Grand Theft Auto V – Alla conquista di Los Santos in Full HD

Da Videogiochi @ZGiochi
di Fabio Cecco D'Ortona

Quando nell’ottobre del 2013 pubblicammo la recensione su Grand Theft Auto V fummo i primi in tutta Italia a ritardare la pubblicazione in modo tale da prenderci il tempo necessario per provare in maniera seria e profonda ogni componente del titolo in questione, che disponeva di una molto longeva modalità in singolo – come abitudine, piena zeppa di missioni primarie, secondarie e attività di ogni tipo – e di una in multigiocatore, lanciata successivamente, che mise in mostra alcune delle sue potenzialità spalleggiate da una serie di incertezze che di lì a poco avrebbero inficiato pesantemente sulla presenza dei giocatori in rete, anche a causa di update promessi e mai arrivati (le tanto attese rapine, NdR). Parlammo più che approfonditamente del titolo di Rockstar Games, snocciolandone ogni particolare, questione e sfumatura, e se da un lato raccogliemmo le solite lamentele di videogiocatori per caso e poco cresciuti, dall’altro suscitammo l’interesse di chi, prima di effettuare un acquisto, amava informarsi, capire nel dettaglio se un certo tipo di valutazioni – così al rialzo che si potrebbe pur pensare di aumentarne la scala, un giorno o l’altro – fossero ben ponderate, soppesate a dovere. Signori videogiocatori e signore videogiocatrici, permetteteci di dirvi che dopo oltre un anno il mastodontico progetto di Rockstar Games è rimasto in parte incompiuto, vittima di pretese forse troppo alte su console old-gen e di una infrastruttura online che, evidentemente, aveva bisogno di essere riprogettata da zero. I problemi persistono anche in quella che potremmo definire “versione Next”, e a questi se ne aggiungono altri; la veste grafica in Full HD e i contenuti aggiuntivi sono effettivamente serviti a donare un’esperienza di gioco più accattivante? Oppure si son rivelate scontate e dovute, per via dell’hardware di riferimento più performante, fuorviando allo stesso tempo il giudizio di un titolo già vecchio di un anno e ancora claudicante sul fronte online? Lo scoprirete continuando nella lettura, se vorrete, ma partiamo da un presupposto: analizzeremo le aggiunte e le diversità tra questa versione e quella old-gen, rimandandovi alla lettura della minuziosa recensione pubblicata oltre un anno fa per tutti gli altri particolari riguardanti trama, personaggi e non solo.

COME PRIMA, PIù DI PRIMA, O FORSE NO

Il tempo delle remastered dovrebbe essere quasi giunto al termine, sperando non si protragga oltremodo. Se ne son dette di ogni, sulla next-gen, sull’incapacità di rinnovarsi dei developer che ci gettano in pasto progetti ancorati a concept e gameplay già visti, eppure le vendite in rialzo nel settore software li fanno ben sperare. Con Grand Theft Auto, poi, di preoccupazioni a riguardo non ce ne son quasi mai state, trattandosi di una serie apprezzata, osannata, acquistata da milioni e milioni di videogiocatori, di tutte le fasce di età. Grazie alle versioni per PlayStation 4 e Xbox One Rockstar ha così messo fine ai rumor ed alle voci di corridoio che hanno intasato le homepage di siti videoludici (e non) negli ultimi mesi, ed una “versione assolutamente non prevista” è diventata realtà. Ma a chi è destinata e quali cambiamenti e migliorie porta con sé? Partiamo col dirvi che la politica di Rockstar Games è forse stata azzardata nei confronti di tutti quegli acquirenti della versione old-gen; effettivamente, sborsare di nuovo una cifra non inferiore ai 60 euro potrebbe essere il primo valido motivo per attendere un price cut, o l’annuncio della prima espansione di cui quasi certamente sentiremo parlare dal 2015. Per giunta, la modalità meno riuscita tra tutte (quella online) continua a soffrire di problematiche che nemmeno i recenti e consistenti update son riusciti a risolvere. Procediamo però con ordine. Una delle modifiche che tra tutte sembrava potesse dar nuova linfa all’avventura di Franklin, Michael e Trevor è la modalità in prima persona, disponibile non soltanto nelle fasi a piedi, ma anche in quelle a bordo di auto, moto, elicotteri, barche. Concretamente, si tratta di un’aggiunta interessante, attraverso la quale si esaltano maggiormente le sparatorie, pur sussistendo problematiche nelle fasi di copertura che potrete sempre impostare in terza persona, e nelle fasi di guida, più immersive e credibili con la visuale interna all’abitacolo – sulla quale torneremo – ma forse un po’ complicata da gestire di primo acchito a causa del sistema di guida arcade che vi porterà, qualora siate abituati a titoli corsaioli più simulativi o comunque meno arcade di questo, a sbagliare alcune manovre e controlli al limite. La visuale, tuttavia, sembra funzionare e fare bene il proprio dovere, ma messe alle spalle le prime ore di gioco queste sensazioni vengono meno, sia per la fatica ed il fastidio che provoca in lunghe sessioni di gioco, sia per un comparto animazioni rimasto pressoché invariato nelle movenze a piedi dei personaggi, che coi loro stili di camminata andranno spesso ad influenzarla: movimenti scoordinati, salti, o attacchi corpo a corpo non ne escono un granché bene così facendo, a questo ci riferiamo. Poc’altro da segnalare per la modalità in single-player, rimasta pressoché invariata nei contenuti, eccezion fatta per gli eventi casuali passati da 57 a 60 e delle armi (aggiunta l’accétta), quindi delle piante di Peyote sparse nella mappa che vi consentiranno di “entrare” nei corpi dei vari animali della zona, in modo da gustarne le peculiarità scatenando attacchi nonsense, innalzando così l’aspetto caciarone e poco serioso che volentieri pervade in questa serie. Per completezza, vanno segnalate l’aggiunta di una missione secondaria che ci vedrà impegnati come fotografi, di nuove sfide al poligono e di una versione rivista del Blimp, disponibili solo per chi aveva già acquistato Grand Theft Auto V; a queste, si affiancano alcune autovetture speciali, in particolare c’è il ritorno della Dukes e del deltaplano Dodo, che potremmo definire mezzi di trasposto storici, col primo ammirato in GTA IV e Chinatown Wars ed il secondo apparso per la prima volta, in versione “stradale”, in GTA III e San Andreas, la cui versione idrovolante (presente per giunta pure su Vice City Stories) venne chiamata Skimmer.

