RECENSIONE
L'idea è assolutamente originale e per me di grande fascino. Sono convinta che la mente umana abbia un potenziale infinito, altrimenti come si spiegherebbero i geni? E affidare la memoria storica di secoli ad alcune anime che si reincarnano, ma ricordano, è davvero geniale. Questo libro ha delle note positive e altre per me negative. La scelta della narrazione in terza persona è sicuramente in questo tipo di storia necessaria, ma l'ho trovata pesante come lettura. Inoltre nella versione e-book ci sono alcuni errori di traduzione che infastidiscono il lettore. Ma procediamo con ordine. Ancora una volta la traduzione italiana del titolo lascia a desiderare e non ne comprendo il senso. My name is memory è sicuramente più accattivante di Grande Amore e lo trovo anche più indicato per quanto riguarda il soggetto narrato. Per non parlare del confronto fra le due cover.
Detto ciò, ho adorato l'incipit del libro. Iniziare con il protagonista Daniel che trova la sua anima gemella proprio fra i nemici che deve uccidere, essendo lui un soldato mandato a saccheggiare e distruggere un villaggio, è davvero una grande apertura di romanzo, oserei dire cinematografica e riesce a catturare subito l'attenzione del lettore. Da qui comincia l'inseguimento tra mille vite e altrettanti secoli di Daniel nei confronti dell'anima di Sophia. Il suo è un amore immenso e inesauribile che lo porta ad affrontare pericoli e morti. Spesso si dà spontaneamente la morte per poter rinascere ed avere un'altra occasione d'incontrarla, di amarla.
Le anime dei protagonisti si sfiorano in molte delle loro vite ed è solo ai tempi nostri, nel 2006, che Sophia, diventata Lucy, comincia a convincersi che qualcosa c'è anche prima. Che la vita che vive ora non è l'unica che ha vissuto. La narrazione è frammentata, ciò che succede nel presente si alterna a quello che è successo nel passato, così il lettore man mano che procede nel libro riesce a rimettere al loro posto i pezzi, come in puzzle.
Tutto questo mi è piaciuto e mi ha incantato. Quello che ho trovato lento e superluo è il dilungarsi nel passato di Daniel. Se alcune delle sue vite precedenti sono funzionali a farci capire il suo amore per Sophia e la sua rincorsa attraverso i secoli, altre le avrei tolte dalla narrazione. Rompono decisamente il ritmo e il pathos del libro e stancano il lettore. Inoltre avrei inserito più azione nel presente, come avviene in chiusura del romanzo, perchè il ricordo è un'attività passiva e tende a distaccare chi legge.
In generale è una piacevole lettura, anche se non l'ho amata.
Ho trovato questo libro grazie al blog Leggendariamente e al suo Caldo Consiglio. Purtroppo non sono riuscita a leggerlo in tempo per mandare la mia recensione e partecipare al contest.
Sarà per la prossima volta.