È responsabilità della società far sì che il poeta sia un poeta
È responsabilità del poeta essere una donna
È responsabilità del poeta stare agli angoli delle strade a consegnare poesie e volantini scritti mirabilmente e volantini inguardabili per la retorica esagerata
È responsabilità del poeta essere pigro andare in giro a vaticinare
È responsabilità del poeta non pagare tasse destinate alla guerra
È responsabilità del poeta entrare e uscire da torri d’avorio e bilocali in periferia e campi di granoturco e accampamenti militari
È responsabilità del poeta maschio essere una donna
È responsabilità del poeta femmina essere una donna
È responsabilità del poeta dire la verità contro il potere, come dicono i Quaccheri
È responsabilità del poeta imparare la verità da chi non ha potere
È responsabilità del poeta dire molte volte: non c’è libertà senza giustizia e questo significa giustizia economica e giustizia degli affetti
È responsabilità del poeta cantarlo in tutte le chiavi originali e tradizionali in cui si cantano e dicono le poesie
È responsabilità del poeta ascoltare le chiacchere e tramandarle nel modo in cui i cantastorie travasano la storia della vita
Non c’è libertà senza paura e coraggio. Non c’è libertà se non continuano la terra e l’aria e l’acqua e se non continuano anche i bambini
È responsabilità del poeta essere una donna e sorvegliare il mondo e gridare come Cassandra ma stavolta essere ascoltata.
* Traduzione di Valentina Tinacci, tratto dalla Conferenza delle Riviste Americane sulla Responsabilità Sociale della Poesia e degli Scrittori del 1984, grazie a Monica Matticoli.