Chi si aspettava miglioramenti all’impianto online invece rimarrà piuttosto deluso. La versione pensata per PlayStation 4 e Xbox One contiene sì tutti gli update precedentemente rilasciati su PlayStation 3 e Xbox 360, fatto sta che ne siano arrivati già degli altri – dell’ordine di un giga ognuno – atti a risolvere il problema dell’importazione dei vecchi personaggi prima, poi la stabilità dei server. Se non abbiamo riscontrato problemi col nostro vecchio PG, riconosciuto tramite connessione al Rockstar Social Club, ci siamo trovati spesso difronte a problematiche solite e comuni alla precedente versione online dell’ultima fatica made in Rockstar. Matchmaking precario, disconnessioni frequenti, presenza seppur sporadica di lag e caricamenti biblici, letteralmente, a cui gli sviluppatori non hanno saputo porre rimedio nemmeno effettuando un downgrade grafico; se non altro, dentro ogni copia della versione Next troverete un coupon con un milione di crediti da riscattare: cinquecento mila sbloccabili in single-player, i restanti online, in modo tale da poter effettuare acquisti di rilievo senza cadere nelle frustrazione più totale dovuta ad una modalità in rete mostratasi ancora una volta poco ottimizzata. Su PC andrà meglio? Lo speriamo. Niente di nuovo da segnalare per quel che riguarda le attività online, tra le quali spicca senz’ombra di dubbio l’assenza della rapine, che avevano rappresentato l’arma in più della componente in singolo. In compenso, ora GTA Online è aperto fino a 30 giocatori per sessione, questo potrebbe tradursi in partite all’insegna del divertimento più estremo, o in deathmatch più elettrizzanti, sempre che riusciate ad attirare la fortuna dalla vostra, potreste ritrovarvi disconnessi e reindirizzati alla modalità in singolo da un momento all’altro.

