Nella singola camera della terapia intensiva cardiologia, la signora dall’esile figura segnata dall’inesorabile passaggio del tempo, ottantatre anni, capelli corti in ordine, non uno canuto, seduta sul letto con vassoio e pranzo servito, elegantemente mi dice:
scusi, mi può portare del sale per cortesia?
Ed io di bianco vestita, nell’era della spending-review, come se fossi una cameriera di sala, di un hotel della riviera romagnola in pieno boom economico anni sessanta, la flessibilità è importante anche per i dipendenti pubblici dal posto fisso, garbatamente le dico:
vede…qui in cardiologia, non facciamo un grande uso del sale. Non fa bene al cuore.
La signora sospira un po’ delusa:
vedrò di non venirci più qui.
Nella torrida estate della grande crisi ci si prepara a trascorrere giornate calde e dense di preoccupazioni e tensioni. La situazione economica non è delle migliori. E le nostre tasche sono un po’ rattoppate.Ognuno si predispone come può nei tempi della spending-review, per evadere da pensieri ingombranti e passare qualche momento spensierato, anche in ospedale, come se fossimo tutti nobili decaduti rimembrando i bei tempi passati, di come quando lo stipendio e le pensioni aumentavano, anche di soli trenta euro ogni due o tre anni al rinnovo del contratto, e noi si pensava che fosse il peggio assoluto, ma in realtà al peggio non c’è mai fine.
Maria Cappello