gotico religioso sulle rive dell'Ontario

Creato il 07 aprile 2015 da Omar
la seconda prova registica del giovane Ed Gass-Donnelly, classe 1977, già autore teatrale e firmatario di un discreto numero di cortometraggi, rappresenta perfettamente lo stato di salute del cinema canadese  nonché le potenzialità insite - dacché esiste il cinema - nel mondo delle produzioni indipendenti. Selezionato in concorso al Torino Film Festival 2010Small Town Murder Songs riesce in soli settantacinque minuti, essenziali nella narrazione e densissimi nei contenuti, a raccontare un’indagine poliziesca assai lineare nello sviluppo - un corpo di donna viene ritrovato sulle rive dell'Ontario, bisogna identificarla e capire chi l'ha uccisa - ma intensa e suggestiva, intrecciandola con complesse questioni personali, morali e religiose.Scandito in quattro capitoli i cui titoli sono precetti religiosi - la presenza della fede caratterizza il percorso drammatico del protagonista, condizionandolo così profondamente al punto da scegliere il martirio come espiazione del peccato quando vede risorgere il proprio passato oscuro - il film di Gass-Donnelly mette in scena una tragedia travestita da noir ambientata in un piccolo villaggio mennonita, in una comunità in cui l’integralismo religioso permea la vita pubblica e privata dei cittadini (la dottrina mennonita è la più diffusa tra le chiese anabattiste, e si distingue per il forte legame con le origini della Chiesa cristiana, per lo spiccato pacifismo e per il rifiuto della violenza e del lusso eccessivo; il nome deriva da Menno Simons, figura centrale del movimento).Il dato rilevante è che lo spettatore si aspetta un'indagine zeppa di colpi di scena e azione, invece trova tutt’altra cosa. C’è un omicidio, ci sono delle indagini, c’è un colpevole, ma tutto si risolve in maniera semplice e senza spettacolarità, anche se i quesiti scatenati dall'avvicendarsi degli eventi smuovono acque profonde. Non solo: oltre a essere ridotta all’osso, la struttura noir è sbilanciata dalla parte di Walter (Peter Stormare, che non a caso ha lavorato tanto per i Coen che qui vengono evocati di continuo nelle atmosfere e nella fotografia ma senza mai toccarne i picchi di violenza - che invece in questo film resta, volutamente, implosa e per questo forse più pervasiva), un agente di polizia che nella risoluzione delle indagini non ha praticamente nessun ruolo, se non raccogliere pigramente qualche informazione.
Small Town Murder Songs ha la pretesa, per buona parte riuscita, di scandagliare le profondità dell’animo umano, cercando quindi di raccontare l’uomo che sta dietro alla divisa, i suoi difficili e fallimentari rapporti con la famiglia, con la ex fidanzata e con la compagna attuale. Alle spalle dell’indagine poliziesca e del delitto vorticano inquieti altri drammi, alte sofferenze, che il talentuoso regista riesce a catturare e rappresentare attraverso scelte registiche di prim'ordine e soprattutto tramite una efficacissima e pregnante colonna sonora composta esclusivamente da cori gospel e ballate intrise di forte religiosità.
Da segnalare infine la buona interpretazione di Martha Plimpton (Sam), attrice che sembrava destinata a una più luminosa carriera negli oramai lontani anni Ottanta e che rivediamo con piacere: lanciata dal piccolo cult I Goonies (1985) di Richard Donner, aveva recitato in Mosquito Coast (1986) di Peter Weir e Vivere in fuga (1988) di Sidney Lumet, accanto all’indimenticabile River Phoenix, per poi scivolare lentamente verso il piccolo schermo e, come in questo caso, le produzioni indipendenti di un certo livello.

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