Governo: fiducia del Palazzo. Sfiducia degli indignados

Con 316 voti favorevoli e 301 voti contrari, il governo ottiene la fiducia posta questa mattina alla Camera. I deputati che hanno partecipato al voto erano 617. Il premier Silvio Berlusconi, sin dall’inizio si era detto fiducioso e poco prima che si concludessero le operazioni aveva dichiarato ai giornalisti che prevedeva una maggioranza, anche se risicata. «La fiducia – aveva detto – si otterrà con 316 voti favorevoli. In realtà sarebbero 318 ma due dei nostri deputati sono impediti a venire». La mattinata intanto è stata concitata, con il tentativo da parte delle opposizioni di non far raggiungere il numero legale durante la prima «chiama». Tentativo fallito per mano dei cinque radicali che si sono presentati. Dura la reazione del partito democratico, con il suo presidente Rosy Bindi che ha allargato le braccia, rimproverando ai colleghi dei radicali che prima che entrassero i radicali, il governo era a 309 voti. Ha votato la fiducia l’ex ministro alle attività produttive, Claudio Scajola, mentre Gava e Destro, i cosiddetti «scajoliani» non hanno partecipato alle operazioni di voto. La maggioranza è certamente meno risicata del previsto. Quello che sarà importante da capire nei prossimi giorni riguarda la stabilità dell’esecutivo andato già sotto negli scorsi giorni sul rendiconto del bilancio. Intanto, nelle strade, le continue proteste degli «indignados», questa mattina anche a Milano, sono più che un sentore che al di fuori delle mura di Montecitorio, il governo sia ormai alla frutta.