stessa.
Dwyer, C., Stevenson, D., & Nimmo, F. (2011). A long-lived lunar dynamo driven by continuous mechanical stirring Nature, 479 (7372), 212-214 DOI: 10.1038/nature10564
Le Bars, M., Wieczorek, M., Karatekin, �., Cébron, D., & Laneuville, M. (2011). An impact-driven dynamo for the early Moon Nature, 479 (7372), 215-218 DOI: 10.1038/nature10565