Dall’Inghilterra all’America due mystery drama a confronto
Se anche l’universo televisivo americano cerca di emulare quello inglese vuol dire che siamo di fronte ad un problema. Ci riferiamo al lampante esempio di Gracepoint, miniserie della Fox a sua volta remale di Broadchurch, produzione televisiva di grande successo prima in Inghilterra e poi nel resto d’Europa (l’Italia stranamente è tra queste). La serie è sviluppata da Chris Chibnall sia per il pubblico americano che per quello inglese, vede in un raggiante David Tennat il suo indiscusso protagonista. Brodchurch a conti fatti è una tra le prime produzioni televisive che ha rilanciato il crime drama in tv in una veste più accattivante ed introspettiva. Dare vita dunque ad un remake di Broadchruch sta a simboleggiare che lo stesso universo seriale americano, si è accorto del fatto che l’Inghilterra è capace di realizzare dei prodotti televisivi ad ampio raggio e di una profondità spiazzante. Ma nonostante le buone premesse iniziali, Gracepoint non ha ragione di esistere, perché non solo è nato sconfitto fin dal suo concepimento ma non ha lo stesso appeal del grande successo che il buon Chibnall ha portato in tv appena 2 anni fa.
Da Broadchurch a Gracepoint, David Tennant l’ex Doctor Who, è il detective Emmett Carver che insieme al sergente Miller (interpretata da una poco convincente Anna Gunn vista in Breaking Bad), si trova ad indagare sulla morte del piccolo Danny Solano. Il ragazzetto ucciso in circostanze misteriose, fa cadere l’intera cittadina in un vortice senza fine di segreti e misteri che coinvolgono tutti i quasi i residenti. Scovare il vero assassino non è facile, ma grazie alla determinatezza di Miller ed al grande acume di Carver, c’è una speranza che il colpevole venga assicurato alla giustizia.
Discorso diverso va fatto per Broadchurch (di cui ad inizio 2015 arriva la seconda stagione sempre con David Tennant come protagonista). In un’ottica di rinnovamento del panorama seriale, ci troviamo di fronte ad un crime drama serializzato, dove un misterioso omicidio (dal finale a dir poco spiazzante), è il motore stesso della vicenda che permette non solo di approfondire l’animo dei personaggi facendo trasparire luci ed ombre, ma soprattutto di scandagliare i “fondali” di una città apparentemente idilliaca che nasconde del marcio. Questa è una serie unica nel suo genere, che vince per recitazione, introspezione dei personaggi, atmosfere (tese ed a volte quasi soffocanti), un intreccio narrativo dai risvolti inaspettati, e la consapevolezza di stare a dirigere un gioiello televisivo che quasi eguaglia il più raffinato dei lungometraggi.
Di Carlo Lanna per Oggialcinema.net