MAGGIOR RISOLUZIONE, PIÙ BRANI AUDIO, FRAME RATE BALLERINO

Los Santos, nella sua grandezza, fu la dimostrazione che anche su old-gen un progetto così enorme potesse veder la luce, ma scendendo a grossi compromessi, coi quali però il team di Rockstar North ha dovuto fare un’altra volta i conti. Ad un mondo di gioco così variegato e caratterizzato da tessuti urbani e rurali, grattacieli e residenze lussuriose a fare da contrasto a catapecchie e quartieri molto poveri, torrenti e fiumiciattoli a sfociare nel grande oceano fatto di fondali del tutto esplorabili e specchi d’acqua più belli che mai, oltre che una flora e una fauna ampliate e realizzate in maniera credibile che andavano e vanno tuttora a riempire porzioni di territorio boschivo ed alture, c’è stato modo di notare problematiche già conosciute ed emerse nel primo anno di rilascio di PlayStation 4 e Xbox One. Mesi addietro ci lamentammo della massiccia presenza di aliasing, ora notevolmente diminuito grazie ad una presentazione complessiva ben più nitida, o del ritardo di caricamento delle texture che nelle tante ore di gioco da noi accumulate su questa versione “next” sembrerebbe essere quasi del tutto scomparso, ma son rimasti vigili i cali di frame rate, soprattutto su Xbox One, versione da noi testata. In numerose circostanze di gioco, quelle più frenetiche, o nelle intersezioni stradali, si è arrivati a toccare vette massime di 24fps, con la versione PlayStation 4 a spuntarla in quanto a stabilità e numero di fotogrammi, mai al di sotto dei 27-28. Ciò è in parte dovuto alla presenza di un traffico più intenso sulle strade di Los Santos e dintorni, e in parte alla minor potenza del sistema video della console di Redmond, che accusa il colpo anche per quel che concerne la vegetazione: ben inferiore, per qualità ed apparenza, rispetto alla controparte realizzata sul sistema d’intrattenimento Sony. I 1080p nativi hanno però generato anche degli aspetti positivi, riscontrabili perlopiù nella qualità delle texture (in zone molto aperte, soprattutto nei rilievi montuosi e collinari, non vi stupiranno di certo), nei modelli dei personaggi e di alcune automobili, nelle fonti di luce e di illuminazione, quindi negli effetti meteo e nella riproduzione degli smartphone, più rifiniti sia nelle forme che nei colori e nei testi, investendo in parte anche l’armamentario. Di certo, non nel sistema dei danni, definito dai developer più realistico, ma che a conti fatti si è rivelato essere praticamente identico a quello delle versioni PlayStation 3 e Xbox 360. Non siamo dinnanzi ad una rivoluzione in termini tecnici, sia ben chiaro, sono ancora presenti modelli con pochi poligoni ed un occhio attento ai dettagli noterà sbavature anche nel sistema di illuminazione, rivisto, ma ancorato e migliorato partendo da un progetto tecnico meno rilevante, che non può quindi competere coi sistemi pensati, nati e sviluppati direttamente su next-gen. Persiste inoltre la presenza di bug, a volte perfino divertenti, ed emergono come in passato tutti i limiti del motore fisico, di alcune animazioni dei personaggi, delle cadute a piedi o delle collisioni tra veicoli, su strada e non; da menzionare l’ingresso in gioco della profondità di campo, più che gradita, che contribuisce con un insieme visivo più chiaro e pulito che in passato, non senza presentare alcune problematiche ricollegabili alla potenza tutt’altro che elevata dell’hardware delle console di riferimento. La visuale in prima persona, che vi disorienterà non poco agli inizi, riduce un po’ la nitidezza del panorama a lunga distanza. Ciò avviene soprattutto sui mezzi di trasporto, ben riprodotti negli interni, con cruscotti funzionali, quadro strumenti, spie e perfino display radio ad indicarvi stazione e brano in ascolto (con ripetizioni degli asset per dei modelli, NdR), dove potrete osservare come elementi dinnanzi a voi acquisiscano una qualità di colpo migliore, al vostro avvicinamento. E ci tocca ripeterci: si tratta di compromessi inevitabili, così come la bassissima risoluzione (o in alcuni casi la completa assenza) dei riflessi negli specchietti retrovisori esterni ed interno, che nel tempo imparerete ad accettare; un po’ meno, o affatto, qualora si tratti della vostra seconda copia del titolo, comprata perché desiderosi di gustare il salto tecnico promesso e chiaramente presente, ma in maniera tale da non giustificare – da solo – un ulteriore esborso economico.

Molto meglio la riedizione del comparto sonoro, con una effettistica a tratti migliorata in quanto a qualità di campionatura ed una soundtrack aggiornata con 150 nuove tracce audio. Alla buona colonna sonora d’un tempo si è quindi aggiunta una vagonata di nuovi brani, ascoltabili attraverso le stesse stazioni radio, tra cui ci va di citare Burning Heart dei Survivor, Fortunate Son dei Creedence Clearwater Revival, Feel Good Inc. dei Gorillaz, Applause di Lady Gaga, Moves Like Jagger dei Maroon 5, Kids di Robbie Williams & Kylie Minogue, Meet Me Halfway dei The Black Eyed Peas, Something Got Me Started dei Simply Red e Always dei Panama. Niente di nuovo, al contrario, per quel che concerne il doppiaggio: buono e a tratti fantastico, ma solo in inglese, assistito dai sottotitoli in italiano, ancora una volta piuttosto minuscoli. La localizzazione non si ferma qui: interessa anche alcune delle pagine consultabili su Internet, tramite smartphone o PC, per un risultato complessivo decisamente apprezzabile.


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